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“Miseria Ladra”. Parte la campagna di Libera contro la povertà

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Il Coordinamento provinciale di Libera lancia un appello alle forze politiche cittadine presenti in consiglio comunale per l’adesione alla campagna nazionale contro la povertà “Miseria Ladra”. La lettera aperta è stata inviata ai capigruppo Ferdinando De Negri (PD), Giuseppe Ventura (In Lista per Pisa), Simonetta Ghezzani (SEL), Stefano Odorico (Riformisti per Pisa), Giovanni Garzella (Forza Italia-PDL),Valeria Antoni (M5S), Ciccio Auletta (Una città in Comune), Raffaele Latrofa (NCD), Diego Petrucci (Noi Adesso Pis@). 

La pubblichiamo di seguito insieme alle 10 proposte operative della campagna.

Con un articolato dossier sulla situazione di crescente povertà nel nostro Paese, Libera e Gruppo Abele hanno promosso la campagna nazionale “Miseria Ladra”. Attraverso la formulazione di dieci proposte concrete, l’obiettivo della campagna è quello di provare a dare risposte immediate alla crisi economica e sociale che attanaglia il nostro Paese, scaricandosi principalmente sulle fasce già più vulnerabili della popolazione.

Il tema del contrasto a tutte le forme di povertà e di esclusione sociale dovrebbe essere un punto centrale di ogni programma politico

“Miseria Ladra” è un cantiere aperto a tutte le associazioni del volontariato, ambientaliste, alle cooperative del sociale per chiamare alla mobilitazione su un problema che oggi tocca più tragicamente e in misura crescente alcune fasce sociali, ma domani potrebbe riguardarne anche altre che oggi ancora resistono. Dopo un iniziale percorso di confronto che ci ha visto interloquire con realtà del volontariato laico e cattolico della nostra città, associazioni ambientaliste e cooperative sociali, come Coordinamento provinciale di Libera riteniamo giunto il momento di rivolgere un appello a tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale, affinché anche a Pisa si possa iniziare un confronto politico pubblico su almeno alcune delle proposte della campagna.

È nostra convinzione che il tema del contrasto a tutte le forme di povertà e di esclusione sociale dovrebbe essere un punto centrale di ogni programma politico e che la ricerca di soluzioni efficaci interpelli ciascuna forza politica senza distinzione di schieramento. Come associazione impegnata nella difesa dell’integrità del nostro territorio dalle infiltrazioni mafiose, non possiamo non considerare che ingiustizia sociale, violazione dell’ambiente, corruzione, illegalità, indifferenza sono spesso la vera radice della povertà, sofferenza ed emarginazione di tante persone. Non possiamo ignorare che le mafie sono le prime ad avvantaggiarsi ed a proliferare in un Paese così diseguale, impoverito, fragile e con una coesione sociale sempre più frammentata. Siamo convinti che l’impegno contro le mafie e la corruzione dipenda soprattutto dalla nostra capacità di promuovere giustizia sociale mettendo in campo riflessioni, analisi, azioni, pratiche e proposte capaci di contrastare la povertà.

Queste riportate di seguito sono in sintesi le 10 proposte della campagna.

