MENU

Ti racconto due o tre “Balle di Scienza”

IMG_7391

La storia della scienza è costellata di errori, di false credenze, di scoperte nate dopo un percorso di ricerca che voleva arrivare altrove. Scalini e “inciampi” che hanno contribuito alla formazione di quel “metodo” che oggi guida gli scienziati nell’interpretazione e nello studio dei fenomeni naturali.

Balle di scienza – storie di errori prima e dopo Galileo, che si apre oggi a Palazzo Blu, parte da qui.  Ma non si ferma agli errori, perché spiega Franco Cervelli, curatore della mostra insieme a Vincenzo Napolano,  due, anzi tre, sono le interpretazioni della parola “balle”: “Balle come errori, ma anche come grande quantità, una grande quantità di scienza nel nostro caso. Nel linguaggio comune troviamo poi la parola imballare e, in qualche modo, in questa mostra si imballa conoscenza”.

La mostra  propone appunto un percorso alla scoperta degli errori, delle false credenze e delle scoperte “per caso” che hanno nei secoli contribuito al progresso del pensiero scientifico. E bene dunque, e non a caso, si inserisce nelle celebrazioni  de 450esimo anniversario della nascita di Galileo. C’è dunque la storia del metodo e di come questo continui ad evolversi anche oggi. “Uno sviluppo – sottolinea Cervelli – che rischia di essere minacciato dall’idea di alcuni, che ad essere finanziati debbano essere solo i progetti che portano a risultati sicuri. Una posizione che coincide con la morte della scienza”, come questa mostra vuole spiegare.

Ha due obbiettivi ambiziosi la mostra. Da un lato infatti, come spiega Cervelli “l’esposizione vuole essere un piccolo contributo per riaprire un discorso collettivo in città sulla scienza e sulla necessità di un’apertura ancora maggiore verso l’esterno, dettata dalla necessità di un confronto che deve sempre crescere”.

Dall’altro la mostra prova a superare quello che l’altro curatore, Vincenzo Napolano definisce “un deficit di comunicazione nel raccontare la scienza”. E se la scienza è certamente un pezzo della  cultura, Balle di scienza prova a correggere questo difetto di comunicazione attraverso l’interazione con la video arte e le installazioni scenografiche: dal Dono della massa, installazione interattiva sul bosone di Higgs, al Naso di mio padre, un’illusione ottica che sfrutta il fenomeno dello specchio gravitazionale. Superando i canoni tradizionali della mostra scientifica cerca di rivolgersi  a un pubblico diverso, per parlare sia a un bambino che attirare l’interesse degli scienziati.

Non a caso per contribuire all’allestimento i curatori si sono avvalsi della collaborazione di esperti di interaction design e videoarte: il risultato è un viaggio attraverso la storia della scienza coinvolgente, non fosse altro per il “tunnel” temporale che da avvio alla visita, dove attraverso video proiezioni e inserti si ripercorrono le credenze alle origini dei tentativi dell’uomo di spiegarsi i fenomeni naturali: dagli dei, alle erbe magiche, fino a un’edizione di una Bibbia di proprietà della Biblioteca Universitaria.

In mostra, immancabile, anche una sezione dedicata a Galileo e arricchita da alcune prime edizioni delle sue opere. E, passando da appunti autografi che testimoniano anche lo sviluppo e le prime mosse di una ricerca scientifica, si arriva fino ad oggi, all’esplorazione dell’universo e al bosone di Higgs.

“Il metodo Galileiano – ha commentato Antonio Masiero, vicepresidente INFN – ci insegna anche a riconoscere gli errori e superarli. Nella scienza sbagliare non è solo utile, a volte si rivela anche indispensabile per il progredire della scienza”.

A esemplificarlo è “un errore”, che nella storia dell’uomo ha avuto certo un impatto di non poco conto. “La carta disegnata da Paolo dal Pozzo Toscanelli nel XV secolo – ricorda Paolo Rossi dell’Università di Pisa – delineava una superficie della terra molto più piccola del reale. Sulla base di quella Cristoforo Colombo approdò in America”.

Balle di scienza – storie di errori prima e dopo Galileo si inaugura oggi e resterà aperta fino al 29 giugno. È promossa da Palazzo Blu e curata dall’Università di Pisa, dall’Istituto nazionale di Fisica Nucleare e della Scuola Normale Superiore.

Download PDF

Scritto da:

Pubblicato il: 22 marzo 2014

Argomenti: Cultura, Pisa, Scuola-Università

Visto da: 1406 persone

, , , ,

Post relativi

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi paginaQ per email

Ciao!
Iscriviti alla newsletter di Pagina Q
Se lo farai ci aiuterai a far vivere l’informazione nella nostra città e riceverai la versione mail del quotidiano.
Naturalmente non cederemo a nessuno il tuo indirizzo e potrai sempre annullare la tua iscrizione con un semplice click sul link che troverai in ogni nostra mail.