MENU

Finanza a scuola. La psicologa: “È il fallimento dell’autorità genitoriale”

droga

La dirigente del Pacinotti tranquillizza sulle modalità dell’operazione, e così anche la Finanza. Ma la psicologa mette in allerta: “Lavoriamo di più sul rapporto fra genitori e figli”

“Tutto si è svolto nella massima tranquillità e senza intimorire nessuno”. Tiene a precisare questo aspetto la dirigente dell’Istituto Pacinotti Angela Gadducci, dopo l’ingresso della Guardia di Finanza ieri nella scuola di via Croce, per cercare sostanze stupefacenti che di fatto sono state rinvenute in modestissime quantità.

Un gesto forte, seppur svolto con le dovute precauzioni, che Gadducci spiega così: “A primi di dicembre una ragazza si è sentita male ed è stata portata all’ospedale. Questo episodio ha destato preoccupazione fra i genitori, e lo scorso 19 dicembre il consiglio di istituto, all’unanimità, ha dato l’autorizzazione alla Guardia di Finanza di entrare a scuola”.

“L’ingresso – prosegue – è avvenuto con modi tranquilli e agenti in borghese: sono entrati in 4 classi scelte a campione, non quindi in tutte le aule. Io sono entrata in servizio solo a settembre, ma so che anche negli anni passati erano avvenute operazioni simili. A noi interessa solo la salute dei ragazzi – aggiunge – certo, siamo rammaricati del fatto che siano state trovate sostanze addosso a una persona, e ci auguriamo che quanto accaduto serva da monito a tutti. Ci dispiace anche che si sia dovuti arrivare a questa decisione, del resto noi dirigenti scolastici siamo tenuti a intervenire di fronte a problemi che riguardano i ragazzi”.

Non vi sono altri metodi per affrontare il problema senza ricorrere alle forze dell’ordine? Risponde così Gadducci: “Abbiamo una commissione di educazione alla salute che si occupa di dare strumenti di conoscenza agli studenti, e abbiamo anche uno sportello settimanale con una psicologa della Asl, alla quale possono rivolgersi sia studenti che genitori”.

Strumenti che evidentemente non sono stati abbastanza efficaci, se il consiglio di istituto ha deciso comunque di procedere con un’azione che dovrebbe essere l’estrema ratio, tanto più, come afferma la stessa Gadducci, che “non sono state segnalate altre criticità oltre alla ragazza che è stata male a dicembre”.

Sull’utilità di ricorrere alla Finanza e sul significato che sottende questo gesto rispetto all’educazione degli adolescenti, abbiamo chiesto un’opinione alla dott.ssa Bruna Ferrari, psicologa: “Mi sembra una prova del fallimento dell’autorità genitoriale”, dice senza mezzi termini. “Il rapporto dovrebbe riguardare genitori e figli, e genitori e scuola. In questo caso il consiglio di istituto si è assunto la responsabilità di denunciare il fallimento dell’autorità genitoriale, se ha deciso di ricorrere all’intervento delle forze dell’ordine. Forse gli sportelli di aiuto e di ascolto non sono sufficienti – aggiunge – altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di arrivare a tanto. Non preoccupano tanto le ripercussioni sugli adolescenti, che non si turbano troppo se vengono trovati in possesso di sostanze, preoccupa di più la mancanza di alternative”.

E conclude: “Bisognerebbe andare incontro alla genitorialità nel suo complesso, e alla comunicazione fra genitori, insegnanti e studenti. Non limitarsi ad un ‘monitoraggio annusante'”.

Dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Pisa spiegano la procedura: “Il primo percorso lo fanno i docenti nelle aule, guardando cosa accade fra i banchi e valutando le situazioni che via via si pongono. Non solo, i docenti e i dirigenti sono anche i primi a controllare cosa accade fuori dalla scuola, se ci sono per esempio persone esterne all’istituto che provano a entrare e uscire, o che sostano fuori, o se qualcuno si è sentito male per cause non chiare. Una volta viste ed elencate le varie criticità, si sottopone la questione al consiglio di istituto, che deve approvare all’unanimità l’intervento delle forze dell’ordine. Senza questa autorizzazione noi non potremmo mai entrare”.

