MENU

AnnuncioRitardo Tassonomia del Pendolare

Pendolare-dormiente

Negli ultimi anni gli studi sul Pendolare hanno portato alla luce risultati eclatanti nel campo della biologia. Zoologi e microbiologi di tutto il mondo si sono infatti prodigati alla ricerca di elementi che permettessero un’identificazione tassonomica del Pendolare pari a quella adottata per le altre specie animali. Com’è noto, la tassonomia è una classificazione nata per agevolare lo studio degli esseri viventi, e consta di sette scalini ordinati in ordine progressivo: regno, phylum, classe, ordine, famiglia, genere, specie.
Forti delle nuove tecnologie, siamo ora in grado di isolare le varie specie del genere Pendolaris, della famiglia dei Pendolaridi, dell’ordine dei Tramezzinivori, della classe dei Mammiferi, del phylum degli Abbonati, del regno dei Trafelati.

  • Pendolaris comunis. Come suggerisce il nome, questo Pendolare è il più diffuso al mondo. Ha abitudini alimentari molto semplici che seguono la regola del fast&furious food, in Italia meglio nota come “tattica dell’Alvolo”. Quindi un panino alvolo, un caffè alvolo, una bottiglietta d’acqua alvolo e così via. Per niente pretenzioso, si accontenta di un qualsiasi posto: a sedere, in piedi, sulle pensiline per poggiare i bagagli, dentro il bagno o in braccio al capotreno. Gli basta essere riuscito a salire.
  • Pendolaris pennichellae. Noto anche come Pendolare Dormiente, riesce a prendere sonno in tre secondi netti dalla salita sul treno. Questa peculiarità lo rende capace di addormentarsi in qualsivoglia posizione: con la mano sulla maniglia, con il biglietto in mano, a bocca aperta, tra due sedili, di faccia contro il finestrino, mentre chiede se il posto è occupato, con la testa fra le ginocchia nel tentativo di legarsi una scarpa e perfino con il vicino di posto che sbraita al telefono. Predilige la respirazione a bocca aperta, cosa che gli permette di usufruire di tutto l’ossigeno necessario a compensare le torsioni del busto, nonché di beneficiare di controlli dentistici gratuiti en passant. A tutt’oggi studiato dalla chimica per comprendere di quale lega sia costituito il suo apparato scheletrico, il Pendolaris pennichellae ha però un’aspettativa di vita molto bassa, causata per la maggior parte dei casi da disidratazione, congelamento, mosche in gola e soffocamento dovuto a bucce e pezzi di carta gettati via da passeggeri distratti.
  • Pendolaris sindacalis. Questa specie di Pendolare ha una diffusione particolarmente limitata. Tende a palesarsi quando il treno è in ritardo o le ferrovie manifestano un qualsiasi altro disservizio come la rottura degli altoparlanti o i guasti alle obliteratrici. In ognuno di questi casi, il Pendolaris sindacalis appare sulla banchina e comincia a urlare che non se ne può più, che i servizi ferroviari sono sempre più scadenti, che questo non è un modo di vivere e che oltretutto nessuno ti rimborsa mai quando succede, che anzi rischi pure di farti trattare male in biglietteria quando vai a protestare per un tuo sacrosanto diritto, che insomma si stava meglio quando si stava peggio e che se ancora si usassero i cavalli sarebbe un bene per tutti. Particolarmente prolifico in Italia (viceversa totalmente assente in Giappone) si tratta però di una specie ancora semisconosciuta, dal momento che gli studi sul suo conto sono cominciati solo dagli anni successivi al fascismo. Perché si sa, quando c’era lui i treni arrivavano in orario.
