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CNR, i precari raccolgono le firme per il diritto al pasto

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Differenze di quotidianità tra un ricercatore strutturato e uno atipico: all’ora di pranzo ci si avvia verso la mensa, ma mentre il primo ha diritto ad un pasto completo, il secondo rischia di doverselo pagare di tasca propria, e se se lo porta da casa, rischia pure di non poterlo consumare insieme ai colleghi in un’area attrezzata.

Accade anche a Pisa, purtroppo, al Cnr che di fatto è uno dei luoghi di lavoro più frequentati di tutta la città, con una mole complessiva di lavoratori e lavoratrici che oscilla tra le 1.000 e le 1.500 persone, di cui circa il 40% assunto con contratti atipici. Ma accade anche nelle altre aree della ricerca, con un meccanismo che potrebbe accentuare le diseguaglianze ora che il Cnr nazionale ha deciso di centralizzare una serie di attività.

L’amministrazione di Roma si farà infatti carico di molte attività amministrative, dalla gestione dei bandi e degli appalti, compresi quelli delle mense, insieme all’acquisto e alla distribuzione dei ticket restaurant. Il regolamento interno del Cnr prevede che le aree della ricerca che hanno una mensa interna si dotino soltanto di buoni pasto, senza distribuire ticket utilizzabili anche altrove.

Una scelta che però ha trovato l’opposizione di moltissimi ricercatori strutturati, solo a Pisa oltre 300, che lo scorso anno hanno sottoscritto una petizione per chiedere appunto il ticket. Fino a poco fa ogni istituto aveva la possibilità di acquistare autonomamente i propri buoni pasto; per esempio l’IIT di Pisa, che aveva la disponibilità economica per distribuire i ticket anche al personale atipico. Con il processo di centralizzazione questa facoltà viene meno, anche per gli istituti che potrebbero permetterselo, in una logica che esclude automaticamente tutto il personale non strutturato.

Per questa ragione l’associazione dei ricercatori precari Ricat ha promosso una raccolta firme, che tuttora prosegue, alla quale hanno aderito già 350 persone, per chiedere uguale trattamento ai lavoratori non strutturati. A questo si aggiunge la situazione specifica del Cnr di Pisa, dove la mensa è attualmente gestita dal Gruppo Grego, che però è in regime di proroga dato che il vecchio appalto è scaduto e non è ancora stata bandita una nuova gara.

“Il presidente di area ha chiesto a Roma di accelerare i tempi per la gara di appalto”, ci spiegano i Ricat, “ma nel momento in cui si farà la gara il prezzo dovrà essere adeguato. Se si introducono i ticket da 7 euro, il personale non strutturato dovrà farsi carico anche dei 2 euro in più di differenza su un pasto da 5 euro. In questo modo gli atipici che pagavano 5 euro ne pagheranno 7. Un salto che pesa moltissimo sui redditi dei lavoratori”.

Sulla vicenda c’è anche l’attenzione delle Rsu del Cnr, che hanno sottoposto la questione all’amministrazione, chiedendo cosa accadrà agli atipici quando arriveranno i ticket restaurant. In una riunione di marzo hanno anche ricordato le difficoltà delle lavoratrici della mensa, che subiscono da mesi ritardi nei pagamenti: “La RSU chiede se e da quando l’Amministrazione dell’Area è a conoscenza delle irregolarità nel pagamento degli emolumenti da parte del gestore del servizio mensa ai suoi dipendenti”, si legge nel verbale della riunione. I delegati sindacali hanno domandato anche “come mai nonostante l’appalto con il gestore della mensa sia scaduto da anni non sia ancora stata indetta una nuova gara”.

