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Ex Stallette: ecco cosa c’è nel mezzo milione che serve per finire i lavori

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Qualche prima risposta è arrivata, ma la vicenda delle ex Stallette non può dirsi conclusa, non almeno per i consiglieri dei gruppi di opposizione Movimento 5 Stelle, Nuovo Centro Destra e Forza Italia/PDL, che ieri in conferenza dei capigruppo hanno chiesto di calendarizzare il voto per l’istituzione di una commissione di indagine sull’argomento, senza però ottenere una data.

Dopo un frenetico scambio di email fra consiglieri, assessori, funzionari e dirigenti del Comune, con al centro del contendere la relazione del RUP, ing. Michele Aiello, che dovrebbe spiegare la maggiore spesa di quasi mezzo milione di euro per completare i lavori del progetto Piuss, ieri è giunta ai consiglieri la relazione del dirigente ai Lavori Pubblici Marco Guerrazzi, che elenca la composizione di questa somma.

Il tutto a partire dalle motivazioni che spinsero alla risoluzione del contratto di appalto: “Ingiustificati ritardi sulle lavorazioni, irregolarità del Durc, Comportamento dell’impresa appaltatrice non improntati ai canoni di correttezza e buona fede”, si legge, e non ultimo la perdita dei requisiti economici vista la domanda di concordato preventivo presentata dalla Rota Costruzioni a marzo di quest’anno.

Ci sono voluti 4 mesi all’amministrazione per portare la vicenda all’attenzione della politica, visto che la risoluzione del contratto è avvenuta a inizio giugno ma solo il 7 ottobre la delibera è stata portata in consiglio comunale. E proprio il fattore tempo è uno degli aspetti più contestati dai consiglieri, che lamentano il fatto di “essere stati messi alle strette, pena la perdita di soldi pubblici, mentre le condizioni della ditta e dell’appalto erano note già da tempo”, dice Gino Logli.

Nella relazione fornita da Guerrazzi viene confermato quanto anticipato da molti, dall’assessore Serfogli in primis: il Comune ha pagato dei lavori all’impresa prima che questi venissero eseguiti. “Una pratica non illegale di per sé, ma che diventa complessa da gestire di fronte ad un’impresa in fallimento”, commenta ancora Logli.

Dai dati forniti da Guerrazzi vengono confermati anche i lavori sottostimati e quelli mancanti nel progetto esecutivo, per un importo pari a 198mila euro; 55mila euro per maggiori oneri per la sicurezza, 83mila per partite provvisorie di lavorazioni contabilizzate all’impresa e non annullate. E ancora, 15mila euro provengono dagli incarichi professionali per l’aggiornamento del progetto, e 50mila euro per le opere elettriche mancanti e sottostimate nel progetto dell’impresa Rota. A questa cifra totale, di 402mila euro circa, va aggiunta l’Iva (38mila euro circa) e 49mila euro a disposizione per eventuali aggiornamenti del progetto.

E se i consiglieri di opposizione non intendono contestare gli aspetti tecnici della vicenda, per loro quello che conta ora “è capire come funziona il meccanismo dei controlli suo lavori pubblici”, dice Raffaele Latrofa (NCD). Logli da parte sua punta il dito “sui cassetti chiusi”, riferendosi alle difficoltà dei consiglieri nel vedere tutti gli atti necessari, e Antoni (M5S) afferma di aver già provveduto “a denunciare il  RUP al segretario generale del Comune, che ha anche la funzione di garante per il controllo degli atti”.

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Pubblicato il: 25 ottobre 2014

Argomenti: Cronaca, Pisa, Politica, Urbanistica

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