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Edilizia, comparto sempre più in crisi. CNA: “Dagli appalti pubblici strategie miopi”

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Preoccupanti e senza margini di grandi speranze i dati 2013 del comparto edilizia della provincia di Pisa, certificati di recente dalla Camera di Commercio: calo del fatturato del 7,8% che diventa del 9,3% per le ditte artigiane, calo ulteriore dell’occupazione del 5,5%, ma che diventa del 7,5% se si guardano le ore lavorare (dati Cassedile) con una ulteriore riduzione dell’1,6% anche del numero delle ditte attive.

Lo afferma la Cna di Pisa in una nota, spiegando come si sia arrivati a questo punto: dopo anni di crisi del settore e con l’ulteriore stagnazione che contraddistingue anche questi mesi estivi, che solitamente erano quelli più favorevoli per il comparto edile, si prospetta che dopo le ferie possano arrivare licenziamenti, esuberi e ristrutturazioni di personale. Con la fine della cassa integrazione poi le conseguenze sociali saranno ancora più pesanti.

“La CNA il 3 aprile ha lanciato un segnale di allarme con la grande manifestazione dei caschi gialli “portiamo i mezzi in piazza”“, ricorda il presidente provinciale CNA Pisa Andrea Zavanella. “Mille persone, con 300mezzi in un corteo lungo 2,5 KM, con slogan e striscioni, con i caschi gialli ed i fischietti, hanno chiesto lavoro vero e non lavoro nero. Hanno chiesto di poter competere alla pari avendo finalmente una pubblica amministrazione che funzioni, capace di decidere, che metta in condizione le imprese di lavorare e non di arretrare sempre di più”.

“Con il mercato privato in frenata (nonostante gli incentivi fiscali) – afferma ancora Zavanella – per molte imprese una speranza di tenuta era data dagli appalti pubblici. Ma anche in questo settore oltre ai ritardi nei pagamenti si continuano a vedere strategie miopi: gare al massimo ribasso vinte spesso da imprese che vengono da fuori Regione, talvolta anche sui lavori affidati in somma urgenza ed infine inviti a pioggia anche per gare di piccoli importi. È noto ai nostri imprenditori come la nostra provincia veda attive ditte di tutta Italia mentre in territori anche vicini (Lucca e Livorno, per esempio) sia praticamente impossibile per le nostre imprese anche semplicemente essere invitate. Non è nostro compito giudicare chi operi più correttamente ma il risultato è che il nostro tessuto produttivo è ormai allo stremo e le ditte locali sfinite oggi presentano il conto”.

“Non sarà più un problema nostro”, dicono Barbara Vannini, Presidente CNA Unione Costruzioni Pisa e Marco Ammannati Presidente CNA Unione Impianti Pisa. “Il prossimo passo sono i licenziamenti e ci dispiace perché i nostri dipendenti sono le nostre imprese. Dopo aver sostenuto 6 anni di crisi di fronte alla mancanza di possibilità future di lavoro, congiuntamente alla stretta creditizia, ci troviamo, nostro malgrado a dover valutare anche scelte imprenditoriali sofferte come quella della riduzione del personale. Una scelta faticosa, non indolore e non abituale poiché come più volte evidenziato le maestranze sono state formate attraverso anni di attività e sono il cuore pulsante delle nostre imprese. È chiaro a tutti infatti che senza dipendenti la ripresa non potrà essere agganciata nemmeno volendo… e nel frattempo le banche non concedono più mutui a chi vuole comprarsi casa, e il mercato privato resta fermo”.

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Pubblicato il: 11 luglio 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa, Politica

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