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L’angelo di inverno, al Teatro Rossi

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Un lavoro, L’angelo del’inverno, basato su un atto unico di Anton Čechov, Il canto del cigno. Interprete e regista Silvia Pasello che domenica 27 aprile alle 21.30 sarà sul pacoscenico del Teatro Rossi Aperto di Pisa

Questa piccola opera, nella sua apparente semplicità, contiene una sfida potente per l’attore. Lo costringe a fare i conti con le questioni essenziali del suo mestiere e lo pone di fronte alla sua condizione.
Il protagonista della storia, un vecchio attore, si ritrova da solo, di notte, nel teatro deserto. Si è addormentato in camerino dopo lo spettacolo.
Dice: «È semplice pensare che all’attore venga così, come servito su un vassoio, ma non è così facile, non è facile…»
E che cosa non è facile? In che cosa consiste il lavoro di un attore?

Il testo di Cechov ci racconta l’attore dell’ottocento, il linguaggio è piuttosto pomposo e decisamente superato nella sua forma, ma la sostanza della domanda, che fa dell’attore un essere umano professionale, rimane la stessa anche per l’attore di oggi.


Quello che Silvia Pasello, attrice due volte Premio Ubu del teatro italiano, presenta è un progetto fra formazione e scena, costruito  e voluto per lo storico teatro pisano. Dal 26 al 28 aprile un gruppo di attori, selezionato dalla stessa e composto in parte dagli allievi del gruppo Gract, lavora sotto la sua guida in un seminario sul rapporto fra attore e spazio scenico, attraverso il concetto di spazio interiore e rispondendo alle domande che naturalmente si pongono durante la costruzione degli elementi che compongono la scena.
Un laboratorio che si inserisce all’interno del percorso TRAining con i maestri del teatro che il TRA sta portando avanti da un mese e che continueranno in maggio e giugno.

La riscrittura di Pasello  lavora  su più livelli, approfittando anche della naturale condizione del Rossi e  trasformando gli spazi convenzionali del luogo teatrale all’italiana, disorientando lo spettatore che si trova a spiare da lontano ciò che avviene nella notte buia di un teatro abbandonato, quando tutti se ne sono andati.
L’attrice si addentra in un soliloquio intimo e poetico in compagnia di un violoncello, unica presenza che accompagna la discesa nel tempo e nella memoria della sua vita e della sua personale storia artistica – nel testo di Čechov è un suggeritore a fare da spalla al flusso di ricordi dell’anziano attore.
Lo spazio vuoto riecheggia di citazioni che si inseguono una nell’altra,  suoni, musiche e piccoli stralci delle opere e degli incontri di Silvia durante il lungo viaggio teatrale svolto fino a qui.
L’angelo dell’inverno è una piccola perla flebilmente illuminata dalle luci di Valeria Foti, con le musiche di Ares Tavolazzi: un omaggio al teatro,  all’attore che cammina come un funambolo sul filo del tempo, fra la vita e la morte, per rinascere ogni volta con una diversa pelle.

Per il particolare allestimento scenico i posti sono limitati ed è obbligatoria la prenotazione scrivendo a prenotazioni@teatrorossiaperto.it
La sera stessa sarà possibile segnarsi in una lista di attesa a partire dalle ore 20.
Qualora non si presentino le persone con prenotazione verrà utilizzata la lista d’attesa in ordine di elenco per arrivo.
Altre info su www.teatrorossiaperto.it

 

 

Foto di Paolo Foti

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Pubblicato il: 26 aprile 2014

Argomenti: Eventi, Pisa

Visto da: 1435 persone

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