Una volta entrati nell’istituto, aggiungono i militari delle fiamme gialle, “innanzitutto cerchiamo di tenere un’atmosfera calma durante l’operazione. Ci presentiamo in borghese e veniamo sempre accompagnati dal dirigente scolastico o dai docenti. Entriamo nelle classi e spieghiamo cosa sta per accadere. Nel frattempo vengono dislocati gli agenti in ogni classe, per dissuadere chi ha sostanze dal gettarle o nasconderle. Fa poi ingresso l’agente con il cane, che è addestrato alla ricerca di sostanze attraverso il gioco, per cui non è né aggressivo né intimidatorio. A quel punto facciamo sfilare tutti gli alunni, uno ad uno, davanti al cane, che segnala eventuali presenze avvicinando il muso alla parte del corpo a contatto con la sostanza, oppure seguendo la persona. Nessun abbaio o gesto aggressivo: il cane è addestrato al gioco e così si comporta”.

Se qualcuno viene segnalato dall’animale, “viene isolato dagli altri e portato in un’altra stanza, sempre in presenza di un docente o del dirigente scolastico. Gli vengono quindi fatte le domande di rito: come ne sei entrato in possesso, dai chi, ecc. Gli viene quindi chiesto di svuotare le tasche, e nel 90% dei casi, se c’è qualcosa da consegnare lo fanno da soli. Non si effettuano perquisizioni, se non in casi di particolare gravità, di fronte a resistenza a svuotare le tasche o tentativi di occultamento. Se si trovano sostanze, i possessori vengono segnalati alla Prefettura, non alla Questura, senza conseguenze particolari per il loro futuro”.

Download PDF

Scritto da:

Pubblicato il: 12 marzo 2014

Argomenti: Cronaca, Pisa, Scuola-Università, Sociale

Visto da: 1997 persone

, , , , , , ,

Post relativi

6 risposte a: Finanza a scuola. La psicologa: “È il fallimento dell’autorità genitoriale”

  1. avatar Francesco scrive:

    “senza conseguenze particolari per il loro futuro”… certo, non risentiranno minimamente dell’essere svergognati di fronte all’universo mondo; tornati a casa, la mamma chiederà “come è andata oggi?”
    – “Niente di che, un cane antidroga mi ha segnalato avvicinandomi il muso, quindi sono stato isolato dagli altri e portato in un’altra stanza in presenza di un docente o del dirigente scolastico, mi sono state fatte le domande di rito: come ne sei entrato in possesso, dai chi, ecc., mi è stato chiesto di svuotare le tasche anche se non avevo nulla ma ieri avevo pomiciato con una che si era fatto una canna, e sono stato segnalato alla Prefettura”.
    – “Ah. A pranzo c’è il pollo, vuoi petto o coscia?”
    – “E’ uguale. Comunque fino a ieri mi facevo le canne, ma dopo la roba di oggi col cane, è sicuro che smetto. Tra l’altro questo ha accresciuto di molto la mia fiducia e la mia stima nella mia preside, nelle forze dell’ordine, nell’autorità costituita e nel mondo degli adulti in generale. Ora sono un cittadino migliore, e di certo non mi drogherò mai”.

  2. avatar Arianna scrive:

    Ho trovato l’articolo veramente ben fatto e utile a completare il quadro che mi ero fatta. E trovo il commento di Francesco chiosa perfetta alla situazione. Per cui posso solo ringraziare paginaQ e il suo modo di fare giornale anche con i suoi lettori.

  3. avatar Napocesco scrive:

    Questa società mi sembra sempre più imbastardita e perde sempre più valori, quindi prendersela solo con i genitori mi sembra un po’ superficiale.

  4. avatar Napocesco scrive:

    PS: non era un commento all’articolo, ma alla intervistata.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi paginaQ per email

Ciao!
Iscriviti alla newsletter di Pagina Q
Se lo farai ci aiuterai a far vivere l’informazione nella nostra città e riceverai la versione mail del quotidiano.
Naturalmente non cederemo a nessuno il tuo indirizzo e potrai sempre annullare la tua iscrizione con un semplice click sul link che troverai in ogni nostra mail.