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I promotori dell’appello contro il raduno scout scrivono di nuovo a Gennai

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Una replica alla risposta del Direttore del Parco di San Rossore, Andrea Gennai, all’appello lanciato la scorsa settimana per chiedere di non autorizzare il raduno degli scout previsto per l’estate. L’appello continua a circolare e secondo i promotori avrebbe superato le 450 firme. Di seguito la risposta di Fabio Garbari, Mauro Nozzolini, Alessandro Spinelli.

Scriviamo queste note in risposta al suo comunicato stampa di qualche giorno fa, relativo all’Appello “In difesa di S.Rossore” di cui siamo stati promotori.

Innanzi tutto ci preme sottolineare che l’origine di tale Appello è stata motivata dalla condivisione di comuni preoccupazioni per le scarse informazioni che attraverso la stampa avevamo potuto recepire. Su tali basi ci siamo impegnati a raccogliere notizie il più possibile dettagliate sull’evento chiamato Route Nazionale R-S 2014, per cercare di avere un quadro oggettivo e senza pregiudiziali della manifestazione progettata. Il nostro passo successivo è consistito nell’ideazione e nella stesura del nostro Appello, convinti della necessità di sollevare pubblicamente il problema, in ciò confortati dal sostegno e dall’adesione di numerose persone, molte delle quali di grande levatura intellettuale e di indiscutibile preparazione scientifica.

A seguito della nostra conferenza stampa del 17 aprile, i quotidiani hanno riportato una sua dichiarazione nella quale veniamo accusati di “interesse politico ed impostazione ideologica”. Nel rifiutare nettamente tale definizione, precisiamo che tra noi promotori e i tanti firmatari dell’Appello esistono differenze di percorsi, di idee politiche o di fedi religiose che rendono assolutamente impensabile e improponibile il ricondurci ad una comune “matrice politica”, sia essa anche di sola natura ideologica. Ancora di più respingiamo fermamente l’accusa di esserci fatti condizionare dal “credo e dal pensiero politico del proponente” (l’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) o addirittura da prossime “scadenze elettorali”.

Quello che accomuna invece moltissimi di noi è la lunga frequentazione che ci lega alla Tenuta di San Rossore e al Parco in generale: tanti hanno speso molti anni nello studio dei disparati aspetti di quell’ambiente e nell’impegno di comunicare ai cittadini e alle nuove generazione in particolare non solo la bellezza dei luoghi ma la necessità della loro salvaguardia.

Le assicuriamo, Direttore, che nessuno più di noi condivide l’assoluta necessità di utilizzare i Parchi come strumenti di formazione e sensibilizzazione dei più giovani sui temi dell’ambiente. Non di meno non possiamo non ricordare che il ruolo primario di una qualsiasi area protetta sia quello di tutelare l’ambiente e le componenti ivi contenute.

A nostro giudizio esistono dei limiti di sostenibilità che non possono essere travalicati; la nostra esperienza e considerazioni oggettive su substrato, flora e fauna ci dicono che 32.000 persone accampate in un ambiente come quello della Tenuta supereranno abbondantemente tale limite.

Siamo tutti coscienti di quale drammatica stagione stiano vivendo i Parchi in questa nostra Italia, aggrediti sul piano economico e privati di strumenti efficaci su quello politico. Chi di noi ha vissuto la nascita del Parco Naturale Regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli ben ricorda la dura lotta per la sua istituzione e poi per la sua tutela; e più ancora vive con angoscia i continui assalti che da ogni dove vengono portati alla sua integrità. Nel dichiarare che “non vorremmo mai vedere trasformato San Rossore da Parco Naturale a Parco Pubblico”, intendiamo con forza segnalare il rischio che quest’ennesima apertura ad attività estranee alla tutela ambientale possa rappresentare un precedente che spiani la strada ad eventi, forse non di questa natura e portata, ma magari sempre più continui e ricorrenti. Chi potrà nel futuro opporvisi?

Onestamente le sue parole non ci hanno né rassicurato né chiarito i dubbi sostanziali che ci hanno spinto in questa vicenda. Non di meno ci rincuora leggere che siamo in una fase ancora di valutazione e che sono in corso verifiche, con spazi aperti a modifiche del progetto. Ciò che leggiamo in altri contesti ci indurrebbe a pensare che siamo già in una fase molto più avanzata.

Per concludere, ribadiamo nuovamente e con fermezza la nostra posizione: l’evento in questione non può svolgersi all’interno della Tenuta di San Rossore. Siamo disponibili ad un incontro con lei (la cui proposta apprendiamo dalla stampa cittadina), qualora gli Organi direttivi del Parco intendano prendere in seria considerazione l’ipotesi di spostamento della Route in siti diversi e ambientalmente meno fragili della Tenuta: in questo caso potremmo dare tutto il nostro contributo e la disponibilità anche a supportare i giovani coinvolti nel raduno in un percorso di formazione ambientale.
Distinti saluti.
Fabio Garbari, Mauro Nozzolini, Alessandro Spinelli

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Pubblicato il: 25 aprile 2014

Argomenti: Ambiente, Pisa, Politica, Sociale

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