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AnnuncioMondiali Il circolino

Bar-Sport

Avete mai provato a guardare una partita dell’Italia in uno dei circolini di paese? Quelli che d’inverno sfornano circa dieci pizze salate in tutto e d’estate usano il ricavato per riparare il ventilatore? Dai, quelli lì, in cui di giorno si beve il famigerato Grappino Nostraproduzione – ottanta gradi di glicerina aromatizzata a rosmarino e pine verdi – e di notte diventano bische spietate di teresine e briscole?
Per intendersi, i circoli dei vecchi, ecco, eh, e che ci voleva?
Qui ogni partita è uno show. Roba che vale più la pena dare le spalle al maxischermo e guardare gli spettatori che la partita. Anche perché il maxischermo è un Mivar del ’68 in bianco e nero che ogni tanto salta e riprende il canale solo dopo poderosi ceffoni ai lati, dietro, sullo schermo e al barista che non si decide a cambiarlo. Però il ventilatore funziona anche quest’anno, dai.

Se l’Italia vince, i non-più-di-primo-pelo tifosi tirano fuori i vecchi album Panini e si affrettano a creare fantomatiche parentele tra Marchisio e Pelè, Balotelli e Maradona, che sono anche, guarda caso, amici dei pronipoti dei loro nipoti, ma dai, quelli che ora vivono a Las Vegas e ogni domenica pranzano col Presidente? Sì. Quelli che facevano le magistrali con la Montessori? Quelli.

Se però l’Italia perde, è un dramma. Un bellissimo, coloratissimo dramma.
Partiamo dal presupposto che i vecchi, soprattutto i vecchi paesani, parlano bestemmiando. Anzi no, bestemmiano e ogni tanto ci infilano una parola perché sennò pare brutto. E questo già nell’ordinaria quotidianità, ma non appena annusano la mala parata calcistica, comincia il valzer dell’improperio divino.
Ora, noi non possiamo, per ovvi motivi, riportare fedelmente il dibattito-tipo che si accende in una di queste tragiche occasioni, pertanto sostituiamo ogni possibile lasciapassare per l’inferno con una parola innocua, una qualsiasi, tipo…mmm…Fragola. Ecco, fragola è perfetto.

Fischio d’inizio di una partita. Una a caso. Così, senza starci troppo a pensare, Italia – Costa Rica.

I primi scambi, tanto in campo quanto al circolino, sono una presa di confidenza, quasi un ulteriore riscaldamento.
– Via giù, vediamo di vince’ anco vesta e di mandalli a casa lorovì.
– Eh ma ‘un ti crede’ nini, questivì ènno abituati a gioa’ col caldo e l’umido.
– Sì vabè ma anco te che credi, Marino, l’avrà allenati lullà, eh. ‘un è che vell’altri ci abitano in Brasile, oh, e sennò ar mondiale ci potevo anda’ anche io a quest’òra.

La partita entra nel vivo. L’Italia è ferma, il pallone non gira.
– Oh, ma si po’ sape’ che Fragola fanno, porcaccia Fragola?!
– Maddavero, cane di Fragola, OH PASSELA QUELLA PALLA, SCEMOOOOO!!!
– Ehi, sie, ma lo vedi son già stanchi? Ma che Fragola l’ha convocati a fa’ quell’altro Fragola di Prandelli? Badalo, BADALO, ‘un piglia una palla, MACCHEFFRAGOLA FAIIII?!
– Oh ci stai zitto Eugenio, Fragola boia, ‘un si capisce una Fragola con te che rompi le Fragole e urli come una Fragola, Fragola maiala di tu’ma’!
– MACCOSASTAIZZITTO, MACCIVEDI?! Lo vedi che son fermi, sono dei monchi!
– Bada vell’altro Fragola di Tiellini (sic) se ripiglia quel Fragola di quello lì.

I motori si scaldano. Il sangue romba nelle vene e nei peace-maker. È l’ora. Fanno gol gli altri.
– MAPPORCADIUNAFRAGOLAMALEDETTAFRAGOLALEIETUTTELEFRAGOLECOMELEICHEMALEDETTICRETIN…
– FRAGOLADIUNCANEFIGLIODIFRAGOLAERAOVVIOSELOMERITANOFRAGOLAFRAGOLAFRAGOLA!
– Ma poi ti pare che metti uno dassolo davanti al portiere, ma devi essere veramente Fragola per farlo, accidenti alla Fragola di tu’ma’ e a quel giorno in cui invece di Fragola’ poteva esse’ a giro.
– EH ALLORA SÈTE TUTTI ALLENATORI QUI NO, FRAGOLA SERPENTE DI UNA FRAGOLA CANE! SAPETE TUTTO VOI, NO? GIOATICI VOI CON NOVANTA GRAD…
– OH FRAGOLA CHE ‘UN SEI ARTRO MA IO SON VECCHIO LOROVì HAN VENT’ANNI E FANNO FRAGOLARE IL FRAGOLO! FRAGOLA! PIGLIN MILIARDI DI SOLDI E ‘UN SANNO NEANCHE CORE’ DU’ORE, MA ALLORA ANDASSERO A ZAPPA’ COME S’È FATTO NOI PER ANNI, FRAGOLA MAIALE, POI VOGLIO VEDE CHE NI PIGLIA A ‘STI FRAGOLETTI DEL FRAGOLA!

Peggio che mai: il risultato non si sblocca. L’Italia è fisicamente nulla, la partita diventa noiosa, i cambi si susseguono con la stessa logica del bimbo che tira sassi nello stagno. Cassano ha gli spigoli e la palla ci rimbalza sopra, Insigne neanche suda e Buffon tende a restare sempre sul lato destro della porta perché lì c’è ombra.
– Che Fragola di figura di Fragola che ci si sta facendo, Fragola di una bestia. Contro quei Fragoli dei costarichi (sic), poi. Che ‘un sanno neanche che è il calcio, porca Fragola.
– Che ni caschi il Fragolo se ‘un sanno fa’ a regge ir caldo, Fragolaccia ‘nfame.

E’ la fine. Triplo fischio, partita chiusa. Ora l’Italia rischia di incontrare la Spagna. All’aeroporto, però. C’è amarezza, tra i tifosi. Amarezza mista a incredulità. E una frase, una massima filosofica detta da tal Natale, racchiude tutti i novanta minuti di sofferenza davanti al Mivarino ’68.

– Ir bello è che ti fanno anco paga’ ‘r canone, per vedelli suda’. Poi dice uno vota Grillo.

Buttarla in politica è da sempre un’arte per pochi. Ci togliamo il cappello e usciamo riverenti.

Alessia R. Terrusi

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Pubblicato il: 22 giugno 2014

Argomenti: AnnuncioMondiali, Quaderni

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