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Pisa. Africa Insieme denuncia: “Per i profughi trattamento di semi-detenzione”

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Porte chiuse, impossibilità di contatto con i profughi e per loro nessuna libertà di movimento. Questa la denuncia di Africa Insieme a cui è stato negato l’accesso alla struttura in San Rossore che accoglie i 40 profughi provenienti da Senegal, Mali e Ghana giunti a Pisa lo scorso venerdì.

“Il fatto – ricordano da Africa Insieme – era già accaduto nel 2011, in occasione della cosiddetta ‘emergenza tunisini’ prima, e della ‘emergenza Nord Africa’ poi. Oggi come allora, per accedere al centro di accoglienza serve una speciale autorizzazione dell’Ente Parco. La struttura, tra l’altro, si trova in un luogo molto lontano dalla città, dove non arriva il trasporto pubblico. Di fatto, i ragazzi sono isolati in uno spazio in cui non è possibile ricevere visite, e da cui non è possibile uscire: un luogo di trattenimento e di semi-detenzione, non di accoglienza”.

“Gli ospiti della struttura di San Rossore – prosegue Africa Insieme in una nota – sono per lo più richiedenti asilo: non si tratta cioè di migranti irregolari né di persone accusate di qualche reato. La privazione anche parziale della loro libertà di movimento rappresenta una lesione molto grave di diritti sanciti dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione di Ginevra sui rifugiati”.

A spiegare i motivi del “no” alla richiesta di accesso è l’assessore al sociale del Comune di Pisa Sandra Capuzzi. Un no, afferma, “che non è pregiudiziale nei confronti di Africa Insieme, ma che vale per tutte le associazioni e anche per i consiglieri comunali che hanno fatto richiesta di accesso. Alla base – dice ancora – la raccomandazione informale del medico che li ha visitati nelle prime ore e che ha raccomandato qualche giorno di tranquillità. Alcuni profughi inoltre hanno sviluppato un po’ di febbre, altri congiuntivite. Aprire le porte ora significherebbe dare il via ad un via vai a cui non vorremmo sottoporli almeno per qualche giorno”.

Inoltrem aggiunge Capuzzi, “le pratiche sanitarie sono ancora in corso: esami del sangue e screening devono ancora essere completati. Contavamo di chiudere questa fase in 48 ore, ma le mancate indicazioni del Ministero rispetto alle strutture di appoggio ha rallentato i tempi”.

Gli unici ad aver ricevuto l’autorizzazione per entrare nella struttura sono, oltre alla cooperativa Paim a cui è stata affidata la gestione, la cooperativa Il Ponte, l’Arci e il Centro Nord Sud, “ovvero quei soggetti che insieme alla Società della Salute fanno parte del Progetto SPRAR, e che stanno prestando assistenza anche giuridica ai migranti verso la formulazione della domande di asilo, la dove è possibile”.

L’assessore Capuzzi quindi rassicura: appena la febbre sarà passata e i profughi avranno recuperato un po’ di tranquillità l’accesso alla struttura di San Rossore sarà possibile.

Una posizione ribadita anche dall’assessore all’integrazione della Provincia di Pisa Silvia Pagnin: “Sono in corso le riunioni organizzative per programmare le attività per i migranti ospiti a San Rossore. Una volta garantiti alcuni giorni di calma e tranquillità non credo ci sarà alcun problema ad aprire le porte ad Africa Insieme e ad altre associazioni.

Oggi intanto a far visita a San Rossore sarà la commissione consigliare della Provincia, quindi di fatto le porte vengono già aperte ad accessi esterni. E anche la cooperativa Paim fa riferimento a riunioni operative, già nella giornata di oggi, per istituire le figure di riferimento, tra cui, i mediatori. “Arci e Caritas hanno dato disponibilità per fornire propri mediatori”; ha detto Giancarlo Freggia, presidente della cooperativa.

Ma la denuncia di Africa Insieme riguarda anche le complessive modalità di gestione di questa nuova emergenza. “Il migrante – scrivono – coinvolto in queste operazioni viene spostato come un pacco, collocato in zone lontane dalle città e dai centri abitati, privato di un’autentica possibilità di comunicazione col mondo esterno. A livello nazionale, il Ministero dell’Interno ha ancora una volta messo in campo un modello di accoglienza ‘emergenziale’. Eppure, gli sbarchi sono un fenomeno relativamente contenuto, se è vero come è vero che ogni anno tra i richiedenti asilo che giungono nello spazio UE circa un quarto arriva in Germania, un quinto in Francia e un misero 4% in Italia. Dato che proprio recentemente il Governo aveva rafforzato la rete di accoglienza ordinaria dei richiedenti asilo (il cosiddetto “Sistema Sprar”), la scelta di predisporre un sistema emergenziale non sembra dettata dalle circostanze, ma da precisi intenti politici”.

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Pubblicato il: 24 marzo 2014

Argomenti: Cronaca, Pisa, Politica, Sociale

Visto da: 7392 persone

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17 risposte a: Pisa. Africa Insieme denuncia: “Per i profughi trattamento di semi-detenzione”

  1. avatar Ilcanedigesso scrive:

    Ma offrendosi volontari, è possibile ospitare un paio di profughi a casa propria?

