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Ikea tappezza la città

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Ora è proprio countdown. Sei i giorni che separano il prima dal dopo, dell’apertura di Ikea a Pisa il prossimo 5 marzo.
La protagonista indiscussa di giornali, opinioni, chiacchiere in strada e online, da settimane, mesi ormai, ieri sera ha fatto incursione nel cuore del centro storico, lasciando le tracce inconfondibili del suo passaggio, come mostrano le foto in gallery.

Un’immagine che si è fatta sempre più presente nelle abitudini della città, dai cartelloni alle pubblicità sugli autobus, alle foto sui giornali e al profilo lungo l’Aurelia. E di certo attorno al megastore si è creato ed è tuttora vivo un dibattito politico, che ora avrà un elemento in più di cui parlare: Ikea che tappezza la città.

La campagna durerà almeno fino all’apertura del 5 marzo, e toccherà i seguenti punti: piazza dei Cavalieri, Borgo Largo, Borgo Stretto, Piazza delle Vettovaglie, Piazza Garibaldi, Lugnarno Pacinotti, Mediceo, Gambacorti e Galilei; piazza XX Settembre, via Mecherini, Corso Italia, Stazione Centrale.
Quando sarà conclusa gli arredi sparsi per la città saranno donati a due associazioni, Dinamo Camp e all’Associazione Italiana Persone Down.

Su Facebook già creata la pagina “Tappezza Pisa. Uffa – per tutti quelli che si sono indignati nel vedere un’azienda giocare con una città secolare e con chi gliel’ha permesso”. Pochi i “like raccolti”, ma la pagina ha solo qualche ora.

Ma le voci contrarie alla pervasione dell’azienda svedese nel tessuto della città, anche quando hanno argomenti forti, sembrano comunque esigue di fronte al generale entusiasmo per l’apertura del megastore. Certo, restano le incognite sulla viabilità che “dovrà” reggere, ma gli sconti altissimi promessi per l’apertura catturano l’attenzione, e c’è anche l’attesa dei 250 addetti che stanno per cominciare il lavoro.

E voi cosa ne pensate di questa campagna di marketing di Ikea a Pisa?

Le foto notturne sono di Niccolò Dainelli

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Pubblicato il: 27 febbraio 2014

Argomenti: Cronaca, Pisa

Visto da: 11155 persone

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29 risposte a: Ikea tappezza la città

  1. avatar Roberto scrive:

    ganzo, lo voglio fare anch’io dé. Infatti, sto per aprire con dei soci un grandissimo nuovo studio ginecologico: a quale ufficio del comune devo rivolgermi per fare una pubblicità simile tappezzando la città come ha fatto ikea? Quanto devo pagare al comune per la concessione degli spazi? C’è una commissione che valuta, oppure sono libero di andar di fantasia?

  2. avatar Federico scrive:

    È interessante questa operazione del l’ikea nel dibattito di questi anni sui beni comuni. A me pare sia un caso evidente di quanto la città non sia più in comune ma sia diventata del Comune che la presta agli amici per giocarci.
    Sono indignato.

  3. avatar Francesca scrive:

    Alla facciazza di tutti i negozi storici del centro che stanno chiudendo.
    Questa giunta comunale non ne fa una giusta.
    Si fa un gran parlare della salvaguardia dell’identità pisana, con le dovute cerimonie, ricorrenze e tagli di nastri, ma all’atto pratico conta solo il ca$h, anche a costo di svendere il centro come vetrina per una multinazionale estera. Che schifo. Che schifo.
    E quelle decorazioni sono ridicole, non si integrano per niente con la città.

    • avatar rita scrive:

      evitiamo di cristallizzare tutto, le novità servono, si vede che te sei nostalgica dell’età della pietra……………

      • avatar Francesca scrive:

        Le novità servono, ma non sono certo queste quelle che servono all’economia italiana, massacrata giornalmente dai colossi del consumo di massa. E chiudo un occhio sul fatto che mi lei mi stia dando della cavernicola in base a un commento su una ruffianissima trovata pubbliciataria che sembra studiata da un bambino delle elementari. Si vede che lei è nostalgica dell’età dell’asilo.

  4. avatar Arianna scrive:

    Poiché da nessuna parte sta scritto IKEA, penso proprio che non sia stato pagato niente. So per certo che hanno regalato ai bar a locali del centro storico apparecchiature blu e gialle (ovviamente senza marchio). sono piuttosto senza parole… Arianna Sarti

  5. avatar Fausto scrive:

    strano che una cosa del genere accada in una città, dove “i graffitari” sono ancora considerati vandali.. evidentemente ci sono dovute eccezioni: una di queste è “il graffitaro sgancia-quattrini”

  6. avatar rita scrive:

    Evviva, finalmente qualcosa di diverso, non la solita pubblicità trita e ritrita sui mega cartelloni pubblicitari o sugli autobus. Anche la città, il centro storico, sono stati coinvolti in modo garbato, invasivo come numero ma discreto come immagini. E finalmente a Pisa questo sindaco è riuscito a far ripartire un po’ l’economia e ad ottenere nuovi posti di lavoro. Sono proprio contenta!!!!

