MENU

DiSbieqo Nymphomaniac – Volume 1

nymphomaniac1-1

nymphomaniac2Occorre una premessa. Difficile e imbarazzante scrivere di un film spudoratamente censurato dalla distribuzione italiana, pressoché dimezzato in una versione soft politicamente corretta. Una didascalia iniziale ci fa monito che è stata effettuata questa epurazione. Siamo al volume 1, manca il resto del film (il volume 2) già realizzato e di cui qualche assaggio è stato mostrato durante i titoli di coda, quasi un trailer, “ un film nel film” da vedere, oltre a quei 90 minuti che non vedremo mai sul grande schermo (purtroppo).
La prima inquadratura si apre sul nero che dura qualche minuto, solo qualche rumore di sottofondo. Un nero – tipico, come una firma – che forse racchiude un non visto, il “prima”, il non detto. Poi, finalmente, la macchina da presa “si accende” su uno sfondo urbano innevato. Scende, un carrello verticale, lentissimo. Eccoci dentro il film, dopo questa iniziale titubanza oscurata. Bell’inizio: per presentarci una donna ferita e svenuta per terra. Il silenzio si rompe con una musica metallica a volume altissimo. Eccoci al secondo protagonista, un anziano ed elegante signore che esce di casa e si dirige in strada. Il loro incontro, così sottolineato dalla musica assordante, si fa imminente. Infatti, la vede, la sveglia e se la porta in casa.

Joe, così si chiama il personaggio interpretato da Charlotte Gainsbourg, vuole solo del the caldo, accoglienza e intimità. Seligman, colto signore ebreo (ateo, però) è pronto ad ascoltare il racconto della lunga storia della vita di Joe. Inizia così un lungo flashback con frequenti ritorni al tempo presente. Joe si definisce ninfomane e avverte che la sua storia parlerà di sesso, di amoralità. È lo sguardo della donna (di Von Trier, verrebbe da dire) a censurare, nel gioco dei sensi di colpa, e a giudicare/giudicarsi. Per una volta lo sguardo maschile non si fa dominante, lo è il femminile, in questo altalenarsi di rimandi ad una osservanza quasi religiosa del sentirsi peccatrici e peccaminose.

“Conobbi la mia fica a due anni”: inquadratura della faccia di una bimba che si osserva e inizia quell’escursus all’indietro, nel mondo dell’infanzia, dove sulle bellissime note del Walz 2 di Dmitri Shostakovich, Joe e un’amichetta giocano a fare le rane per strusciarsi con il pube sul pavimento bagnato (il brano si fa leitmotif e, inevitabile, il pensiero corre a Kubrick e al suo ballo).

nymphomaniac3locandinaLa scoperta del piacere, del corpo, dell’anatomia (il clitoride citato dai libri del padre medico), in un susseguirsi di scene delicate, direi, sempre descritte dalla voce fuori campo che non ci lascia quasi mai. Nymph()maniac non è eccitante, non è erotico (con pochissime eccezioni su cui tornerò). Nymph()maniac è una summa di filosofici ragionamenti, dove religione, indagine psichica e lussuria mentale si intrecciano saldamente. Il film, ultimo della trilogia della depressione – dopo Antichrist, 2009 e Melancholia, 2011 – ne rappresenta in un certo senso la somma estrema, di temi, morbosità, fantasie. Nymph()maniac è un film che svuota di forza vitale e riempie di una mistura strana di malinconia, tristezza e incredulità. Le inserzioni forzate di immagini tratte da scene “altre” – la pesca e le esche diventano similitudini esplicite della “caccia al maschio” – si rimbalzano nella bellezza della fotografia. Come dimenticare i due grandi numeri 3+5 in sovraimpressione che stanno a indicare le penetrazioni vaginali e anali delle prima volta? Per Seligman niente di male: l’eleganza dei numeri di Fibonacci vanno a sdrammatizzare quei due blasfemi ricordi di Joe.

Il film, costato dieci milioni di dollari, va a rintracciare nella nevrosi del sesso, nel suo utilizzo compulsivo e privo di empatia umana, un’immagine di estrema solitudine. L’urlo del silenzio e dell’abbandono – la bimba schiacciata tra una madre anaffettiva e lo stretto cerchio edipico col padre che risulta, a tratti, quasi ambiguo – si fa più struggente delle grida orgasmiche del film. Di porno davvero non c’è nulla, Von Trier è più interessato ad usare il corpo e il sesso per analizzare/analizzarsi, con questa maschera perversa dell’identificazione col femminile/femmineo.

Il film è una grande allegoria di allegorie, il montaggio per analogia quasi diventa dolente, il gusto del citazionismo voyeuristico si fa struggente ed evocatorio.

La circolarità delle scene, in questo flashback eterno che ci riporta sempre un pezzettino dopo, sono sottolineate anche dalla struttura in capitoli. Il terzo “Mrs. H” è bellissimo, per una splendida Uma Thurman che dà tutta la sua maestria nel lungo monologo doloroso e angosciante, mentre si evidenzia definitivamente la mancanza di coinvolgimento emotivo e affettivo di Joe (bellissima la scarna Stacy Martin, col corpo acerbo da adolescente disperata): quasi ci imbarazza vederla restare fredda e impassibile al rimprovero della moglie-madre umiliata e tradita.

Tutto sommato ci vuole coraggio per fare tali scelte. Von Trier ce l’ha eccome. Una scena, forse l’unica un po’ eccitante, è bellissima. Lo schermo si divide in tre, a sinistra un cunnilingus in primo piano da parte dell’anziano amante buono e sardonico (la lentezza/il piano); a destra il ghepardo con in bocca una gazzella che scuote la preda, come l’amante selvaggio e felino che inferisce colpi durante un coito (la velocità/il forte); al centro Joe e Jerome che fanno l’amore (l’equilibrio/il sentimento). Così si chiude il film. Joe sa di amare ma smette di godere, in questo strano gioco del destino che da una parte toglie e da una parte dà.

Un’ultima considerazione: l’ostentato lancio pubblicitario del film, con le facce di tutte i protagonisti distorte dall’orgasmo, è la cosa più erotica di tutta “l’operazione Von Trier”.

Aspetteremo il volume due per trarre le nostre conclusioni…

Download PDF

Scritto da:

Pubblicato il: 5 aprile 2014

Argomenti: DiSbieqo, Quaderni

Visto da: 2235 persone

Post relativi

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi paginaQ per email

Ciao!
Iscriviti alla newsletter di Pagina Q
Se lo farai ci aiuterai a far vivere l’informazione nella nostra città e riceverai la versione mail del quotidiano.
Naturalmente non cederemo a nessuno il tuo indirizzo e potrai sempre annullare la tua iscrizione con un semplice click sul link che troverai in ogni nostra mail.