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Siamo quello che mangiamo Bimbi sani mangian bene

gente_del_circo_con_elefante_2007

Abbiamo visto la scorsa settimana come sovrappeso e obesità rappresentino nel nostro Paese un problema di salute pubblica con importanti costi sanitari e quanto le persone che si trovano in queste condizioni siano discriminate e abbiano difficoltà a svolgere compiti, come allacciarsi le scarpe, che vengono ritenuti banali.

Oltre alla “cura” delle persone sovrappeso o obese, è determinante la prevenzione, che inizia dalla nascita e coinvolge, a vari livelli, ognuno di noi, come genitore, sorella/fratello, insegnante, nonno e più in generale, che riguarda la società nel suo insieme, che attualmente considera il bambino come un meraviglioso consumatore a cui, per contro, si propongono modelli di prestazioni fisiche e bellezza irraggiungibili.

Se è vero che negli ultimi anno l’incidenza dell’obesità infantile è diminuita nel nostro Paese (anche se i bambini obesi sono uno su quattro), è altrettanto vero che le abitudini della nostra virtuosa alimentazione mediterranea stanno cambiando in peggio: si è ridotto il consumo di frutta e verdura fresche, mentre aumenta quello di snacks ad elevata densità di grassi e zuccheri semplici. Quindi la preoccupazione per la salute delle nuove generazioni aumenta.

Un bambino obeso ha una probabilità del 75% di diventare un adulto obeso.

Si definisce obeso un bambino il cui peso supera del 20% quello ideale, in sovrappeso se supera del 10-20%, oppure quando il suo BMI è maggiore del previsto. La crescita ponderale del bambino si calcola facendo riferimento alle tabelle dei percentili, grafici che riuniscono i valori percentuali di peso e altezza dei bambini, distinti per sesso ed età. La familiarità ha un ruolo importante: il 25% dei bambini sovrappeso o obesi ha un genitore con problemi di peso; la percentuale sale al 34% se entrambi i genitori sono sovrappeso o obesi.

Le preferenze alimentari e l’abitudine a un regolare esercizio fisico si consolidano nei primi anni di vita. Per questo è molto importante insegnare ai più piccoli ad alimentarsi correttamente e invitarli a praticare sport nella giusta quantità.

La Società Italiana di Pediatria ha indicato 10 regole per la prevenzione di sovrappeso e obesità infantile:

  1. Allattamento Allattare al seno almeno sei mesi, se possibile fino i dodici mesi. L’allattamento materno è la prima occasione per realizzare una corretta educazione alimentare.
  2. Svezzamento
    Introdurre alimenti e bevande complementari al latte materno, ad eccezione dell’acqua, dopo i sei mesi compiuti.
  3. Apporto proteico limitato
    Controllare l’introito di proteine per i primi due anni di vita. Evitare il formaggio grattugiato nelle pappe fino a 1 anno. Non superare i 20 g. di carne o formaggio e i 30 g. di prosciutto.
  4. Bevande caloriche
    Evitare da zero a sei anni tè istantaneo, tè deteinato, tisane, succhi di frutta, soft drink, acqua zuccherata.
  5. Biberon
    Sospendere entro i 12-24 mesi il suo utilizzo. Dopo i 12 mesi il rischio di sovrappeso aumenta del 3% per ogni mese di uso del biberon. Il biberon non favorisce una corretta regolazione del senso di sazietà. A rischio la salute dentale.
  6. Mezzi di trasporto
    A tre anni abbandonare l’uso del passeggino. Limitare l’abitudine di portare il bambino sul carrello della spesa. Privilegiare l’abitudine di andare a scuola a piedi.
  7. Controllo del peso
    A partire dai due anni controllare ad ogni visita dal pediatra il percentile del peso. Tenere d’occhio l’EAR, “early adiposity rebound”, indicatore del precoce aumento dell’adiposità e quindi di sovrappeso futuro.
  8. Sedentarietà
    Far muovere il bambino il più possibile sin dai primi mesi di vita. Evitare di tenerlo troppo seduto, non mettere il bambino davanti alla televisione prima dei due anni, dopo i due anni non superare le otto ore a settimana di TV/videogiochi, quando mangia o compie altre attività spegnere la televisione.
  9. Giochi
    Regolare e incentivare i giochi di movimento adatti alle varie età del bambino.
  10. Porzioni corrette
    Preparare il piatto con la “taglia” di alimento idonea all’età del bambino. La porzione giusta è riportata nell’Atlante Fotografico delle Porzioni Alimentari che indica tre porzioni crescenti: “small”, “medium”, “large”.

