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Palazzo Pilo Boyl torna visibile. Via le impalcature ma resta il buco

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Dopo sei anni di impalcature, nessun lavoro effettuato e suolo pubblico da pagare. L’impresa proprietaria del palazzo è fallita e il suo presidente è indagato per corruzione

Da giugno di quest’anno è tornata visibile la facciata del Palazzo Pilo Boyl, già noto come Palazzo Grassi, sul Lungarno Mediceo, dove sono state tolte le impalcature che da oltre 6 anni ormai ne coprivano interamente il volto. Un palazzo storico di Pisa ricordato in particolare per i suoi graffiti del XVI secolo, restaurati alla fine dell’800 dopo che l’immobile passò in eredità dai Grassi agli Agostini Venerosi della Seta i cui discendenti lo hanno mantenuto fino al 2008, quando il palazzo è diventato proprietà di una società per azioni, la Tognozzi group.

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La storia del Palazzo si intreccia in quegli anni con quella di Emidio Petrilli, imprenditore di origine aquilana molto attivo a Firenze che negli anni ’80 acquisisce l’impresa Tognozzi, impresa già affermata che prende il nome dall’ingegnere che l’ha fondata. Petrilli si allarga e apre filiali a Cuba e in California. Ma negli anni 2000 cambia il vento e per l’imprenditore lo scorso anno si apre una stagione giudiziaria difficile.

Petrilli è accusato dalla procura di Firenze di corruzione nell’ambito dell’inchiesta che ha portato, a ottobre dello scorso anno, all’arresto dell’ex direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Firenze Nunzio Garagozzo. Secondo gli inquirenti Petrilli avrebbe pagato delle tangenti per l’annullamento di alcune imposte relative ad anni precedenti, motivo per cui gli sono stati sequestrati beni per circa 7 milioni di euro.

A Pisa l’impresa Tognozzi, dopo aver acquistato il palazzo e un’area a Calambrone davanti al Cosmopolitan, fece richiesta per cominciare i lavori di ristrutturazione e nel giugno del 2008 furono montate le impalcature. I lavori però non sono mai partiti e per oltre 6 anni le impalcature sono rimaste lì a coprire la facciata. Sul lato destro del Palazzo c’è via della Palla a Corda, un vicoletto che a causa di quelle impalcature con il tempo è diventato uno dei più bui e sporchi del centro.

gruLa Tognozzi non ha mai pagato il suolo pubblico per quelle impalcature, cosa che ha portato l’impresa ad avere un debito tributario nei confronti del Comune di Pisa piuttosto elevato. Lo stesso vale per Calambrone: nell’area (nella foto a sinistra) ci sono ancora due gru ma il cantiere non è mai partito.

Il tempo passa e per l’impresa edile le cose si mettono male. Dopo aver presentato domanda, poi respinta, per un concordato preventivo nel 2012, la Tognozzi è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Firenze il 20 marzo di quest’anno. Il suo bilancio del 2012 si chiudeva con una perdita di oltre 37 milioni di euro.

Su Palazzo Pilo Boyl, stimato sui 7 milioni di euro, pesa un’ipoteca in mano a un grosso gruppo bancario, e sono molte altre le proprietà dell’impresa nella stessa condizione. Ma a quanto ammonti il debito tributario della Tognozzi nei confronti del Comune di Pisa e quanto quest’ultimo potrà recuperare non è noto.

A nostra richiesta la Sepi ha risposto che “non è possibile da parte di questa società fornire dati relativi agli importi debitori dell’Impresa Tognozzi s.p.a.”, senza specificare questo diniego ma aggiungendo che “a tutela della pretesa debitoria dell’Ente, la Società Entrate Pisa ha provveduto ad emettere tutti gli atti di recupero necessari ed a intraprendere tutte le azioni cautelative previste dalla norma”.

L’assessore al Patrimonio Andrea Serfogli conferma lo stato di insolvenza dell’impresa, ma mantiene il riservo sul dato come Sepi, limitandosi a dire: “Il Comune si è inserito nella procedura come creditore. Speriamo di recuperare il più possibile visto che la cifra è ingente”.

Ma il dubbio, in attesa dell’udienza utile, è che questi soldi non torneranno mai. Prima le impalcature, poi l’abbandono del palazzo, poi il fallimento dell’impresa e un debito tributario – quindi un credito di tutta la collettività – non quantificato e di difficile recupero. Cose che accadono quando il territorio, fatto di suolo, mura, strade e palazzi storici, viene considerato unicamente strumento di rendita.

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Pubblicato il: 9 settembre 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa, Urbanistica

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Una risposta a: Palazzo Pilo Boyl torna visibile. Via le impalcature ma resta il buco

  1. avatar Ilcanedigesso scrive:

    Se possibile vorrei sapere cosa doveva essere costruito di fronte alla Cosmopolitan. Grazie.

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