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Hinengaro I neuroni specchio

empatia

Tra gli anni ’80 e ’90 un gruppo di ricercatori dell’Università di Parma coordinato da Giacomo Rizzolatti e, tra gli altri, Vittorio Gallese, ha iniziato a dedicarsi allo studio del funzionamento della corteccia premotoria.

Il loro lavoro ha portato ad una scoperta diventata ormai storica: i neuroni specchio. Una classe di neuroni che si attiva nell’individuo osservante, quando vede compiere un’azione da un altro soggetto. Cioè quando osserviamo un nostro simile compiere una certa azione, si attivano, nel nostro cervello, gli stessi neuroni che si attivano quando siamo noi a compiere quella stessa azione.

Per i particolari, rimando alle numerose e ricerche e studi ormai noti al grande pubblico. Ciò che qui mi preme considerare sono le conseguenze e alcuni possibili campi di applicazione e sviluppo.

Innanzitutto tali studi costituiscono vere e proprie svolte per ciò che concerne la stessa definizione di intelligenza e apprendimento, ampliando considerevolmente gli aspetti imitativi e corporei coinvolti in queste funzioni. Ma anche la valorizzazione degli aspetti sociali e relazionali che sottostanno l’apprendimento.

Possiamo imitare l’azione altrui perché il nostro cervello “risuona”, per dir così, assieme a
quello della persona che stiamo osservando. Si tratta di un meccanismo cerebrale fondamentale perché permette una sorta di comunicazione non linguistica fra i cervelli, come viene definita dai ricercatori.

La soggettività umana, ma probabilmente anche quella di animali diversi dall’Homo sapiens, nasce attraverso meccanismi cerebrali di questo tipo – sostiene Gallese. Detto altrimenti, l’animale umano scopre se stesso – così come sosteneva Merleau-Ponty – come quel certo corpo che è, quella certa soggettività che è, soltanto attraverso la relazione con l’altro.

E risuona qui l’importante definizione filosofico-psicologica aristotelica di uomo come animale sociale, sostenendo che l’uomo isolato è una contraddizione in termini. Non può esistere: o è un dio o una bestia.

Importante conseguenza psicologica e filosofica di questa scoperta (come sottolinea lo stesso Gallese) è che, contro la tendenza individualistica prevalente nella psicologia contemporanea, in particolare nelle scienze cognitive, la soggettività animale e umana in particolare, è in realtà una intersoggettività originaria.

La capacità di parti del cervello umano di attivarsi alla percezione delle emozioni altrui, espresse con espressione del volto, gesti e toni di voce, la capacità di codificare automaticamente questa percezione in termini “viscero-motori”, rende ogni individuo in grado di attivare quel meccanismo noto sotto il nome di empatia. Dunque un comportamento bio-sociale, basato su imitazione e decodifica istintiva di stimoli ad un livello che precede la comunicazione linguistica e capace di regolare e orientare il comportamento sociale.

Tra le principali conseguenze della scoperta vi è il passaggio da “i rapporti con le cose” a “i rapporti con le persone”ove l’aspetto sociale-imitativo diventa preminente. Si tratta di ambiti che includono diversi livelli di competenza; l’apprendimento: “svitare una lampadina” o “mangiare una banana” oppure “essere gentili”o “accudire i figli”.

Si può notare che l’aspetto emozionale, centrato su modelli arcaici, “storia” psicologica, aspetti motivazionali, consapevolezza psico-corporea, quadro psico-patologico individuale, sono solo alcuni dei fattori che influenzano questa seconda categoria di apprendimenti. Ma – alla luce di tali scoperte – tali fattori vengono ricondotti in maniera più diretta ad aspetti imitativi arcaici (quello che la psicologia chiama interiorizzazione di modelli significativi).

Ed è anche questo il motivo per il quale più spesso si parla di contesti di apprendimento come favorenti o sfavorenti lo sviluppo di determinate competenze. In una sorta di continuo modellamento reciproco (cane e padrone…carceriere e carcerato…chi assomiglia a chi?), si assiste a un gioco di scatole cinesi e un rimando continuo della dinamica psicologica individuale.

Interessanti anche gli sviluppi e la nuova prospettiva all’interno della psicologia dei conflitti interumani o interistituzionali. Ma di questo ne parleremo la prossima settimana.

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Pubblicato il: 20 ottobre 2014

Argomenti: Cultura, Hinengaro, Quaderni

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