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Lenticchie Antò, fa freddo…

lenticchie

Hai fatto il cambio di stagione? Hai tirato fuori i piumini e le galosce?
E gli sci? E le provviste di legna per il camino?
Tutto è pronto a Lucca per la nuova stagione dei Comics, ci si va?
Sì ma prevedono lunghe code in autostrada per il ponte tra Ognissanti e il giorno dei morti.
Scalda il cappuccino che intanto inforno le lasagne e via, con tre calzerotti di lana.

Ah no no aspetta! Vedi che esce il sole!
Che caldo eh, se non ti metti all’ombra ti sciogli.
Sì ma così è troppo, non si respira. Mi passi le ciabatte?
Aspetta che mi levo ‘sta tuta e mi rimetto i calzoncini.
Taglia du’ pomodori e una mozzarella che famo ‘na caprese, non ce la faccio a butta’ giù una lasagna.
Ritrova un attimo il ventilatore che se non m’arriva un po’ d’aria svengo, già c’ho la pressione bassa…

Oddio aspetta che si sta annuvolando.
Ahhhh, che bel freschino adesso!
OcchiochesbattelaportBOOOOOM!
Aiutami a rimette’ dentro i gerani che il vento me li decapita tutti.
Sì ma infilati un k-way che piove.
Anzi piglia l’ombrello che diluvia, ti fracichi anche a sta’ fermo ad aspetta’ il tram.
Chiudi le finestre che entra l’acqua in casa!

Che è tutto ‘sto buio?
Sono le finestre chiuse. Riapro che sento un caldo…
Oh finalmente si vede un angolo di cielo azzurro.
Vieni qui al sole che ci si scalda un po’.
Via ma si sta aprendo, andiamo al mare no?
Togli l’ombrellone dal cellofan e si parte.

Chiudi l’ombrellone che il vento te lo porta via.
Sì ma poi mi va la sabbia nell’occhi!
Oh, leviamoci di qui che è impossibile, la sabbia è gelata.
Si va al baretto lì a piglia’ un caffè?
Vado un attimo in macchina e mi prendo un golfino che tutta ‘st’arietta di mare mi infreddolisce.
A me portami una sciarpa.
Boia come grandina, pigliamo la macchina e andiamo a casa, vai.
C’ho i capelli tutti inzaccherati!
Lavali e mettiti sul terrazzo a farli asciuga’ che tanto col sole ci metti dieci minuti.
Sì ma te intanto cambia il letto che col piumone c’ho caldo.
E che ci metto?
Nulla, lasciaci solo le lenzuola che bastano e avanzano. Anzi, se stanotte sento caldo ‘un te la piglia’ ma vado sul divano in soggiorno che c’è più fresco.

FAMMI ENTRA’, FAMMI ENTRA’ che per asciugammi i capelli all’aria m’è preso il torcicollo!
E ci credo, guarda lì, in un colpo il vento t’ha tirato giù i panni e rotto tre vasi.
Ah già, fammeli ritira’ i panni che sennò si inzuppano di pioggia.
Nel frattempo metto su il minestrone.

Ah, mi diceva Tizia se si va a fa’ un aperitivo o una birretta con loro.

Ma ‘un li possiamo invita’ qui a bere un teino?

Madonna come sei vecchio. Un teino? Sono novanta gradi fuori! Si sta bene pure se è sera.

Ma sei stordita? Lo vedi che ti sei appena andata a mette’ i calzettoni di spugna?

Il solito nonnetto esagerato, discori discori e poi guardati, pure tu stai in canottiera.

Allora sai che c’è? Io vado a letto a guarda’ la televisione che qui mi congelo.

Vai vai, che mi frega, io dormo sul divano. Tanto a parla’ con te sudo di più che a fa’due chilometri in salita.

Luglio, pur con tutto il bene che ti voglio, datti una regolata.
La stabilità di molte coppie dipende dalla tua.
Cordialmente, in infradito e zuccotto di lana,

Alessia R.Terrusi

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Pubblicato il: 26 luglio 2014

Argomenti: Cultura, Lenticchie, Quaderni

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