  • Pendolaris turbopipponis, o Pendolare Accollo, è una delle specie più subdole. La sua tecnica di caccia è semplice e al contempo micidiale: preso possesso di un sedile lato corridoio, in modo da bloccare ogni tentativo di fuga della preda, aspetta che un malcapitato si metta comodo accanto a lui, lato finestrino, e poi attacca. E quando attacca, sono dolori. Perché generalmente attacca dei polpettoni che stecchiscono il vicino nel giro di pochi minuti. Partito da un apparentemente cordiale “Che caldo oggi, eh?” o “Uh mamma santa quant’è brutto questo treno, vero?”, trascina la preda in un vortice di sentenze che passano dalla politica alla cinefilia, dalla cucina vietnamita al golpe di Pinochet. Ogni tanto pone qualche domanda a caso, facendo pensare alla vittima di potersi salvare partecipando almeno un minimo al monologo, ma niente, non c’è scampo, è una trappola, uno specchietto per le allodole. Il vicino di posto è spacciato. Se tutto va bene, perde i sensi fino alla stazione in cui il Turbopipponis scende. Nel peggiore dei casi, considerandolo giustamente un “caso di emergenza”, sfonda il finestrino e preferisce buttarsi dal treno in corsa che continuare l’agonia.
  • Pendolaris telefonantis. Intendiamoci, da quando è stato inventato il telefonino che oltre a chiamare manda mail, trova l’oro e fa i toast, tutti i pendolari sono potenzialmente dei Pendolares telefonantes. Eppure ce ne sono alcuni geneticamente programmati per usare sempre il cellulare in treno. Telefonano, chattano, prendono appuntamenti al CUP, dal notaio, parlano con l’amante e dei problemi personali del figlio adolescente, sghignazzano ad alta voce e riescono a fare a meno di qualsiasi senso della discrezione. Perché è inevitabile ascoltarli. Ed è altrettanto inevitabile fissarli e schiarirsi la voce tentando di riportarli all’ordine. Invano. Nessuno c’è mai riuscito: il Pendolaris telefonantis non risponde ad alcuno stimolo esterno, eccettuato il suono della batteria scarica – che riesce solo a fargli tirare fuori il caricatore portatile, nulla di più. L’unico in grado di sopportare un viaggio con un Pendolaris telefonantis è il Pendolaris pennichellae. Tutti gli altri soccombono a una delle due alternative: ascoltare fino in fondo le traversie private di amici e parenti o tirare fuori il telefonino e trasformarsi essi stessi in un Pendolaris telefonantis.
  • Pendolaris stakanòvis. È il pendolare perfetto. Probabilmente privo di organi fonatori (nessuno l’ha mai sentito parlare), con un unico movimento si piazza a sedere e apre il portatile. In maniera altrettanto fluida accede alla mail e nel frattempo consulta il tablet. Poi scrive pagine e pagine di ricorsi con la mano sinistra e con la destra sfoglia l’ultimo numero de Il Sole 24 ore. Se la giornata è positiva, fa il bilancio aziendale mentre gioca a Campo Minato. Silenzioso, tranquillo, operativo, a stargli accanto si imparano un sacco di cose. Unico difetto, a volte si lascia andare a sospiri così densi di responsabilità che ti viene da presentargli la tua denuncia dei redditi per farlo sorridere un po’.

Molte specie sono state catalogate, ma molte altre ancora restano ancora da scoprire.
Se ne individuate alcune con caratteristiche peculiari, avvertiteci, monitoratele, studiatene i comportamenti. Sarà un enorme passo avanti per la scienza.

Alessia R. Terrusi

Download PDF

Scritto da:

Pubblicato il: 6 aprile 2014

Argomenti: AnnuncioRitardo, Quaderni

Visto da: 1543 persone

Post relativi

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi paginaQ per email

Ciao!
Iscriviti alla newsletter di Pagina Q
Se lo farai ci aiuterai a far vivere l’informazione nella nostra città e riceverai la versione mail del quotidiano.
Naturalmente non cederemo a nessuno il tuo indirizzo e potrai sempre annullare la tua iscrizione con un semplice click sul link che troverai in ogni nostra mail.