1. Ricostituire, da parte del nuovo Governo, il fondo sociale e il fondo per la non autosufficienza ai livelli del 2008, definiti allora un “punto di partenza” a incrementazione annua successiva;
2. Attuare una moratoria ragionevole rispetto l’immediata esigibilità dei crediti da parte di Equitalia e dal sistema bancario, negoziando modalità differenti di pagamento in base alle varie situazioni di insolvenza;
3. Onorare velocemente, come prevede l’Europa, i debiti da parte delle Pubbliche Amministrazioni a partire dai “fornitori” di beni, prestazioni e servizi;
4. Programmare una “allocazione diversa delle risorse a saldo invariato” al fine di reperire i fondi per gli interventi di contrasto alle povertà. A titolo di esempio: abolire i CIE che rappresentano un’offesa al diritto e alla dignità delle persone e riconvertire le risorse per l’inserimento e l’integrazione delle persone migranti; tagliare alcune spese militari da utilizzare per il sociale e per la riconversione ecologica delle attività produttive e della filiera energetica; rivedere i progetti di alcune “grandi opere” a carattere molto controverso, utilizzando quelle risorse per risanare il dissesto idrogeologico di molti territori del nostro paese e valorizzare l’agricoltura biologica e sociale;
5. Sospendere gli sfratti esecutivi, offrendo nuove opportunità di negoziazione e garanzia per il pagamento del fitto, a protezione del reddito dei piccoli proprietari che sull’acquisto della casa hanno messo i loro risparmi a garanzia di un futuro spesso non coperto da pensioni;
6. Rimettere sul mercato il patrimonio immobiliare sfitto, con le dovute mediazioni e tutele per i piccoli proprietari, e garantire un meccanismo più rapido per l’assegnazione dei beni confiscati alle mafie per uso sociale;
7. Estendere la pratica che si è attuata in molte città rispetto ai senza dimora, concedendo la residenza presso il Municipio o in un’altra sede comunale a tutte quelle figure che possono essere definite “temporaneamente in difficoltà” quali i richiedenti asilo, le vittime di tratta, le vittime di violenza che, in virtù di tale dispositivo,vedrebbero riconosciuto il diritto di accesso ai servizi sociali e sanitari e al lavoro stesso (senza residenza non viene rilasciata la Carta di Identità, necessaria per stipulare il contratto di lavoro, l’attribuzione del medico di base, l’accesso ai servizi sociali) e potrebbero avere maggiore possibilità di rendere più breve il loro disagio “temporaneo”;
8. Erogare il Reddito di Cittadinanza, o eventualmente un altro dispositivo di tutela generalista, come strumento essenziale per le politiche attive del lavoro, così come già avviene nella maggior parte dei paesi europei, per rispondere all’emergenza sociale e contrastare lo sfruttamento del lavoro senza regole e senza prospettive di crescita e di formazione per i lavoratori e le lavoratrici;
9. Mantenere e rendere di nuovo pubblici i servizi basici essenziali e difendere i beni comuni. I servizi basici sono indispensabili al sostegno delle comunità in una fase di grave crisi come quella attuale, così come i beni comuni essenziali alla vita. La privatizzazione di molti servizi e dei beni comuni ha infatti significato un impoverimento soprattutto dei ceti medi e popolari. La ripubblicizzazione dei servizi basici e la difesa dei beni comuni come acqua, sanità, scuola, trasporti, energia e rifiuti, sono obiettivi che rappresentano strumenti concreti di contrasto alla povertà, garantendo pari dignità a quelle categorie sociali che hanno dovuto fare a meno di servizi fondamentali, rendendo più equa la distribuzione della ricchezza.
10. Rinegoziazione del debito. Nell’attuale fase di crisi italiana ed europea, l’impatto del debito pubblico nel bilancio nazionale e sulle politiche di contrasto alla povertà ha un peso enorme.

miseria-ladra-2Diventa improrogabile affrontare il tema della rinegoziazione del debito pubblico attraverso un audit pubblico per evitare di creare ricchezza esclusivamente per il pagamento degli interessi sul debito invece che per il sostegno alle persone. Bisogna capire quello che realmente “dobbiamo” e quanto invece è frutto di meccanismi speculativi che hanno reso insostenibile il debito e fanno lievitare gli interessi sul debito rendendo insostenibile socialmente qualsiasi piano di rientro. Alcune delle proposte sopra elencate chiamano in causa il Governo centrale, mirando a intervenire sulle cause strutturali della povertà e della crisi, e su questi punti siamo consapevoli che dal livello locale si possa fare “solo” una azione di sensibilizzazione e di sollecitazione.

Ci sono però molte proposte della campagna che intervengono direttamente sul livello amministrativo locale, perché riguardano situazioni contingenti di vera e propria emergenza. È proprio su questi punti che come Libera Pisa auspichiamo una chiara presa di posizione dall’Amministrazione comunale e da tutti i partiti politici presenti in Consiglio comunale. Il nostro auspicio è che a partire da questi stimoli e dall’analisi dei dati presenti nel dossier da cui la campagna ha preso il via, possa scaturire un confronto serio, non pregiudiziale, tra cittadini, associazioni, cooperative sociali, forze economiche e politiche della città, che ci consenta di elaborare insieme una visione e delle proposte concrete, di immaginare delle vie di uscita dalla crisi che siano capaci di difendere l’interesse generale e di restituire speranza nel futuro.

Invitiamo dunque tutte le forze politiche cittadine a prendere in esame il dossier della campagna “Miseria Ladra” e a darci fin dalle prossime settimane e dai prossimi mesi un segno tangibile di interesse ad approfondire le proposte contenute nei nostri documenti, per tradurle in impegni concreti a livello territoriale.

Per parte nostra ci rendiamo fin da ora disponibili a sostenere tutte quelle iniziative che andranno nelle direzioni da noi auspicate, riservandoci il ruolo che più ci compete, ossia quello di una forte sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dell’affermazione di quella cultura della legalità, che per noi significa innanzitutto difesa della dignità di ogni persona e dei diritti intoccabili sanciti dalla nostra Costituzione. In attesa di segnali incoraggianti di risposta a questo nostro appello, ringraziamo chiunque voglia sostenere il cammino di “Miseria Ladra” a Pisa, invitando anche le associazioni e le cooperative sociali con le quali finora non abbiamo avuto occasione di confrontarci a prendere contatti con noi, per costruire davvero tutti insieme soluzioni efficaci ad alcuni dei problemi sociali più pressanti della nostra città.

Perché come ci ricorda lo slogan della campagna dalla crisi si esce insieme, aiutiamoci a farlo!

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Pubblicato il: 14 settembre 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa, Politica, Sociale

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