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Residenza anagrafica e diritto all’abitare

residenza

Un’iniziativa per parlare di residenza anagrafica e diritto all’abitare è quella che domani, martedì 15 luglio,  organizzano Una città in comune e Rifondazione Comunista. L’appuntamento è in Sala Regia di Palazzo Gambacorti alle 17.30 con il dottor Costantino Giordano, Avvocato di strada, Claudio Lazzeri, segretario Unione Inquilini Pisa e Sergio Bontempelli, Presidente Africa Insieme, il tema “Dove cominciano i diritti? Dalla residenza anagrafica al diritto all’abitare”.

“La situazione economica – scrivono gli organizzatori – e le politiche portate avanti dagli ultimi governi nel segno della cosiddetta austerità hanno prodotto in Italia un aumento della povertà senza precedenti.

A livello locale le istituzioni non rispondono adeguatamente, ad esempio garantendo alcuni diritti di base, come il riconoscimento della residenza a chi vive sul territorio comunale, che permette di accedere ai servizi sociali e sanitari e al lavoro (senza residenza non si rilascia la carta di identità, necessaria per stipulare un contratto di lavoro e avere il medico di base…)”.

Anche a Pisa, proseguono “l’ufficio anagrafe del Comune ha modalità di iscrizione all’anagrafe non consone alla legge e spesso caratterizzate da una certa discrezionalità. Se prima esisteva un disciplinare sulle residenze di soccorso, che concedeva 15 residenze nelle sedi di alcune associazioni e cooperative impegnate sulle tematiche dell’inclusione sociale, ad oggi non esiste una modalità pubblica di iscrizione. Anche la possibilità, legalmente stabilita, di dare la residenza in sede comunale, viene concessa con una modalità non universalistica e arbitraria: il richiedente deve essere riconosciuto sul territorio dai servizi sociali e per accedere alle prestazioni di tali servizi deve firmare un Piano Educativo Individuale, che vincola la persona a soddisfare una serie di azioni condivise con l’assistente sociale di riferimento.

“Nuove leggi poi rendono particolarmente difficile per chi si trova in difficoltà l’uscita dall’emergenza: è il caso del Piano casa, che all’articolo 5 stabilisce che ‘chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi in relazione all’immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge'”.

Opposta la direzione in cui stanno lavorando Una Città in Comune e Rifondazione Comunista stanno lavorando in una direzione opposta, per “non limitare i diritti e punire chi si trova in difficoltà, ma reagire alla crisi a partire dal piano locale”.

Due le mozioni presentate in questo senso in Consiglio Comunale: la prima, per chiedere la garanzia del diritto alla residenza anagrafica alle persone “temporaneamente in difficoltà” quali i richiedenti asilo, le vittime di tratta, le vittime di violenza. “A sostegno di questa mozione – spiegano – abbiamo anche lanciato un appello al Consiglio Comunale di Pisa e al Sindaco affinché i richiedenti vengano iscritti all’anagrafe senza incontrare ostacoli. Tale appello è stato firmato da diverse persone che operano nel sociale, da avvocati e cittadini”.

Chiede invece la disobbedienza all’articolo 5 del Piano casa la seconda mozione.

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Pubblicato il: 14 luglio 2014

Argomenti: Eventi, Pisa, Politica, Sociale

Visto da: 825 persone

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