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“La Biblioteca torni in Sapienza”. Ma il mondo accademico è assente

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Due anni sono passati da quando le porte del Palazzo della Sapienza si sono chiuse e con essa anche quelle della Biblioteca Universitaria. Questa mattina, davanti a quelle porte, un presidio organizzato dagli Amici della BUP.

Poco meno di trenta persone che in questi anni si sono battute per far si che, all’indomani dell’ordinanza del Sindaco che decretava la chiusura del Palazzo, i libri non lasciassero in blocco la loro sede. Grandi assenti questa mattina la gran parte del mondo universitario, docenti, ricercatori e studenti, e la città.

Presenti i lavoratori della Biblioteca Universitaria (che al di là del nome fa capo a Mibact), che chiedono con forza al Ministro dei beni culturali Franceschini il mantenimento e il finanziamento degli impegni assunti dai suoi predecessori per il progetto di rilancio e di riapertura della biblioteca.

 

 

Intanto la commissione che si è insediata sotto Massimo Bray Ministro dei Beni Culturali, ha concluso il suo lavoro, le diverse osservazioni sono state consegnate per elaborare i diversi suggerimenti e contributi per il rilancio: un riassetto e un rinnovo dell’arredo per renderla più accogliente, il rinnovo della dotazione dei computer ormai datati, e proposte per rendere più snella la fruizione dei volumi e dei servizi che, dice la stessa professoressa Chiara Frugoni, membro della commissione e presidente degli Amici della BUP, era costellata da lungaggini e farraginosità.

Ma fra i nodi maggiormente importanti da sciogliere per la rivitalizzazione della BUP c’è da un lato la completa digitalizzazione del catalogo – che oggi spiega Chiara Frugoni “è per metà ancora cartaceo”- e l’individuazione di nuovi spazi.

Circa 80 mila volumi saranno infatti a breve trasportati all’ex dipartimento di storia delle arti di San Matteo: il trasloco inizierà a breve ma la vera e propria apertura è prevista, se tutto fila liscio, per ottobre, dato che i lavori ai piani superiori devono ancora concludersi. Mentre spiega la professoressa Frugoni “la riapertura della Sapienza è prevista per la metà del 2015”.

Ma anche su questo versante i nodi da sciogliere non mancano: innanzitutto è necessario che il Ministero, al di là delle promesse verbali, impegni risorse da dedicare alla Biblioteca Universitaria (fino ad oggi lo stanziamento ha riguardato i lavori per San Matteo). Quello della commissione, spiega la prof.ssa Frugoni “è un provvedimento tampone: c’è necessità di individuare nuovi spazi, senza i quali la Biblioteca muore non potendo fare nuove acquisizioni e incamerare altri libri”.

A prendere parte al presidio Paolo Cristofolini, già professore di Storia della filosofia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. E il Prof. Michele Feo, che replica alla mozione del CdA dell’Università di Pisa in cui le ipotesi vengono definite “del tutto fantasiose”: “Mi fa piacere – dice – questa definizione di fronte a un potere che è sempre più tetro e privo di fantasia”.

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Pubblicato il: 29 maggio 2014

Argomenti: Cultura, Pisa

Visto da: 1451 persone

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2 risposte a: “La Biblioteca torni in Sapienza”. Ma il mondo accademico è assente

  1. avatar Cosimo Scarpitta scrive:

    forse invece che assente è semplicemente non d’accordo con le posizioni (e i modi) degli Amici, provate a sentire cosa ne pensa SinistraPer…

  2. avatar Mario scrive:

    Per quanto mi riguarda è esattamente così. Non concordo con le posizioni e con i modi degli Amici BUP.
    Vorrei vedere domani la Sapienza e la BUP riprendere le loro normali attività. Ma la BUP, che peraltro si è opposta ferocemente all’ipotesi di un’adesione all’Università, non può pretendere che l’Università si privi di spazi essenziali per le sue strutture in nome del bene comune. Penso che la BUP debba restare in Sapienza nello spazio che l’ha accolta per molti anni. Se questo spazio non è sufficiente, è necessario che si trovino spazi aggiuntivi fuori dalla Sapienza.

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