  7. avatar Tom scrive:

    A quando le tesi di laurea sull’epistemologia di Desio & Robe’?

  8. avatar Silvia scrive:

    A me sembra un’offesa bella e buona a una citta’ d’arte millenaria. Ma chi e’ quell’ignorante che glielo ha permesso?

  9. avatar Claudio scrive:

    E’ l’ennesima presa per i fondelli, siamo già disgustati… eppure all’inaugurazione la gente farà follie! Siamo italiani fino in fondo, cioè dei grandi pecoroni!

  10. avatar Cinzia scrive:

    Che delusione!
    Ieri sera, assistendo all’allestimento, avevo pensato che fossero i preparativi del Distretto 42 per una sfilata di Carnevale, dato che oggi è “Giovedì Grasso”.

  11. avatar lucrezia scrive:

    trovo che sia un ottima iniziativa per pubblicizzare in maniera diversa e originale. Non sono stati imbrattati muri, ne hanno deturpato niente, anzi hanno dato un tocco di colore e luce al centro della città, un po di vivacità che non fa mai male.
    Non saranno di certo della bande colorate a screditare l’importanza storico/artistica di Pisa, e credo fermamente che tanti pisani che affermano ciò non conoscono nemmeno la metà del patrimonio della nostra città.
    ikea ha dato moltissimi posti di lavoro, e invece di pensare a questo le persone si limitano a giudicare così, senza pensare minimamente agli aspetti positivi, che oltre ai posti di lavoro comprendono anche la quantità di persone, non pisane, che venendo all’iKea possono fermarsi in città per far un giro e magari prendere qualcosa .
    Per concludere , i negozi/bar del centro storico chiudono non per colpa dell’ikea ma perché spesso sono chiusi le domeniche, perché non sanno comunicare e alcuni negozi di abbigliamento si rivolgono più alle tasche dei turisti che a una persona media…i pisani sono bigotti, chiusi, spaventati dai cambiamenti e questo non porta niente di buono.

    • avatar Francesca scrive:

      I commercianti pisani sono colpevoli di stare chiusi la domenica? Chiudono le loro attività perchè non sanno “comunicare”? Chi ha mai detto che i negozi del centro stiano chiudendo per colpa di Ikea? E quali sarebbero questi cambiamenti che spaventano i pisani?
      Ma cosa sta dicendo?

      • avatar lucrezia scrive:

        certo, una delle colpe dei commercianti è proprio quella di stare chiusi la domenica, perché è il giorno in cui le persone hanno più probabilità di aver tempo per uscire a passeggiare e inoltre non sanno attirare l’attenzione delle persone.
        tu hai le tue idee, io le mie, per te non ha senso ciò che dico io, va bene ma rispetta ciò che dicono gli altri..la mia non era una risposta al tuo commento precedente se questa è stata la tua idea/sensazione…

      • avatar rita scrive:

        non solo i commercianti pisani stanno chiusi la domenica, eccetto qualche rara occasione, ma non sanno neppure “stare al pubblico”: quando entri in un negozio ti scrutano dall’alto in basso e ti servono controvoglia oppure cercano per forza di appiopparti anche cose che non vuoi. Servirebbe più educazione, rispetto e gentilezza con i clienti altrimenti fanno come me: vanno a Lucca a fare spese!

        • avatar Silvia scrive:

          Sono la moglie di un commesso costretto a lavorare la domenica perché l’innovativo negozio dove lavora, a Lucca, sta aperto 365 giorni l’anno (Natale compreso). Abbiamo dei bambini, ma non possiamo trascorrere tempo insieme, visto che il giorno libero settimanale non lo è per chi va a scuola. Quando andate a fare shopping la domenica, pensate a chi lavora, perché i turni non esistono più, come pure le persone. Esistono solo automi al servizio dei gestori, e se non ti va bene sei licenziato. Che bella che era la vita quando i negozi chiudevano la domenica e un pomeriggio a settimana! E non c’era neppure la crisi! Ora è tutto liberalizzato, ma non mi sembra serva a qualcosa… i soldi da spendere sono sempre i soliti, non è che rimanendo aperti la domenica aumentino! Pensate gente, prima di scrivere! Sui posti di lavoro poi che dire… 250 in più (per qualche mese e con contratti di poche ore) e chissà quanti in meno per tutti quei negozi che chiuderanno! Mah…

          • avatar Napocesco scrive:

            Carissima, sono d’accordo con te. Io ho lasciato il supermercato proprio perchè ne risentiva la vita familiare. Ora lavoro qualche volta anche i festivi, ma faccio un servizio pubblico. tanto per fare un po’ di informazione vorrei ricordare che le aperture domenicali sono state introdotte con la famosa riforma del commercio durante un governo di sinistra dall’allora Ministro Bersani.
            Ho sempre pensato, riguardo si supermercati alimentari, che gli italiani non muoiono di fame con la chiusura domenicale e che, riguardo ai magazzini non food, c’è di meglio da fare che andare a fare una girata ai Gigli, e Ikea, all’Ipercoop, ecc.

