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Eduardo Eurnekian, ecco chi è l’uomo della fusione

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L’uomo salutato come il partner industriale che potrà dare nuovo concretezza all’integrazione fra gli scali di Pisa e Firenze è Eduardo Eurnekian. 82 anni, argentino di origine armena, il secondo uomo più ricco di Argentina con il suo patrimonio stimato in 1,8 miliardi di dollari, e 831° (su circa 1300) nella classifica dei miliardari di Forbes.

Nato a Buenos Aires il 4 dicembre 1932, non si è mai sposato, non ha figli e gestisce il suo impero economico con i suoi nipoti occupandosi prevalentemente di infrastrutture, agricoltura, energia, commercio e settore finanziario, seguendo il motto “L’impresa come filosofia di vita”, come si legge nel suo sito.

Eurnekian comincia la sua attività di imprenditore fra gli anni ’70 e ’80, nell’azienda tessile di famiglia, la “Uzal“, che opera in Argentina principalmente con il marchio “Puma”. Negli anni abbandona gradualmente il tessile per concentrarsi sull’editoria. Tra l’82 e il ’95 si dedica alla televisione, fondando il canale pay-tv Cablevision, poi venduto nel 1995, e creando la Multimedios América, composta dal canale tv “America“, dal giornale “El Cronista” e dalle radio “América”, “Del Plata”, “Aspen” e “Metropolitana”.

Alla fine degli anni ’90 si lancia quindi nelle infrastrutture, in particolare negli aeroporti dove avvia una scalata internazionale proprio a partire dall’Argentina, dove diventa Presidente, Direttore e CEO di Aeropuertos Argentina 2000, ed entra nel board dell’associazione internazionale American International Airports (AIA). Da allora è una continua ascesa: in meno di vent’anni raggiunge il controllo di 52 scali in tutto il mondo – oltre ai 30 scali argentini, controlla aeroporti anche in Armenia, Brasile, Ecuador, Perù e Uruguay. E il numero è destinato a crescere se le intenzioni espresse da Eurnekian sull’Europa venissero confermate.

Già in Italia infatti, il magnate argentino ha provato a fare ingresso in numerosi aeroporti, senza riuscirci. Dopo serrate trattative con Linate, Ancona, Bologna, Brescia, Genova, Salerno, Verona e per l’intero sistema aeroportuale siciliano, di fatto è riuscito solo entrare nella compagine sociale dell’aeroporto di Trapani. Ma la sua presenza negli aeroporti italiani c’è stata anche con la compagnia Volare, per il cui crac, avvenuto nel 2004, Eurnakian è stato rinviato a giudizio, anche se lui si è sempre detto “truffato” dall’affare.

Il suo ingresso negli scali di Pisa e Firenze, tramite la controllata Cedicor sembra invece ormai segnato ed Eurnekian si prepara ad un’Opa totalitaria sullo scalo fiorentino. L’interesse sull’Europa non si ferma però all’Italia: la Corporacion America avrebbe anche mostrato attenzione per 21 scali greci.

Di sicuro c’è che l’arrivo di Eurnekian non è solo “a parole”. Il suo ingresso in Adf è arrivato con 40 milioni di euro sul piatto, pronti per rilevare le quote pari al 33,4% di Aeroporti Holding, che fa capo a Vito Gamberale. Dopo l’annuncio dell’accordo, è scattata la corsa agli acquisti in Piazza Affari, dove il titolo ha chiuso con un rialzo del 22,2%, appena 10 centesimi sotto ai 13,42 euro fissati per la transazione e per la successiva Opa. Al perfezionamento dell’operazione, Cedicor lancerà l’Opa totalitaria su Adf, obbligatoria visto che ha annunciato l’acquisto di un pacchetto superiore al 30%.

Ma le sue intenzioni sugli scali di Pisa e Firenze non sono ancora chiare. Se da una parte infatti l’ingresso di Eurnekian è stato salutato positivamente dalla Regione Toscana che ha incontrato l’imprenditore a Roma ricevendo rassicurazioni sulla sua volontà di investire nella nostra regione, dall’altra non ha ancora esplicitato la direzione in cui andrà la Cedicor, se cioé darà seguito, in soldoni, alle spinte pisane o fiorentine.

Il Vespucci, forte della sua crescita del +7,1% lo scorso anno, percentuale che lo ha portato al 5° posto tra gli scali in crescita, spinge per avere una pista di 2.400 metri, l’unica che darebbe respiro internazionale allo scalo fiorentino. Ma l’ipotesi è fortemente contrastata sia dalla Regione che dalle istituzioni pisane, nonché dalla stessa Sat, la società di gestione del Galilei, che nella crescita del Vespucci vede un pericolo al proprio sviluppo.

“I soci pubblici disegnino le strategie”, ha detto qualche tempo fa Roberto Naldi, braccio destro di Eurnekian in Italia, al quotidiano La Nazione, “noi vogliamo essere soci industriali che gestiscono gli aeroporti”. Il problema è che le strategie non solo sono in alto mare, ma stando alle parole di ieri del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, non saranno nemmeno i soci pubblici a disegnarle.

“Adesso sarà l’imprenditore argentino Eduardo Eurnekian a decidere il da farsi oltre ogni campanilismo e capirà come trovare il giusto equilibrio tra i due scali”, ha detto Rossi durante una tappa del suo ‘Viaggio in Toscana’. “Sono fiducioso perché si tratta di un imprenditore con interessi industriali, non finanziari, e che non possiede altri aeroporti in Italia, quindi ha interesse a fare il meglio per quelli di Pisa e di Firenze. So che l’obiettivo di raggiungere i 12 milioni di passeggeri l’anno è reale”. In quale parte della Toscana, lo dirà solo l’argentino.

 

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Pubblicato il: 3 marzo 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Politica

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