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Lettera aperta delle lavoratrici dei centri commerciali

presidio

Ieri, 25 aprile, uno sciopero indetto dai Cobas, e da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil della Toscana, che si riperterà il 1 maggio. Al centro della contestazione le aperture dei negozi nei giorni festivi, per difendere “la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici” e far si che questa “non sia calpestata esigendo da loro ogni tipo di prestazione”.
Oggi pubblichiamo una lettera delle lavoratrici della grande distribuzione che denunciano il peggioramento progressivo della loro condizione e il “furto” di due feste nazionali.

Sono passate tante domeniche e festivi dal decreto salva-Italia di Monti. Noi le abbiamo trascorse tutte al lavoro, chi in un supermercato, chi in un centro commerciale. Ma la situazione non solo è peggiorata, ma sta degenerando. La grande distribuzione che sta fagocitando tutto, le attività commerciali che le gravitano intorno non riescono a sopperire a questi nuovi ritmi. Incassi che crollano, dipendenti che diminuiscono, nessuna nuova assunzione e per i lavoratori rimasti vengono imposti ritmi e turni che niente hanno a che fare con i contratti originari. Ma di questi tempi sembra che non ci si possa appellare ai propri diritti di lavoratori, che si debba accettare tutto pur di tenersi stretto il lavoro. Ed ecco che, al minimo segno di opposizione del lavoratore, che fa valere i propri diritti, l’azienda permette -sì- di scioperare….ma ricorda che un atteggiamento del genere farà cambiare l’opinione che l’azienda stessa ha avuto sul lavoratore nel corso di tanti anni. Aziende medio-grandi che, in difficoltà, anziché rendere partecipi i dipendenti della situazione critica e prendere delle decisioni urgenti mirate a salvare posti di lavoro , subaffittano rami d’azienda ad altrettante aziende fantasma, o ancora: abbandonano le varie realtà locali (in difficoltà causate dagli elevati costi dei centri commerciali), facendole giungere allo sfratto dai locali commerciali.
Se liberalizzare significa imporre, questi sono i risultati.
E non ci dite che molte categorie lavorano già 365 giorni all’anno…da sempre. E se lo stesso trattamento che abbiamo ricevuto noi lavoratori nel commercio, fosse esteso a moltre altre categorie (dipendenti pubblici…) chissà se a loro verrebbe concesso far valere i propri diritti: diritti ad onorare le feste nazionali, come il 25 Aprile e il 1 Maggio!

 

Nella foto il presidio di ieri davanti alla Dico contro il lavoro festivo

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Pubblicato il: 26 aprile 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa

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