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Libera riapre l’edicola sequestrata con Don Ciotti. Centinaia in piazza

edicola

Riapre e rinasce l’edicola in Borgo Stretto confiscata dal Tribunale di Reggio Calabria nel 2013, nell’ambito delle indagini della Direzione Investigativa Antimafia di Messina su un sodalizio mafioso attivo in Sicilia negli anni ’90.

donciottiL’edicola è stata ribattezzata “I Saperi della Legalità”, e di legalità, ma soprattutto di responsabilità ha parlato Don Ciotti, fondatore di Libera, nella sua lectio magistris che ha anticipato l’inaugurazione dell’edicola di Borgo, tenuta nell’ambito del master Analisi prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, che da ormai cinque anni rappresenta la prima esperienza accademica in questa direzione.

“Giustizia e dignità – ha detto Don Ciotti – sono i due pilastri della democrazia. La sua spina dorsale, la responsabilità”.

Se negli anni osserva Don Ciotti, la parola legalità è stata progressivamente svuotata del suo significato grazie a leggi ad personam finalizzate a proteggere gli interessi di pochi, quello che è necessario fare oggi è educare alla responsabilità: l’antimafia è prima di tutto un fatto di coscienza, non una carta di identità da esibire.

Responsabilità dice è conoscenza, e conoscenza è responsabilità. Per questo il più grande investimento per il futuro che si può fare è quello sull’educazione.

La prima riforma necessaria, dice Don Ciotti, “è quella di sé stessi. Senza un rinnovamento profondo della coscienza ogni rinnovamento sarà solo apparente”. La ricerca della verità, continua “è un problema di coscienza. Paolo Borsellino, ai giornalisti che durante il maxi processo dicevano che ‘la testa della piovra era stata tagliata’, rispondeva ‘perniciose illusioni'”.

L’altro grande tema che affronta Don Ciotti è quello del lavoro. Perché dice, ignoranza, povertà, disagio lavorativo sono terreni fertili per la mafia. Ecco dunque che la lotta alla corruzione, che sottrae risorse, è una delle priorità. Perché corruzione e criminalità organizzata vanno a braccetto, “sono la stessa faccia della stessa medaglia”.

Necessario quindi “fare quello che l’Europa ci chiede dal 1999: una legge seria a contrasto della corruzione. Una legge che reintroduca reati come il falso in bilancio”. E se democrazia e libertà passano da rispetto della dignità umana, l’altra parola chiave è “verità”. “Una verità a cui i cittadini hanno diritto. Dobbiamo sapere se una trattativa fra Stato e Mafia c’è stata”.

La lotta alla mafia, dice Don Ciotti, ha fatto grandi passi avanti e grandi passi indietro. Uno dei passi avanti è la legge che prevede l’uso sociale dei beni confiscati alla mafia”. Da oggi l’edicola di Borgo Stretto è “un bene condiviso e questo è un segno di grande importanza sulla piazza”.

 

Foto di copertina di Università di Pisa

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Pubblicato il: 6 giugno 2014

Argomenti: Cultura, Economia-Lavoro, Pisa, Sociale

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