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“Che alla verità segua giustizia”. La città in piazza saluta Zakir Hossain

zakir

Verità e giustizia. Queste le due parole che hanno scandito il corteo che ieri ha attraversato le strade di Pisa per ricordare Zakir Hossain e per chiedere che i responsabili della sua morte siano assicurati alla giustizia.

“Oggi una parte della verità è venuta allo scoperto – ha dichiarato un esponente della comunità bengalese – chiediamo che questa si trasformi in giustizia”.

 

 

Oltre un migliaio le persone che si sono raccolte e hanno sfilato. Accanto alla comunità bengalese, quelle senegalese, tunisina, palestinese, le autorità pisane, parlamentari, associazioni e sopratutto tanti cittadini. Solo fasce tricolore indosso ai sindaci, nessuno stendardo, nessuna bandiera, nessun segno distintivo delle molte realtà oggi presenti in piazza.

Un minuto di silenzio prima di cominciare il corteo, “per ricordare Zakir e per la sua anima che oggi è qui con noi”. “Siamo qui tutti insieme oggi – ha continuato dopo il silenzio il rappresentante della comunità – per dire che la violenza non ha nazionalità. Oggi, dopo questa tragedia, siamo riuniti tutti insieme sotto i colori e l’auspicio della pace. Per un futuro in cui i nostri bambini non conoscano questa violenza e in cui si realizzi il diritto di camminare tutti a fianco”.

A ringraziare le autorità, le forze dell’ordine, gli inquirenti per i risultati ottenuti e tutte le persone che si sono presentate, Karim Al Fazul uno dei portavoce della comunità bengalese. Che soprattutto ha ricordato Zakir, “venuto in Italia per migliorare le sue condizioni di vita e quelle della sua famiglia, con cui sperava di riunirsi qui a Pisa”.

A prendere parola  in piazza Vittorio Emanuele il sindaco Marco Filippeschi: “È tutta la città a essere addolorata oggi e a stringersi intorno ai familiari, agli amici e alla comunità di Zakir. Oggi siamo in piazza per opporci a forme di violenza barbara e all’intolleranza e per lasciare che al loro posto trovi spazio una vita fatta di valori di tolleranza e cultura. Oggi siamo qui come cittadini fra cittadini. Oggi tocchiamo con mano quale ricchezza questa comunità insieme alle altre abbia portato alla città. Quando il momento del dolore sarà passato non dobbiamo perdere questa consapevolezza”.

Il corteo imbocca Corso Italia, in testa uno striscione che recita “Pisa unita contro la violenza”. E alzati tanti cartelli con la foto di Zakir, altri che chiedono “Vogliamo la pace”, “Vogliamo la verità”, “Basta con la violenza”. La testa del corteo è mista, la comunità e i rappresentanti delle istituzioni pisane insieme. Poi queste ultime avanzano e dietro lo striscione a stringersi è la comunità.

In breve si raggiunge l’incrocio con l’arco di San Bernardo dove Zakir è stato aggredito: lì il corteo si sofferma. A tratti si avverte la tensione, ma il corteo sfila pacifico, raggiunge piazza XX Settembre, attraversa Ponte di Mezzo, mentre continuano a essere scandite sia in italiano che in bengalese le parole “giustizia” e verità”. Percorre il lungarno fino a raggiungere piazza Mazzini e la Prefettura.

Ad attendere il corteo dietro il cancello il Prefetto Francesco Tagliente: le porte si aprono e il Prefetto stringe le mani ai rappresentati della comunità bengalese. “Ho voluto testimoniare – dice Tagliente – la mia vicinanza alla comunità. Così come oggi ho fatto incontrando l’ambasciatore e il console”.

Poi gli ultimi interventi e le ultime parole in bengalese e il corteo in piazza Mazzini si scioglie. Con la consapevolezza che i colpevoli sono stati identificati ma con l’amaro in bocca di una vita interrotta da una stupida e brutale ricerca di violenza gratuita.

Per chi volesse aiutare la famiglia di Zakir Hossain il  Comune ha aperto un conto corrente:
“Notaio Bianca Corrias solidarietà famiglia Zakir”
IT35-S-05034-14011-000000004949
Banco Popolare Pisa Livorno Lucca

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Pubblicato il: 19 aprile 2014

Argomenti: Pisa, Sociale

Visto da: 2462 persone

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