  12. avatar Napocesco scrive:

    Quello che mi preoccupa non è tanto il colore che per qualche giorno invaderà il centro, ma il genuflettersi della politica locale al potere economico che queste multinazionali esprimono.

    • avatar rita scrive:

      guarda che l’economia oggi si regge proprio sulle multinazionali e meno male che si sono! del resto i negozi del centro hanno chiuso tutti anche perché praticavano prezzi da salasso!!!! e poi, scusa, la saint gobain che ha dato lavoro a migliaia di pisani non era una multinazionale??????

      • avatar Napocesco scrive:

        La genuflessione di cui parlo è quella di occupare territori agricoli quando ci sono già spazi esistenti per fare questo tipo di operazioni.
        Hai presente ciò che è successo a Migliarino? Ti suggerisco di documentarti a proposito di Migliarino. Riguardo ai prezzi in centro ce n’è per tutte le tasche, e comunque tieni conto degli affitti che pagano, dei tributi locali e delle altre tasse in senso lato. Ho guardato il catalogo arrivato e, credo francamente, che ciò che vende Ikea, si può comprare in tanti altri magazzini, almeno che, un compratore non voglia farsi figo affermando, “l’ho comprato da Ikea”, credendo di aver comprato chissà dove e chissà che cosa!

  13. avatar phave scrive:

    Aveva fatto più giornalismo il tirreno di voi
    io mi farei qualche domanda redazione di pagina q
    http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2012/10/03/news/ikea-ha-pagato-i-terreni-22-milioni-e-288-200-euro-1.5792826

  14. avatar Arianna scrive:

    @phave: scusa, ma cosa c’entra. l’articolo che tu link è dell’ottobre 2012, quando paginaQ non esisteva.
    Le inchieste di quel genere si sono lette, ha fatto emergere per esempio i problemi della criminalità dietro la costruzione della rotonda. Arianna Sarti

  15. avatar phave scrive:

    Era solo un esempio, Anche l’articolo sulla rotonda che avevate fatto, apparte che era gia uscito e poi erano due righe copiate.
    Non si puo fare i giornalisti cercando le notizie su google.
    Un saluto

  16. avatar phave scrive:

    Grazie della risposta.
    Bello l’articolo con la citazione di Paolo Borsellino.
    Resta comunque il fatto che le notizie che hai linkato sono tutte uscite prima sui quotidiani.
    Sulla rotonda dell’Ikea Il Tirreno fece anche una civetta in riguardo.
    Intervistare Scalia e assessori vari non mi sembra un grande sforzo giornalistico.
    Sulla vendita dei terreni dove è sorta l’ikea avete scritto due righe sull’ultimo articolo e basta il resto sono parole a riempire, magari scritte bene ma niente di più.
    Io farei un nuovo crowdfounding per pagare qualche giornalista vero.
    Buon lavoro

    • avatar Redazione scrive:

      Per dovere di cronaca il Tirreno ha parlato esplicitamente di infiltrazioni mafiose dopo di noi, pur avendo dato prima di noi la notizia del blocco dei lavori alla rotatoria. Ma non ci interessa particolarmente stilare una classifica su “chi è uscito” prima.
      Non abbiamo certo la presunzione di essere le migliori giornaliste della città e il nostro quotidiano è appena nato quindi sicuramente ha ancora molta strada da fare. Può darsi che lei abbia ragione in merito alle “parole a riempire” sull’articolo dedicato a Ikea: sono i dati sui dipendenti assunti, sul fatturato dell’azienda e sugli investimenti di Ikea in Italia. Per noi sono degni di nota. Ognuno sceglie il giornale che più lo soddisfa ed è giusto che sia così. Saluti

    • avatar tom scrive:

      Il Phave mormorava calmo e placido al passaggio
      dei primi fanti il ventiquattro Maggio.
      L’esercito marciava per raggiunger la frontiera,
      per far contro il nemico una barriera.
      Muti passaron quella notte i fanti:
      tacere bisognava e andare avanti.
      S’udiva intanto dalle amate sponde
      sommesso e lieve il tripudiar dell’onde.
      Era un presagio dolce e lusinghiero:
      il Phave mormorò “Non passa lo straniero!”.

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