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Videoteque Rosetta

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Visto che li ho nominati e visto anche che i loro film trattano credo sempre di temi sociali, questa settimana per VideoteQue ho guardato un film di Jean-Pierre e Luc Dardenne, i due fratelli registi belgi osannati dalla critica, e abituali vincitori del Festival di Cannes (attualmente in corso). Ho scelto un film dei Dardenne anche per un terzo motivo: a me i loro film non piacciono, ma ho voluto provare a vederne un altro per magari cambiare idea.

Il film è Rosetta ed è del 1999; vinse la Palma d’Oro e la protagonista il premio per miglior interpretazione femminile (ex aequo). È la storia di una sedicenne, Rosetta, che cerca in tutti i modi di trovare lavoro, un lavoro vero, cioè non in nero, perché oltre ad averne bisogno da un punto di vista economico, sente anche che un lavoro, vero, può farla sentire una persona normale. Rosetta vive in un campeggio di roulotte e la madre, nullafacente, è alcolizzata.

Per chi non li conosce, le storie che i fratelli Dardenne raccontano sono tutte abbastanza tragiche, di persone che vivono ai margini della società e che faticano proprio a vivere. I loro film sono molto realistici, i protagonisti non sempre sono attori professionisti, i luoghi non sono belli. C’è molta telecamera a mano, e poca ricercatezza nelle inquadrature. C’è molto non detto, non raccontato, e lo spettatore deve un po’ mettere insieme i pezzi.

I fratelli Dardenne fanno volutamente cinema sociale; e prima di diventare registi affermati, hanno partecipato alle manifestazioni, alle occupazioni, in Belgio facendo le riprese proprio per aiutare i movimenti di protesta, per mettere in comunicazione le persone, per far vedere ad altri cosa stesse succedendo. Probabilmente alle manifestazioni ci vanno ancora, e probabilmente filmano ancora; non credo che esistano altri registi più lontani di loro dalla ribalta.

Rosetta è sicuramente un bel personaggio, anomalo, originale, difficile, certe volte incomprensibile, umano che più di così non si può. Non puoi non affezionartici, non puoi non volerle bene alla fine del film. Il film in Belgio diventò simbolo della disoccupazione, e il nome Rosetta veniva urlato nelle manifestazioni. Rosetta ispirò anche il nome di una legge “Plan Rosetta” che doveva servire ad aiutare i giovani senza lavoro.

Insomma, un film veramente importante sotto tanti aspetti. Non è proprio il mio genere di film, ma superando i miei gusti personali, devo ammettere che è uno di quei film che ti rimane addosso, e che se magari fai un po’ di fatica ad apprezzarlo mentre lo guardi, col passare delle ore e dei giorni rimane lì, con te, e diventa subito un piccolo classico.

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Pubblicato il: 18 maggio 2014

Argomenti: Cinema, Videoteque

Visto da: 758 persone

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