Nell’attesa di risposte prosegue la raccolta firme dei Ricat, “che non è né contro i ticket né contro le Rsu”, sottolineano, “ma per chiedere uguali diritti visto che noi lavoratori atipici siamo quasi il 40% di tutto il personale d’area”.

ricat

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Scritto da:

Pubblicato il: 30 aprile 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa, Scuola-Università

Visto da: 2654 persone

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9 risposte a: CNR, i precari raccolgono le firme per il diritto al pasto

  1. avatar Precarissimo scrive:

    Questa frase è incomprensibile: “Il presidente di area ha chiesto a Roma di accelerare i tempi per la gara di appalto”, ci spiegano i Ricat, “ma nel momento in cui si farà la gara il prezzo dovrà essere adeguato. Se si introducono i ticket da 7 euro, la ditta dovrà farsi carico dei 2 euro in più di differenza su un pasto da 5 euro, pagato dal Cnr. In questo modo però gli atipici, che prima non pagavano avendo il buono mensa del Cnr, si troveranno a pagare da 0 a 7 euro, e quelli che pagavano 5 euro ne pagheranno 7. Un salto che pesa moltissimo sui redditi dei lavoratori”.

    Raccolta firme “non è né contro i ticket né contro le Rsu”? Excusatio non petita…
    “Strutturati” ed “atipici” è anche troppo sintetico e fuorviante. Sarà il caso di spiegar meglio le diverse tipologie contrattuali, gli obblighi da rispettare relativi all’orario ed il conseguente diritto a mensa o buoni pasto. Fra i tanti precari del CNR ci sono molte posizioni senza vincolo d’orario e che danno la possibilità di praticare altre attività renumerate, ci sono anche posizioni di privilegio assegnate per chiamata diretta e senza concorso, proprio a tutti è dovuto un buono pasto? Confusione! Ora approfondire!

    • avatar Redazione scrive:

      Gentile Precarissimo, approfondiremo volentieri, ed era nostra intenzione farlo. Non appena torneranno tutti dal ponte: le assicuro che a ridosso del 1° maggio è assai difficile trovare chiunque. Grazie
      Cinzia Colosimo

  2. avatar Caterina D'Angelo scrive:

    …perché , adesso che c’è il buono pasto da 5 euro siete certi che tutti i precari dispongano del buono pasto? …oppure anche in questo caso ci sono situazioni di privilegio?
    Vi risulta che la mensa sia stata istituita in area per fornire il servizio a tutti coloro che vi orbitano oppure esclusivamente per i dipendenti? A me risulta che sia stata istituita solo per i dipendenti e la cosa può anche essere “antipatica” ma mi meraviglia che la contestazione di un diritto ritenuto così importante avvenga solo adesso con l’avvento dei ticket (che in tutto il CNR sono partiti già dallo scorso gennaio).

    • avatar Francesco scrive:

      Finora i precari in un modo o nell’altro un buono lo rimediano. Mangiare non lo chiamerei “privilegio”. E’ avvilente sentir dire che i precari “orbitano” al CNR come se ci venissero a fare una girata invece che a lavorare. Il 40% dei lavoratori CNR quindi deve lavorare come gli altri ma non può mangiarci come gli altri perché la mensa sarebbe riservata ai dipendenti con contratto a tempo indeterminato o determinato, che anzi se i precari vengono a mensa trovano più fila?
      Quanta è la gente che oggi, al CNR e ovunque, ha contratti di questo tipo? E soprattutto, quanta gente c’è che li vorrebbe ma non li ha? Sia chiaro, io non mi sognerei mai di definire “privilegio” un contratto a tempo indeterminato. Soprattutto, se mai lo ottenessi mi guarderei bene dal dire che chi non ce l’ha ancora non deve venire alla mia mensa.
      Deprime vedere che non solo i sindacati si occupano solo di certe categorie di lavoratori (paradossalmente quelli messi un pochino meglio), ma tali lavoratori fanno pure la guerra a quelli messi peggio.
      Mi auguro che d’ora in poi nella vita quando dovrà rivolgersi a un precario per qualsiasi servizio questi le chiuda bottega in faccia per andare a mangiare a casa…

    • avatar Chiara scrive:

      Cara Caterina,
      tutti gli atipici sono danneggiati dall’introduzione dei ticket, ecco perché gli atipici si lamentano (giustamente) adesso. Chi aveva i buoni pagati dovrà tirare fuori di tasca propria 7 euro quando prima pagava 0, chi non aveva i buoni dovrà pagare una differenza aggiuntiva di 2 giornalieri. Di contro, gli strutturati avranno di fatto un aumento di stipendio mascherato, visto che il ticket sarà spendibile anche al di fuori della mensa. Non mi pare molto equo che una categoria di lavoratori, peraltro quella con più diritti, abbia benefici a discapito degli altri.
      Per quanto riguarda il punto che sollevi sulla “mensa per i dipendenti”, mi dispiace constatare che per te gli atipici siano persone che orbitano al CNR alla stregua di chi passa di qui per le analisi del sangue o una visita medica. L’attività di ricerca del CNR viene portata avanti da strutturati e atipici insieme (ognuno con il suo ruolo), come è facile verificare dai nomi degli autori sulle pubblicazioni. Credo quindi che il lavoro degli atipici dovrebbe essere rispettato di più, da tutti.

