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Rischiano il posto le lavoratrici del punto grill Tamoil in via Pietrasantina

tamoil

Si è tenuta lo scorso 18 aprile una nuova riunione del tavolo istituzionale attivato al  fine di seguire la situazione delle lavoratrici del “Punto Grill”, attività di ristoro adiacente al distributore Tamoil situato nel terminal turistico di via Pietrasantina, a Pisa. Al tavolo, promosso dalla Provincia di Pisa con l’assessore Anna Romei e dal Comune di Pisa, per il quale è intervenuto l’assessore al commercio, David Gay, ha avuto luogo il 18 aprile scorso.

Questa la cornice della vicenda: a seguito della richiesta, da parte di Tamoil Italia, di riconsegna dei locali del bar al termine del contratto d’affitto, la “Punto Grill Service” ha inviato, alle proprie sei  dipendenti, le rispettive lettere di licenziamento. Dopodiché – stante il tipo di contratto stipulato fra Tamoil e “Gruppo Greco”, subentrante alla “Punto Grill Service” nella gestione del bar stesso (contratto che  non prevede alcuna clausola di salvaguardia sociale per il personale), si è cercato, fin da febbraio, di attivare appunto un tavolo per verificare l’esistenza di ipotesi funzionali a uno sbocco diverso da quello dei licenziamenti.

Ebbene, anche a quest’ultimo incontro – al quale hanno preso parte Catia Santochi per la Cgil e il dottor Amedeo Casiraghi per il “Gruppo Greco” – si è invece registrata l’assenza (benché invitati) dei dirigenti di Tamoil, che pure hanno grandi responsabilità rispetto allo stato di cose
venutosi a creare.

E anzi, per essere esatti, si è trattato dell’ennesima assenza: ai lavori del tavolo istituzionale, infatti, Tamoil non ha mai inteso partecipare; e la Punto Grill Service, a sua volta, adducendo motivazioni varie, non è mai stata presente.

“Riteniamo – dicono Romei e Gay – di dover stigmatizzare questi comportamenti: che non hanno aiutato il percorso di verifica della situazione; e che hanno favorito la messa in procedura di mobilità di sei lavoratrici, le quali ad oggi percepiscono l’Aspi (Assicurazione sociale per l’impiego, ovvero il contributo di disoccupazione) senza avere avuto la possibilità di utilizzare altri ammortizzatori sociali o di cercare di fare attivare soluzioni diverse previste dal contratto di lavoro. A questo punto non resta che comprendere se solo una vertenza possa cambiare lo stato di fatto”.

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Pubblicato il: 23 aprile 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa, Sociale

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