L’AIRC (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro) ci dà ulteriori utili consigli su errori da evitare e comportamenti da adottare

Gli errori più comuni

I bambini assumono troppe calorie rispetto al loro fabbisogno quotidiano

  1. La ripartizione delle calorie nei diversi pasti non è quella corretta
  2. Spuntini e merendine sono spesso molto calorici ma scarsi dal punto di vista nutrizionale
  3. Il consumo di proteine animali è eccessivo
  4. Il consumo di carboidrati ad alto indice glicemico come gli zuccheri semplici è eccessivo
  5. Viceversa, i bambini mangiano poca frutta e verdura, ricche di fibre e di vitamine
  6. Spesso manca sulla tavola il pesce, che è invece fondamentale
  7. I bambini mangiano troppo spesso fuori casa pasti preparati industrialmente (con troppi grassi, troppo sale e troppo zucchero)
  8. I piccoli mangiano spesso davanti alla TV e questo favorisce l’obesità perché riduce la capacità di controllare consapevolmente la quantità di cibo ingerito
  9. I bambini fanno troppo poca attività fisica: dopo la scuola, spesso fanno i compiti e guardano la TV, mentre avrebbero bisogno anche di muoversi e giocare

I comportamento virtuosi

Consumare tre pasti principali, con la giusta ripartizione calorica. Limitare a un massimo di due gli spuntini giornalieri

  1. Introdurre quando possibile il piatto unico ben equilibrato
  2. Consumare almeno una volta al giorno alimenti ricchi di amido come pasta, riso o pane, preferendo quelli integrali
  3. Ridurre il consumo di cibi e bevande zuccherate sia nei pasti sia fuori dai pasti
  4. Aumentare il consumo di frutta, verdura e legumi
  5. Limitare il consumo di carni grasse e insaccati, eliminando il grasso
  6. Consumare pesce almeno due volte la settimana
  7. Limitare il consumo di burro a favore dell’olio extravergine d’oliva a crudo. Eliminare lardo e strutto
  8. Evitare un consumo eccessivo di formaggi grassi
  9. Variare la scelta dei cibi evitando la ripetitività

E aggiunge indicazioni utili per attuare i comportamenti virtuosi….

Educare a stare a tavola

Insegnare ai propri figli a mangiare bene è parte dell’educazione che fornite loro. E poiché l’educazione parte dall’esempio, dovete fare innanzitutto un bilancio delle vostre abitudini alimentari per modificarle se non sono salubri: ne guadagnerà in salute l’intera famiglia.

Per cominciare, la frutta e la verdura sono la base di una sana alimentazione. Ogni giorno sia i bambini sia gli adulti dovrebbero consumarne cinque porzioni (tre di verdura e due di frutta), ma raggiungere questi standard con i più piccoli può diventare un’impresa impossibile. Esistono però alcuni “trucchi” per rendere i vegetali più appetibili e per educare i bambini a un corretto comportamento nei confronti dei cibi.

  • Non accettate mai un rifiuto netto
  • Tenete conto dei gusti dei piccoli
  • Non consentite ai bambini di alzarsi da tavola quando vogliono
  • Viceversa, controllate la quantità e la qualità dei bis
  • Servite porzioni piccole
  • Evitate di farli mangiare davanti alla TV accesa
  • Fateli partecipare alla preparazione dei piatti
  • Non preparate mai pasti differenziati per i diversi membri della famiglia
  • Non esistono tabù alimentari
  • Ricordate l’unica arma che avete per controllare l’alimentazione di un adolescente che si rende autonomo dalla famiglia
  • Introducete tutte le verdure, una per una, fin dalla più tenera età
  • La frutta e la verdura
  • Spiegate ai bambini da dove vengono i frutti e le verdure che consumano

Anche i più riottosi non resisteranno alla tentazione di assaggiare qualcosa che è stato coltivato da loro stessi

  • Giocate con le forme e i colori
  • Se possibile, privilegiate i piatti unici, che uniscono carboidrati, verdure e proteine
  • Dolci, budini e biscotti non sono dei “fine pasto”, tranne che in occasioni speciali

E purtroppo vero che quasi nessuno ha un giardino dove coltivare verdura e che la televisione è la baby-sitter a più basso costo che esista… Cercare però di mettere in pratica il maggior numero di queste indicazioni, magari discutendole con i bambini più grandi e spiegando loro che serviranno a farli diventare ragazzi più sani, è un obiettivo da perseguire.

Come per gli adulti, ogni bambino è uguale e diverso da tutti gli altri, per cui, a maggior ragione, con loro niente “fai da te”: nel caso il bambino presenti problemi di peso o di alimentazione in generale, è bene consigliarsi con il pediatra e il dietista, che sapranno indicare i tipi di intervento più opportuni.

Nell’immagine: Gente del circo con elefante, Fernando Botero (2007)

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Pubblicato il: 11 maggio 2014

Argomenti: Alimentazione, Quaderni, Siamo quello che mangiamo

Visto da: 907 persone

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