MENU

Mini dizionario sugli amori Lgbtq: sei cose che nessuno vi ha mai detto (2 parte)

gay_bacio

Piccolo breviario lessicale in due puntate per capire la differenza tra un’unione civile e un matrimonio gay, tra una stepchild adoption e una maternità surrogata

di Caterina Coppola 

La scorsa volta abbiamo cominciato a capire alcuni dei termini e delle espressioni più frequenti nel dibattito in corso sui diritti delle coppie gay e lesbiche. Abbiamo visto cosa si intende con Registro delle Unioni Civili, unioni civili e stepchild adoption. Completiamo il nostro breve dizionario con altre tre voci utili a comprendere quello di cui si parla in queste settimane e a darsi un’idea propria.

4) Matrimonio – Si sente parlare e si legge di “matrimonio gay” ma si tratta di un’espressione impropria. In realtà, il matrimonio che le coppie dello stesso sesso chiedono per sé è esattamente lo stesso previsto per le coppie eterosessuali. Naturalmente, ci si riferisce al matrimonio civile, non a quello religioso. Basandosi su un principio di uguaglianza e non discriminazione, la comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e trans) chiede che venga riconosciuto alle coppie di persone dello stesso sesso lo stesso istituto a cui possono accedere le coppie etero. Per questa ragione, sarebbe più corretto parlare di “matrimonio egualitario”. Coloro che sono contrari a che questo avvenga, sostengono che riconoscere il matrimonio per gay e lesbiche minaccerebbe la “famiglia tradizionale”: una critica priva di ogni fondamento, dato che quello che si chiede è l’allargamento di diritti a tutte le coppie, a prescindere dal loro orientamento sessuale, e non certo la limitazione di diritti già riconosciuti alle coppie eterosessuali. Un principio di uguaglianza stabilito dalla nostra stessa Carta Costituzionale, oltre che sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

Il matrimonio egualitario è riconosciuto, al momento, in Francia, Spagna, Portogallo, Regno Unito (tranne l’Irlanda del Nord), Belgio, Olanda, Norvegia, Svezia, Islanda, Danimarca, in 32 stati degli Usa, in Canada, in Sudafrica, in Nuova Zelanda, in due stati e nella Capitale del Messico, in Argentina, in Uruguay e in Brasile.

5) Adozioni – Anche in questo caso, si parla spesso erroneamente di “adozioni gay”. Vale il discorso fatto per il matrimonio sull’estensione del diritto, ora riservato solo alle coppie eterosessuali, anche a quelle gay. Più correttamente, si dovrebbe usare l’espressione, “adozioni per le coppie omosessuali”.

Chi si oppone al riconoscimento di questo diritto per le coppie di gay e lesbiche si appella alla presunta necessità di un padre e una madre per uno sviluppo sano di un bambino o di una bambina. In realtà, gli studi socio psicologici degli ultimi 30 anni, riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale, confermano che i bambini e le bambine cresciute con genitori dello stesso sesso non presentano alcun problema di sviluppo sotto nessun punto di vista rispetto ai coetanei e alle coetanee cresciute con genitori di sesso diverso. I problemi che questi bambini e queste bambine sono costretti ad affrontare, riguardano esclusivamente il pregiudizio che alcuni settori della società possono manifestare nei loro confronti. Esistono studi che sostengono il contrario, ma si tratta di teorie non riconosciute dalla comunità scientifica perché prive di fondamento o eseguite con criteri metodologicamente sbagliati.

6) Trascrizioni dei matrimoni egualitari – Nelle ultime settimane si è molto parlato di trascrizioni. Sempre più sindaci (tra cui anche il primo cittadino di Pisa), su richiesta di coppie gay o lesbiche residenti nel loro territorio o delle associazioni Lgbt, hanno iniziato a trascrivere nei registri di Stato Civile del comune i matrimoni contratti da queste coppie in altri paesi. Non si tratta dei Registri delle unioni civili, ma degli stessi in cui vengono registrati i matrimoni tra persone di sesso diverso. Questo non implica un automatico riconoscimento da parte dello Stato di quei matrimoni, ma rende comunque pubblico, per l’amministrazione, il matrimonio della coppia in questione. Anche in questo caso, si tratta di un iniziativa poco più che simbolica, ma di grande significato politico. Contro queste iniziative dei sindaci il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha emesso una circolare in cui chiede ai prefetti di imporre ai sindaci la cancellazione delle registrazione basandosi su una interpretazione della legge contestata da più parti. Secondo gli avvocati di Rete Lenford – Avvocatura LGBT (la rete di avvocati che si occupa di diritti civili) la cancellazione può essere chiesta solo dal tribunale e non dal prefetto.

 foto da Flickr – Walking-With-A-Gost  

Download PDF

Scritto da:

Pubblicato il: 5 novembre 2014

Argomenti: Sociale

Visto da: 842 persone

, , ,

Post relativi

Una risposta a: Mini dizionario sugli amori Lgbtq: sei cose che nessuno vi ha mai detto (2 parte)

  1. avatar Le cose di Coso scrive:

    Vorrei un chiarimento sulla “famiglia tradizionale”. Immagino si stia parlando di quelle famiglie in cui troppi mariti picchiano le mogli e troppi padri abusano delle figlie.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi paginaQ per email

Ciao!
Iscriviti alla newsletter di Pagina Q
Se lo farai ci aiuterai a far vivere l’informazione nella nostra città e riceverai la versione mail del quotidiano.
Naturalmente non cederemo a nessuno il tuo indirizzo e potrai sempre annullare la tua iscrizione con un semplice click sul link che troverai in ogni nostra mail.