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Il Comune di Pisa alla fiera immobiliare milanese, per vendere i “pezzi buoni”

fossabanda

Cittadella Galileiana, Sesta Porta, Fossabanda e terreni edificabili: il Comune di Pisa a Milano prova a vendere

Comincia oggi Expo Italia Real Estate, la fiera immobiliare che si tiene a Milano da martedì 24 giugno a giovedì 26. Un appuntamento per Destinazione #EIRE, il luogo di lavoro degli operatori di tutto il sistema immobiliare, tra cui ormai anche gli enti pubblici, pronti a mettere in vetrina il proprio patrimonio immobiliare destinato alla vendita.

Una fiera che è partita con l’auspicio della “rigenerazione urbana”, come ha detto il presidente della società promotrice dell’evento Antonio Intiglietta: “Per rilanciare l’edilizia dobbiamo trasformare le nostre aree dismesse”, e che infatti presenta un ricchissimo calendario dedicato alla riqualificazione immobiliare.

Anche la nostra città parteciperà alla vetrina milanese con un ricco patrimonio, che si cerca da tempo e con urgenza di vendere secondo la logica della dismissione massiccia. Patrimonio composto da Cittadella Galileiana, Sesta Porta, ex convento di Santa Croce in Fossabanda e alcuni terreni comunali edificabili a Porta a Lucca, Pisanova e I Passi.

Porterà le proprie offerte nell’ambito degli spazi curati dalla rete “Invest in Tuscany”, la rete di enti pubblici coordinata dalla Regione Toscana che, in collaborazione con l’agenzia di promozione economica della Toscana, si pone come interlocutore di riferimento per le aziende e le multinazionali interessate ad investire in Toscana.

Anche se il Comune di Pisa punta ed ha puntato molto sulle alienazioni per far cassa e per finanziare opere pubbliche, è un dato innegabile che le vendite non hanno sortito gli effetti sperati, specie negli ultimi anni in cui il settore immobiliare ha subito una fortissima crisi: nel 2013 ad esempio la previsione iniziale di entrata per alienazioni patrimoniali era di 17,8 milioni di euro, ma a fine esercizio sono stati venduti immobili per soli 591mila euro.

E anche rispetto al patrimonio immobiliare che il Comune porterà a Milano non mancano elementi di riflessione: per la Cittadella Galileiana è la prima volta che si parla esplicitamente di vendita, e quindi di abbandono del progetto. La Cittadella dovrebbe diventare, oltre all’area museale dedicata alla scienza, un polo tecnologico con incubatori di impresa, nonostante vi sia un’analoga struttura a Navacchio, a meno di 15 km, attiva e in crescita. Un progetto quindi già incerto sulla carta a cui si aggiunge la difficoltà di portare a termine i lavori che dovrebbero essere finanziati anche con soldi regionali. In quale misura ancora non è dato sapere: “Non essendoci un progetto definitivo – diceva a febbraio l’ex assessore Targetti – l’importo del contributo regionale, la fonte di finanziamento e le modalità di accesso non sono ancora definiti”. Come si colloca sul mercato immobiliare un progetto simile?

Punti di domanda anche per la Sesta Porta: quasi terminata, è ormai noto come manchino all’appello i 9 milioni di euro dell’INVG, che si è defilata dal contratto per la nuova sede aprendo un contenzioso con il Comune. In che modo si tenterà di vendere, oltre a quelli commerciali, gli spazi creati appositamente per diventare laboratori di vulcanologia e geologia?

E ancora: Santa Croce in Fossabanda. Sull’ex convento chiuso ormai da due anni si è detto e scritto molto, compreso l’interessamento che hanno mostrato istituzioni, in particolare l’Ardsu. Interessamento che doveva tradursi in una trattativa con il Comune per un utilizzo temporaneo dell’immobile, ma oggi, a pochi mesi da quelle dichiarazioni, il Comune decide comunque di metterlo in vetrina. Santa Croce in Fossabanda è un immobile di grande valore – si parla di 6,4 milioni di euro – e più volte è stato chiesto di farvi residenze per studenti e utilizzarne la mensa. Ma è anche il più appetibile fra gli immobili in vendita, una struttura ricettiva di pregio e pressoché pronta all’uso.

Quanto ai terreni edificabili, infine, si tratta di porzioni in via di Gello a Porta a Lucca, via Belli a I Passi e via Frascani a Pisanova. Che in quei quartieri ci sia bisogno di nuove edificazioni però, è davvero tutto da dimostrare. E poi stride con il concept della fiera, “riqualificare l’esistente”.

 

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3 risposte a: Il Comune di Pisa alla fiera immobiliare milanese, per vendere i “pezzi buoni”

  1. avatar Ilcanedigesso scrive:

    Invece di cementificare ancora la città, guardate un po’ se riuscite a vendere la mattonaia.

  2. avatar tom scrive:

    Ci vorrà molto tempo perché la cittadinanza capisca che per motivi di cultura politica, appartenenza di partito e questioni economiche quest’amministrazione ha le mani legate e non può fare altrimenti. Il PD ha investito tutto il suo capitale politico in un progetto (l’unione monetaria) creato anche per contingentare i bilanci e costringere le amministrazioni italiane a svendere i propri beni. E se svendono quelle virtuose e attente alla collettività, figuriamoci questa.

  3. avatar Cosimo Scarpitta scrive:

    sicuri che il Comune voglia vendere la Cittadella Galileiana come scrivete? sul sito che citate “invest in Tuscany” c’è la scheda della Cittadella e NON si parla di vendita ma di ricerca del management dell’area …

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