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Lorenzo Papasidero, il tennista accusato di doping si difende: “Erano le gocce della nonna”

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“Non sono un dopato”. Lorenzo Papasidero, il tennista pisano tesserato per il Tennis Club Pisa, si difende dopo la sospensione cautelare ricevuta a causa di un rilevamento di Pentetrazolo, rinvenuto a seguito del controllo disposto il 22 agosto 2014 ad Avenza (Massa Carrara) in occasione del Torneo Nazionale Open Maschile.

Papasidero, classe 1990, nel 2013 tra i primi 800 tennisti del mondo e impegnato nel circuito ATP, fornisce la sua versione dei fatti e dà la colpa ad un medicinale fornitogli dalla nonna. “Ho deciso di espormi a causa dell’attacco mediatico ricevuto senza nessuna ragione. Molti organi di stampa, poche ore dopo il comunicato del CONI che mi targava come ‘dopato’ – spiega il giocatore – hanno ben pensato di pubblicare le poche righe ricevute senza interpellarmi in merito alla questione. In conseguenza a questo, preferisco comunicare la verità”.

“Ecco cosa è successo – prosegue il comunicato di Papasidero – ho iniziato a giocare l’Open maschile di Avenza già febbricitante e con un’importante tosse – dichiara il tennista. Intono alle 4 di mattina del 22 agosto, giorno della partita dei quarti, non riuscivo a chiudere occhio per la tosse forte. Ero ospite da mia nonna e lei, sentendomi tossire, è venuta a controllare come stavo. Le ho chiesto se in casa avesse qualche sedativo in modo da riuscire a dormire e recuperare un minimo di forze per la partita che avrei giocato da li a poche ore. Lei mi diede il ‘Cardiazol‘, farmaco preposto a calmare la tosse. Ammetto che, per incuranza, non lessi la composizione delle goccioline che stavo assumendo, ma mai avrei pensato a simili conseguenze”.

“La mattina, appena alzato presi anche un’aspirina per abbassare la febbre – afferma il giocatore – il pomeriggio, dopo la partita, mi chiesero un prelievo di urina. Senza alcun problema fornii il campione sicuro di essere in regola con le normative Coni. Comunque, il dottore che mi effettuo il prelievo, notando che la mia forma fisica non era al top, mi chiese cosa avessi. Spiegai che ero malato e sottolineai i farmaci assunti, tra questi dichiarai  anche le goccioline. Questo, come di prassi, venne poi trascritto nel referto del controllo”.

Me ne andai sereno e tranquillo. Serenità persa il nove settembre. Alle tre di pomeriggio, quando ricevetti la chiamata della procura anti doping mai mi sarei immaginato di sentirmi dire certe cose. La frase che sentii fu: nelle goccioline da lei assunte c’era il Pentetrazolo, sostanza proibita. Sono rimasto scioccato, nemmeno sapevo cosa fosse e come avrei dovuto agire per dimostrare l’involontarietà di quanto accaduto. Le chiesi consiglio e la signora al telefono mi rispose che la procura mi avrebbe contattato in seguito spiegandomi la procedura da seguire.”

“Oltre allo shock per la sospensione cautelare ricevuta – aggiunge Papasidero – quello che mi ha fatto male è stata la risposta pubblica alle poche righe pubblichiate dal CONI. Nessuno, se non pochi, mi hanno contattato per chiedermi come gli eventi si fossero realmente svolti! Ecco perché ora ho deciso di espormi – conclude -. Il 29 settembre mi recherò a Roma per chiarire la questione, poi intraprenderò ogni azione possibile per far emergere la verità. Non mi sono mai dopato”.

 

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Pubblicato il: 29 settembre 2014

Argomenti: Pisa, Sport

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