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Aeroporti. Pisa non cede, integrazione solo “se non nociva”

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Filippeschi chiederà la conferma degli accordi presi e non intende retrocedere di un passo dal percorso già definito sull’integrazione fra i due aeroporti. Questo in definitiva l’esito della discussione che si è tenuta ieri in consiglio comunale sul processo di integrazione fra le holding fra Pisa e Firenze.

A introdurre la discussione Simonetta Ghezzani, capogruppo di Sel, che proprio su questo aveva chiesto al consiglio di esprimersi. “In questi due-tre anni di discussione – ha detto – si è andata delineando un’idea di rapporto fra i due aeroporti. I due scali sono rientrati nell’elenco degli aeroporti strategici e questo è un elemento importante. Si deve difendere la pianificazione e gli atti di programmazione già assunti”. “Dato questo contesto – ha aggiunto – le uscite di Riggio e la presentazione del doppio masterplan sull’aeroporto di Peretola ci ha lasciati perplessi e preoccupati. Sulla stessa figura di Vito Riggio è giusto soffermarsi: da più di 10 anni ricopre questo ruolo in Enac. Come SEL prima del rinnovo a settembre abbiamo chiesto un avvicendamento, per una questione di trasparenza”.

È stata quindi la volta del sindaco Marco Filippeschi, che a partire dall’annuncio dell’acquisto di Cedicor del 33% di Adf ha commentato positivamente la presenza del nuovo socio argentino, che sta perfezionando anche il suo acquisto di quote Sat. “Li abbiamo ricevuti nella riunione dei soci del patto – ha detto il Sindaco – La cosa più importante è che garantiscono il piano industriale che esiste già. Siamo noi i tutori del nostro piano, la cui esistenza è stata la motivazione per cui questo gruppo si è avvicinato alla Toscana, tramite l’interesse per Pisa. L’attenzione dell’Ue e del governo sarà per gradi e partirà dal sostenere i sistemi aeroportuali che sono in fascia strategica”.

“Noi siamo interessati a mantenere un rapporto stretto di sistema con la città metropolitana di Firenze”, ha detto ancora il sindaco. “La Toscana ha il cuore produttivo e dell’innovazione, nonché del turismo, nell’asse tra Pisa e Firenze. Dobbiamo giocare questo asset anche in base alle nostre misure e facendoci rispettare. Pisa è già a tutti gli effetti aeroporto di Firenze, in virtù degli investimenti fatti e di quelli pianificati”.

“Abbiamo una posizione per l’integrazione che ha ragioni strategiche – ha detto ancora – Per questo siamo stati promotori insieme agli altri soci pubblici, di quel tavolo per la ricognizione delle linee guida, per studiare il sistema di integrazione fra le società. Abbiamo dato mandato ai tecnici di proseguire su questa strada attraverso una delibera di giunta, che scandisce le condizioni con le quali approdiamo a questo percorso. No alla concorrenzialità nociva: ci rifacciamo alle stesse raccomandazioni di Enac nel 2012. Noi abbiamo preso atto delle dimensioni inserite nel PIT, che parlano di una pista 2000 metri, senza la bretella di rullaggio e con una pista unidirezionale. Già queste condizioni evitano, per buona parte, una competizione nociva. Si sa che la variante al PIT è stata elaborata in stretto contatto fra Regione e Enac, e la scelta della pista parallela l’ha fatta Enac. Difficile sostenere come fa Enac che quell’infrastruttura con quelle dimensioni sia stata una scelta della Regione. Per questo siamo rimasti sorpresi e sconcertati di fronte alle due piste”.

E ha concluso: “Vogliamo capire se ci sono le condizioni per andare avanti. Noi siamo interessati. Il fatto che esista un socio privato che compra entrambe le quote è fattore di integrazione; ora c’è e potrebbe giocare positivamente. All’esito di questa verifica ne riparleremo”.

L’amministratore delegato di Sat Gina Giani ha ricordato il piano degli investimenti sul Galilei, a partire dall’ampliamento dell’aerostazione, all’allungamento della pista, alla riorganizzazione di via Cariola. Giani ha detto che se verranno rispettati gli impegni assunti, “nel 2028 il Galilei sarà in grado di ospitare fino a 7 milioni di passeggeri. I prossimi tre anni sono il momento più impegnativo. Per questo l’integrazione deve avvenire in base agli accordi presi. Mi hanno insegnato che la prima scelta strategica di un aeroporto sono le dimensioni della pista: i 2400 metri la dicono lunga sulle intenzioni di Firenze”.

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Pubblicato il: 28 febbraio 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa, Politica

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