  3. avatar Antonio scrive:

    La situazione del CNR pisano è emblematica del caos che caratterizza il mercato del lavoro italiano. Assegnisti di ricerca e, più in generale, precari vengono considerati alla stregua di ‘consulenti’ che trascorrono nel proprio istituto le poche ore lasciate libere dalla miriade di consulenze con le quali diventano ricchissimi. I dipendenti vogliono la mensa perché ‘hanno un orario di lavoro’ quando si sa benissimo che i ricercatori hanno un orario di lavoro fittizio dato che c’è sia la possibilità di recuperare le ore di assenza semplicemente rimanendo qualche mezz’ora in più sia, addirittura!!!, la possibilità di lavorare a casa propria e vedersi comunque conteggiate le ore.

    Molti precari del CNR hanno un orario reale di lavoro che, di fatto, è simile a quello di tutti gli altri. Ci sarebbero tanti modi per affrontare e risolvere la questione del pasto, ma, accecati dall’idea di ottenere un aumento di stipendio sotto forma di ticket, sindacati e dipendenti hanno scelto di ignorare il problema.

    Da un’eccellenza pubblica italiana, come il CNR, ci si aspetterebbe una maggiore attenzione ai propri lavoratori, indipendentemente dal contratto che hanno.

  4. avatar Noemi scrive:

    Mi associo alle risposte di Chiara e Francesco.
    In risposta alla domanda di Caterina su chi può accedere a mensa, aggiungo, per completezza, che come dice l’art.5 del contratto di appalto della mensa:” L’accesso al servizio mensa è consentito, negli orari di servizio, a tutto il personale di Area munito di apposito badge identificativo. Gli ospiti degli Istituti devono essere muniti di opportuni badge. (omissis).”

    Mi sembra chiaro e ufficiale che la mensa non è stata fatta per i dipendenti dato che gli atipici sono muniti di badge regolare (non ospite) e di postazioni assegnate.

  5. avatar Caterina D'Angelo scrive:

    Io credo che una soluzione sarà trovata anche con l’introduzione dei ticket proprio perché il ruolo ed il numero dei precari e’ cruciale per l’attività di ricerca in area. Quando ho parlato di privilegi, ho virgolettato apposta ed ho usato “orbitare” perché non credo che ci sia un controllo rigido sugli “aventi diritto” ….e non sono neanche tutti con rapporto CNR La struttura e’ inadeguata al servizio giornaliero e sul contratto di appalto si citano i 500 pasti perché approssimativamente tanti erano al momento della gara i dipendenti CNR infatti a pag 4 del capitolato c’è scritto:
    “Visitatori/studenti/borsisti
    Considerato che visitatori, studenti e borsisti non hanno diritto al buono pasto, l’Appaltatore dovrà fornire in fase di gara il listino prezzi (IVA inclusa) dei prodotti sottoelencati al fine di far pagare loro solo quanto consumato, tenendo presente che il costo totale del pasto non deve essere superiore a quello del contratto (IVA inclusa):”. La mia opinione personale e’ che questo possa essere ingiusto ma confido proprio per questo nel fatto che una soluzione sarà trovata come lo è stato fino ad oggi.

  6. avatar Caterina D'Angelo scrive:

    ….dimenticavo, i dipendenti non sono accecati (senza virgolette) dall’aumento di stipendio ma faccio notare che il ticket è’ già utilizzato da tutti i colleghi del CNR che hanno i contratti mensa “scaduti”. Le affermazioni di Antonio sono molto superficiali anche perché il contratto di lavoro dei ricercatori e’ diverso da quello del personale tecnico ed il CNR non è fatto di soli ricercatori; come non mi pare neanche il caso che questa questione diventi una lotta di classe.

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