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Da Pisa e Prato il dissenso interno del PD contro la privatizzazione del Galilei

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C’è dissenso nel PD provinciale, sulla posizione espressa dal partito a livello regionale sul futuro del sistema aeroportuale toscano. A poche ore dal voto della direzione regionale il segretario Francesco Nocchi afferma: “Non accolte LE nostre indicazioni per proseguire sulla positiva esperienza della gestione a maggioranza pubblica e definire un accordo tra tutti i soggetti pubblici ed il Governo, che metta nero su bianco le garanzie che chiediamo”.

“Abbiamo cercato di migliorare un documento che aveva il merito di specificare alcune questioni ma ne lasciava altre assolutamente inevase”, aggiunge. “Abbiamo lamentato il ritardo della discussione, fatta purtroppo con molti atti già compiuti”. Il documento, dice Nocchi, “sorvolava il tema della privatizzazione di Sat con la vendita delle azioni della Regione, fatta adesso e in questo modo: cioè senza accordo con gli altri soci pubblici dal Patto di sindacato di Sat e senza una discussione in Consiglio regionale. Abbiamo anche sottolineato come in vigenza del Master Plan di Adf, del documento su cui è stata lanciata l’Opa, e delle dichiarazioni di Naldi e Nencini: dire, come si fa nel documento, che l’approvazione del Pit con la pista di Firenze a 2mila metri monodirezionale e senza pista di rullaggio, bastava a rassicurare chi come noi ritiene che questa operazione porti ad una cannibalizzazione dell’aeroporto di Pisa, non è a nostro avviso vero”.

“Abbiamo proposto – dice ancora – su questa base, di confermare atti di programmazione regionale e patti vigenti e di soprassedere alla vendita delle azioni. Anche perché privatizzando ci priviamo della possibilità di controllare che tutti gli atti della società siano coerenti con quanto si dice. Abbiamo chiesto di approvare il Pit nella forma detta anche nel documento e poi di definire un accordo tra tutti i soggetti pubblici ed il Governo, che metta nero su bianco le garanzie che chiediamo e che formalmente tutti dicono esserci. Queste indicazioni non sono state accolte”.

Intanto verrà presentata in consiglio regionale alla prima seduta utile, una mozione a firma dei consiglieri regionali Paolo Tognocchi (PD), Monica Sgherri (Rifondazione), Mauro Romanelli (SEL) e Maria Luisa Chincarini (Centro Democratico), con la quale chiedono alla Giunta di “interrompere questa sua corsa, recedendo dall’intenzione di vendere la quota azionaria della Sat: la Toscana non merita di certo un inutile e quanto mai dannoso confronto istituzionale nelle aule giudiziarie”.

Nella mozione si chiede al Presidente Rossi di rispettare gli atti della programmazione regionale, riprendendo il dialogo sulla costituzione di una holding quale strumento per procedere all’integrazione aeroportuale e alla costituzione di un polo aeroportuale regionale.

“Una marcia indietro dovuta – afferma Paolo Tognocchi primo firmatario della mozione – per mantenere gli impegni presi con l’adesione al patto di sindacato Sat che scade il 25 luglio 2016. Perché – domanda Tognocchi – la Regione vuole rompere gli accordi presi con gli altri soci pubblici? Perché rischiare una lunga vertenza giudiziaria? Perché buttare a mare il progetto di holding e il relativo studio di KPMG costato 360.000 euro? E come intende la Giunta eludere la penale prevista per la rottura del patto di sindacato? Infine, perché non regolare il rapporto con Corporation America con un accordo di co-governance, così come proposto dagli altri soci del patto e inizialmente anche dalla stessa Corporation America?”

“A queste domande – conclude Tognocchi – il Presidente Rossi deve rispondere in Consiglio regionale, organo al quale oltretutto spetterebbe la decisione in merito alla vendita delle quote Sat, in quanto definita dal Piano Regionale Integrato Infrastrutture e Mobilità (PRIIM) questione “strategica” della programmazione regionale; come spetta all’aula un’eventuale cambiamento degli atti di programmazione a partire dal PRIIM”.

