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Serata Buzzati al Teatro Verdi

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Una serata tutta dedicata a Buzzati quella di venerdì 14 marzo al teatro Verdi. Per il ciclo di Opera da Camera in Sala Titta Ruffo in scena un dittico inusuale: Il Mantello di Luciano Chailly e, in prima assoluta, Amici di Angelo Bellisario. La regia è di Stefano Mecenate, al pianoforte Eugenio Milazzo, scenografie digitali di Pierpaolo Magnani.

Un appuntamento che guarda al ‘900 e rende omaggio a una delle firme di punta del giornalismo italiano, nonché scrittore, disegnatore, librettista, appassionato di musica e di montagna,  Dino Buzzati, con un dittico inusuale, che vedrà succedersi due atti unici di due compositori del ‘900, Luciano Chailly  e Angelo Bellisario.

«Presenti entrambi nella raccolta I Sessanta Racconti – spiega Stefano Mecenate – Il Mantello e Amici  sono distanti tra loro dodici anni: 1942 per il primo, 1954 per il secondo che fino a questo momento è rimasto, come tanti altri piccoli capolavori dell’artista bellunese, nell’ombra dell’oblio». Ad unire le due opere è il tema dell’amore e della morte, «anche se, nettissimo, – annota ancora Mecenate – è il diverso spirito con il quale i due grandi temi sono declinati: più ricco di speranze, di passioni, forse di illusioni il primo, più disincantato, cinico, sarcastico il secondo».

Compositore e operista prolifico, valente Direttore Artistico dei maggiori Teatri italiani, scrittore, insegnante, Luciano Chailly è stato una figura tipica di musicista impegnato nel mondo culturale e civile italiano. Sostenitore dell’ “arte per l’arte”, ha rappresentato nella sua musica (oltre tredici opere, cinque balletti oltre alle moltissime composizioni cameristiche, corali e sinfoniche) i passaggi di gusto di un secolo: dai canti alpini della seconda guerra mondiale agli ultimi sviluppi della musica elettronica. Proprio per Luciano Chailly Buzzati scrisse ben quattro libretti, tra cui appunto Il Mantello (1960), che andò in scena al Maggio Musicale Fiorentino. La storia è quella di un soldato che torna a casa dopo la guerra, intabarrato in un grande mantello e accompagnato da un misterioso comandante. La madre, la sorella e la fidanzata sono felici del suo ritorno, pur non comprendendo né le sue parole né perché non voglia togliersi il mantello. Sarà il fratellino, di ritorno da scuola, turbato alla sua vista, a svelare il mistero.

Direttore d’orchestra, compositore, giornalista, pianista e didatta, Angelo Bellisario, nato nel 1932 in una famiglia di musicisti, è noto nel mondo della musica italiana dove, malgrado abbia lasciato l’insegnamento in Conservatorio nel 1998, continua a essere punto di riferimento e maestro; i suoi testi di composizione e analisi musicale, infatti, sono ancora punto di riferimento didattico essenziale, senza contare le sue quasi duecentocinquanta composizioni di vario genere.
Amici, che a Pisa Angelo Bellisario presenta in prima assoluta, è la sua quinta opera, assai diversa dalle precedenti sul piano della peculiarità dell’espressione musicale, «modellata – come lui stesso ha avuto modo di spiegare – sulla rivisitazione in chiave personale dei parametri musicali ».
Anche in questo caso, la vicenda è improntata al surreale, incentrata com’è sulla visita del violinista Appacher a casa del suo caro amico, il liutaio Amedeo Corti, una visita ‘presagita’ dalla moglie dello stesso liutaio, una visita che in sé non sarebbe strana se non fosse che Appacher è morto venti giorni prima.

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Pubblicato il: 13 marzo 2014

Argomenti: Pisa, Teatro

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