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Blitz degli ambientalisti: “Le Dune protette di Tirrenia? L’attacco è continuo”

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Un blitz domenicale delle associazioni ambientaliste a guardia delle Oasi Dune WWF di Tirrenia, per verificare il comportamento dei gestori degli stabilimenti e il rispetto delle regole a tutela di questo territorio così delicato. WWF Pisa, insieme a Legambiente Pisa e Valdera, alla consigliera comunale Simonetta Ghezzani, a Carlo Galletti del consiglio direttivo del Parco, ambientalisti ad ampio spettro, si sono dati appuntamento alle 11 davanti al bagno Hoasy, ormai simbolo di questo litorale pisano piegato alle esigenze del mercato balneare, tradizionalmente poco sensibile al tema della conservazione.

Bagno che è balzato alla cronaca anche per il grave gesto denunciato dall’attivista del WWF Roberto Dell’Orso, che nel tentativo di registrare alcuni abusi ambientali ha subito la frattura di un dito. Nessun accanimento specifico nei confronti di questo stabilimento: le associazioni ieri hanno proposto un percorso lungo il perimetro dell’Oasi WWF, che non comprende solo il bagno Hoasy.

Tanti gli abusi registrati: l’originario e più grave è lo sbancamento delle dune, cioè quegli interventi che livellano verso il basso alcuni punti delle dune, che rappresentano un ecosistema raro e ricco di biodiversità e che sulla costa pisana arrivano a toccare le punte più alte, 10 metri. Le dune possono subire cambiamenti ma è necessario che per lunghe parti dell’anno vengano lasciate a se stesse, in modo che possano rimodellarsi e unificarsi, permettendo a fauna e flora di ripopolarle.

Al Bagno Hoasy il principale sbancamento è costituito dalla strada asfaltata che dal viale del Tirreno arriva all’interno dello stabilimento: pur essendo autorizzata, non può essere utilizzata né per il transito e tantomeno per il parcheggio di auto, se non per i fornitori e i soccorsi. Le macchine sono invece parcheggiate ovunque, alcune arrivano a pochi metri dalla sabbia e un pulmino del bagno fa la spoletta dalla strada all’ingresso per i bagnanti che non hanno voglia di percorrere qualche centinaio di metri.

Alla destra del vialetto, il “bagno degli americani”, autorizzato anni fa con un ampio parcheggio asfaltato che ha cancellato del tutto un pezzo di verde. Poco più avanti, all’altezza di una curva che delimitava l’area dell’Oasi sono state divelte le staccionate messe a protezione: la sabbia ha coperto anche i buchi e lo slargo è diventato parcheggio per una decina di auto. Superate le dune si intravede l’ingresso alla spiaggia, il campino da beach volley su cui le associazioni sollevano dubbi di legittimità, e la netta percezione di un ambiente che si interrompe per dare spazio alle strutture ricettive. Una rapida discesa infatti costeggia il retro degli stabilimenti, alcuni delimitati da recinzioni consone, altre meno. Le recinzioni infatti devono essere larghe e poco protettive per permettere il ripascimento della duna e non ostacolarlo.

Numerosi elementi rendono problematica la convivenza fra area protetta e attività balneare: al bagno Hoasy ad esempio i gestori sono titolari di un permesso d’uso del vialetto, che però non gli permette né di gestire parcheggi a pagamento né, più in generale, di utilizzare l’accesso alla spiaggia come se fosse una strada qualunque. Ma non tutti i gestori si comportano nello stesso modo: sulla sinistra, al bagno Maestrale, il vialetto di accesso è di cemento e pietra in blocchi, ma è pedonale, non si scalda come l’asfalto e non consente il passaggio in auto – anche se più avanti ci sono macchine parcheggiate nel tratto finale, quello sulla destra che conduce al bagno Cosmopolitan. Le staccionate comunque sono basse e l’ingresso alla stradina dell’Oasi è ben segnalato.

Molti errori sono comuni e frequenti tra i gestori: si va dalle recinzioni troppo ampie o troppo alte, dalla piantumazione di vegetazione non adatta se non infestante, all’abbandono di rifiuti, alla cura insufficiente anche per le manutenzioni ordinarie. All’interno dell’Oasi stessa ad esempio ci sono i ceppi dei pini tagliati malati di matsucoccus, ma la Provincia ancora non li ha prelevati e sono buttati da una parte. E poi c’è la recinzione a ingresso dell’area: a cadenza regolare i volontari del WWF la sistemano e qualcuno, altrettanto sistematicamente, la toglie. E quando si arriva infine ai pochi metri di spiaggia libera, oltrepassate le dune, la musica assordante completa il quadro.

La consigliera Ghezzani annuncia che verrà inviata una lettera nei prossimi giorni, indirizzata al Comune di Pisa, al Parco e a Pisamo per chiedere accertamenti ed eventuali provvedimenti sul rispetto delle regole da parte dei gestori. Nei confronti del bagno Hoasy, che secondo le associazioni è quello che maggiormente e sistematicamente prova “ad allargarsi”, verrà chiesta particolare attenzione visto che a fine anno scadrà la concessione demaniale. La richiesta è diretta al Comune, a cui le associazioni e Ghezzani chiedono di verificare se vi siano gli estremi per non rinnovare la concessione.

Cinzia Colosimo

video di Daniele Lucchini

Foto di Simonetta Ghezzani – Facebook

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Pubblicato il: 28 luglio 2014

Argomenti: Ambiente, Lungomare, Pisa, Politica

Visto da: 1628 persone

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