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Verso il baratro l’economia artigiana: fatturato in calo in tutti i comparti

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“Il Trend mostra una situazione che va verso il baratro”. Senza mezzi termini e con un grido supportato dai numeri Andrea Zavanella, presidente CNA di Pisa, commenta i dati sull’andamento dell’economia artigiana nella Provincia di Pisa: “Serve una decisa sterzata per invertire la tendenza”.

Il 2013 registra numeri in negativo che descrivono performance al di sotto del livello regionale: il fatturato nella nostra provincia scende del 13,3% e il volume di affari passa dai 695,4 milioni di euro del 2013 a 602,9 milioni. A portare il segno negativo è anche la retribuzione che registra una contrazione del 17%. Un dato che parla di una caduta evidente dei livelli occupazionali. Negativi anche i consumi che si attestano intorno ai 32 milioni di euro, registrando un trend peggiore  rispetto a quello regionale che nel 2013 chiude con un -3,9%.

A dare tutta la dimensione del baratro di cui parla Andrea Zavanella i segni negativi davanti ai dati dei settori che rappresentavano il fiore all’occhiello della produzione della provincia: costruzioni, metalmeccanica e pelle.

Le costruzioni, che con i 271,4 milioni di euro del 2013 rappresentano il 45% del fatturato artigiano totale, registrano una diminuzione dei ricavi rispetto al 2012 di oltre 45,5 milioni. Una contrazione decisamente più evidente rispetto al risultato toscano che vede un arretramento di 2,9 punti percentuali. Se pure con una dinamica oscillatoria, dal secondo semestre 2008, i ricavi sono diminuiti di oltre il 50%. Simile l’andamento dei consumi e delle retribuzioni.

In questo settore, spiega Barbara Vannini presidente CNA Costruzioni, come in quello degli impianti, il 60% delle imprese lavora con manutenzioni di strade e argini, dunque con gli enti pubblici. A pesare sull’andamento sono una macchina burocratica pesante, i ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione e la difficoltà di accesso al credito strettamente connessa con la mancanza di lavoro.

La richiesta forte e urgente rivolta alle pubbliche amministrazioni è che i “lavori, le somme urgenze siano affidati alle imprese del territorio che hanno le competenze per svolgerli”.

A fargli eco è ancora Andrea Zavanella che sottolinea la necessità di un’applicazione sostanziale e completa del codice degli appalti e non solo “formale a vantaggio di grandi e potenti gruppi. Oltretutto con scarsa trasparenza circa affidamenti per milioni di euro con meccanismi nazionali come il Consip”.

“Le imprese del territorio – ha detto – sono tagliate fuori da scelte politiche miopi e discutibili- rincara la dose il direttore generale di CNA Rolando Pampaloni – sono stati dati in questi giorni oltre venti milioni di euro di lavori senza gara con le procedure Consip per ospedali e altri edifici pubblici a un unico soggetto escludendo a priori le ditte locali che hanno finora garantito realizzazioni e manutenzioni. Questa non è la direzione giusta per creare ricchezza, efficienza e trasparenza. Siamo preoccupati per la tenuta occupazionale delle nostre imprese”.

Il macro settore del manifatturiero, con un fatturato di 218 milioni di Euro, rappresenta il 36,2% dei ricavi totali dell’artigianato della Provincia di Pisa. In termini assoluti diminuisce di oltre 40 milioni di Euro, con un influenza negativa legata soprattutto ai settori principali di questo comparto.

La pelle registra un calo consistente, pari al 33,7%, rispetto al 2012, che si traduce in quasi 35 milioni di euro in meno. Ma nonostante i dati negativi del 2013, il trend di lungo periodo del settore resta positivo e su livelli più elevati rispetto al secondo semestre 2008.

Il secondo settore più importante per ricavi del manifatturiero è rappresentato dalla metalmeccanica, con 61,3 milioni di euro di fatturato (28,1% del comparto), in diminuzione di oltre 9 milioni di Euro rispetto al 2012. Il settore segue un trend in calo dal 2° semestre 2011 mentre a livello regionale chiude in positivo (+2,7%).

Ad aumentare il proprio fatturato il legno che registra un aumento di oltre 6,5 milioni di euro rispetto al 2012 raggiungendo i 59,9 milioni di euro, il 27,5% del comparto.

I settori residuali del macro settore manifatturiero registrano dati negativi. Gli alimentari perdono oltre 3,5 milioni di euro di fatturato rispetto al 2012. Il tessile con i suoi 7,7 milioni di euro, lascia sul terreno quasi 1 milione di euro in controtendenza rispetto alla performance regionale (+1,3%). L’oreficeria infine, registra una contrazione molto evidente in termini percentuali con un trend opposto rispetto alla dinamica regionale (+3,1%).

I servizi, che comprendono le riparazioni, i trasporti, i servizi alle famiglie ed i servizi alle imprese, registrano un fatturato complessivo di 113,5 milioni di Euro e corrispondono ad una quota pari al 18,8% del giro d’affari di tutto il comparto artigiano pisano. Nel 2013 perdono il  3,7% rispetto all’anno precedente, con un risultato però migliore rispetto al  dato regionale (-6,4%).

Il settore principale per giro d’affari è quello dei trasporti, con un fatturato complessivo di 46,5 milioni di euro, pari al 41% di tutto il comparto dei servizi. Il settore cresce di oltre 1 milione di euro mentre nel lungo periodo non fa registrare tendenze significative descrivendo un andamento sostanzialmente lineare. Risultati incoraggianti per quanto riguarda i fattori di costo: in particolare i consumi fanno registrare una crescita a partire dal 1° semestre 2010 mentre per quanto concerne le retribuzioni la stessa tendenza si verifica a partire dal 1° semestre 2012.

Insomma i dati del 2013 non mandano certo segnali positivi, così come preoccupante appare l’andamento del 2014 che rischia di chiudersi con un trend ancora peggiore. Per la provincia di Pisa l’anno è stato complessivamente negativo e l’artigianato locale ha lasciato sul terreno oltre 90 milioni di euro.

Una situazione ben diversa, ma più realistica perché basata sull’analisi di dati di bilancio delle aziende, di quella fotografata dal Sole 24 Ore che descriveva Pisa come una provincia che ha retto bene la crisi. La realtà è molto più amara: a settembre le aziende artigiane della provincia che riusciranno a sopravvivere rischiano di dover procedere a una ristrutturazione che con sé potrebbe spazzare via 100 posti di lavoro.

“Quello che ci sconcerta – ha concluso Andrea Zavanella – è che nessuno fra istituzioni ed enti sembra percepire che siamo sull’orlo di un baratro. Nei giorni scorsi abbiamo incontrato i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, per concordare con loro iniziative per dare l’allarme sul comparto costruzioni in particolare, ma non solo. Faremo il possibile per cercare di dare una svolta ad una situazione in cui la disattenzione verso il tessuto produttivo locale è massima”.

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Pubblicato il: 6 agosto 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa

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