Fontanelli contro gli “strateghi regionali”

Anche l’ex sindaco di Pisa Paolo Fontanelli interviene sul voto del PD criticando aspramente la direzione del partito. Ecco il post pubblicato sul suo blog

Il comitato regionale del PD ha votato a maggioranza un documento di appoggio alle decisioni della Giunta Regionale sulla vendita delle proprie azioni a Corporation America, sulla base di un documento che non chiarisce ma contiene tutte le ambiguità sul comportamento della Regione. Lascio perdere la valutazione politica principale, che a mio parere è quella che certifica una ammissione di incapacità di Governo da parte della stessa Regione. Infatti che cosa si dice quando, dopo alcuni anni di lavoro finalizzati alla costruzione di un sistema integrato fra i due aeroporti, anche sulla base dello studio di Kpmg, affidato dalla Regione e costato più di trecentomila euro, tutto d’un colpo si cambia e si afferma che l’unico obiettivo è quello di fare una società unica e che per realizzarlo ci vuole il privato scelto peraltro senza nessuna evidenza pubblica? Una privatizzazione tramite Opa e senza discussione politica in Consiglio non si era mai vista. Non si tratta dunque di una “fuga”, da parte della Regione, dal proprio ruolo di governo? Non è l’ammissione di un fallimento politico del ruolo pubblico quando si arriva a dire che per fare una cosa, anche dove gestiamo bene, dobbiamo lasciare il passo ai privati? Quando invece era possibile affrontare un confronto con i soci privati salvaguardando la maggioranza dei soci pubblici e affidando le responsabilità gestionali attraverso un Patto di co-governance al privato. È inutile negarlo, questa storia porta con sé molti interrogativi a cui non si vuole dare risposta.

Ma la cosa più preoccupante è il ragionamento fuorviante e ingannevole che alcuni esponenti del PD toscano, coadiuvati anche da qualche pisano, hanno fatto a sostegno del documento. Cercano di dire, in sostanza, che la Regione manterrà comunque un potere di controllo e di garanzia a difesa dell’equilibrio fra i due aeroporti. Ma ciò non è vero, è un’illusione, perché con l’acquisizione della maggioranza delle quote della SAT e con la fusione in una società unica con Firenze il privato avrà in mano il controllo totale della società. E se anche i soci pubblici dovessero mantenere il 20%, come dice lo Statuto, che però esiste fino a che esiste la SAT, non conterebbero nulla perché non hanno possibilità di incidere sulle operazioni straordinarie, come quelle sulla finalizzazione delle risorse e degli investimenti. L’unico spazio possibile per contare qualcosa starebbe nella tenuta dei quattro Enti pisani (comune, provincia, fondazione e camera di commercio) che con il 34% potrebbero contestare azioni straordinarie. Ma con ciò la Regione non c’entrerebbe proprio per niente.

Forse certi nostri “strateghi regionali” pensano, così dicono, di condizionare il privato anche con il PIT. Ma il tema della lunghezza della pista riguarda Enac e Governo nazionale e quindi, semmai, qualche parola andava spesa in quella direzione. Ma abbiamo capito: “Se da Roma arriveranno prescrizioni sulla sicurezza ne possiamo solo prendere atto”. Ma allora a che serve approvare un PIT se poi ci dobbiamo far dire che non vale niente? Comunque ad un operatore privato, che non ha alcun condizionamento interno alla propria società, basta anche una pista di 2000 metri per fa arrivare i voli internazionali a Peretola, come dimostra lo studio di Kpmg. A quel punto bisogna solo sperare, noi pisani, che il mercato e le compagnie aeree scelgano il Galilei perché si vede il mare.

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Pubblicato il: 3 giugno 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa, Politica

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