  2. avatar Sabrina scrive:

    Si certo che li puoi ospitare! Ti va bene se te li mandiamo a casa tua tutti e 40 che sono sotto osservazione a San Rossore?? L’unica cosa che ti chiediamo è se puoi stare in quarantena con loro per soli 21 giorni (i tempi dell’incubazione); ma non preoccuparti!!!!
    Hanno solo un pò di febbre e congiuntivite, niente di che!! Non farti impressionare dalle informazioni sul pericolosissimo virus ebola, cui i sintomi iniziali sono febbre e congiuntivite. Sarà un piacere vedere mentre sputi fuori dalla bocca i tuoi intestini, i reni ed i polmoni liquefatti da questo virus creato in laboratorio dalle aziende farmaceutiche!!!!!

    • avatar Redazione scrive:

      Le 40 persone ospitate a San Rossore sono state sottoposte a screening sanitari completi, niente ebola dunque e neppure malaria

      • avatar FRANCESCA scrive:

        bene questa è la buona notizia che stavo aspettando, grazie dell’informazione.

      • avatar Franz scrive:

        Ah no? E con quali test hanno svolto lo screening, visto che nell’articolo dite chiaramente che “le pratiche sanitarie sono ancora in corso: esami del sangue e screening devono ancora essere completati. Contavamo di chiudere questa fase in 48 ore, ma le mancate indicazioni del Ministero rispetto alle strutture di appoggio ha rallentato i tempi ”
        Quali test sono stati utilizzati? ELISA da valori inaffidabili in caso di epidemia, e per tutti gli altri come RT PCR o coltura cellulare ci vuole tempo!

        • avatar Redazione scrive:

          Come può vedere dalle date, quest’articolo risale al 24 marzo e il nostro commento, con le informazione che ci sono pervenute dalla Asl a oggi, 12 aprile.
          Per questioni prettamente tecniche Le consigliamo di rivolgersi agli uffici preposti

  3. avatar FRANCESCA scrive:

    adesso però vorrei sapere l’ente certificatore di questa notizia: Le 40 persone ospitate a San Rossore sono state sottoposte a screening sanitari completi, niente ebola dunque e neppure malaria.

  4. avatar FRANCESCA scrive:

    Questo neanche di un millimetro cambia che questi ragazzi siano stati spostati da una parte all’altra dell’italia senza essere prima stati sottoposti ad uno screening sanitario. questo dovrebbe farci riflettere tutti su come le cose vengono gestite qui in Italia.
    l’ente certificatore grazie.

  5. avatar FRANCESCA scrive:

    l’ente certificatore grazie. so che vengono spostati da li e che il 16 la struttura di san rossore viene occupata da dei bambini. sono certa che ai genitori dei bambini in questione fa piacere avere il nome dell’ ente di riferimento che ha effettuato questo screening. Come Madre, per la quale tutti i bambini sono patrimonio comune dell’umanità da tutelare chiedo il nome dell’ente certificatore, prima che i 40 migranti vengano spostati da li. grazie.

  6. avatar Redazione scrive:

    Lo screening è stato fatto dal Sistema sanitario nazionale tramite asl e ospedale

  7. avatar FRANCESCA scrive:

    ospedale quale?

  8. avatar FRANCESCA scrive:

    gli ospedali si affidano per questo tipo di analisi a centri e laboratori specializzati, quindi quale è il laboratorio che ha effettuato l’analisi? intendo questo per ente certificatore. grazie per la risposta

  9. avatar FRANCESCA scrive:

    grazie infinite. Gentilissimi. apprezzo davvero.

  10. avatar FRANCESCA scrive:

    quindi, ricapitolando, dalla risposta che è stata data, dove si esclude con analisi clinica appropriata il virus Ebola (EHF Ebola Haemorrhagic Fever) , pare che non sia l’unica ad avere il timore che il virus possa entrare con qualcuno dei migranti, a quanto pare ad avere dubbi per primi sono stati gli enti stessi e il personale medico incaricato del monitoraggio dello stato di salute dei migranti. altrimenti perchè non fare avvicinare nessuno e fare un test per EBOLA virus che suppongo sia stato fatto poco dopo il 25 marzo? possibile avere anche la data del test grazie e il nome del dipendente pubblico a cui fate riferimento? grazie infinite per la vostra squisita disponibilità.

  11. avatar Francesco scrive:

    Sono un medico. Ricordo che la malaria non si trasmette da uomo a uomo. L’Ebola è un virus raro e a quest’ora avrebbe già dato manifestazioni gravi. Se gli ambienti vengono puliti normalmente come qualunque altro, non c’è nessun problema: oppure quando andate in albergo chiedete la cartella clinica di tutti gli occupanti precedenti della camera? Senza contare che chi ha malattie gravi non è certo in condizione di affrontare il viaggio che hanno affrontato queste persone.
    Meno paranoie e meno maratone di Dr. House, per favore, grazie.
    P.S.: non è l’Ebola che è stato creato dalle case farmaceutiche: quelle sono le SCIE KIMIKE!!!!1! L”Ebola è stato creato dai Templari col signoraggio, SVEGLIAAA!!!1!!!!2!!!!

  12. avatar Redazione scrive:

    Dalla Asl ci fanno sapere che il Ministero della Sanità ha diffuso una circolare in cui si dice che non ci sono pericoli rispetto all’Ebola, ma per pura procauzione di mantenere l’osservazione.
    I profughi arrivati a marzo sono stato sottoposti a controlli sanitari al’interno dell’ospedale e della ASL al momento dell’arrivo e sono risultati complessivamente in salute.
    Non esiste un test di diagnosi specifico per l’Ebola, che viene diagnosticata, ci spiegano, attraverso un’osservazione clinica. La malattia ha un’incubazione massima di 21 giorni. Se le persone ospitate a San Rossore l’avessero contratta avrebbero quindi già manifestato i sintomi

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