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Rimessaggi in Arno: “Si faccia il porto fluviale”

emiliano marchi

Rivendicano un quadro normativo definitivo, regole certe, rispetto delle norme per tutti. Sono i porticcioli d’Arno, oltre 50 attività imprenditoriali insediate sulla golena sinistra dell’Arno.

“Offrono ormeggio e servizi nautici ad oltre 3.000 imbarcazioni”, si legge in una nota di Confcommercio, che spiega: “I primi insediamenti nautici risalgono agli anni Cinquanta, con piccoli punti di ormeggio per le barche da pesca. Il boom vero e proprio si è avuto a cavallo tra gli anni Settanta ed Ottanta, con lo sviluppo della nautica da diporto. Oggi sono una realtà economica di primaria importanza”.

Emiliano Marchi, presidente del Porticcioli d’Arno di ConfcommercioPisa denuncia: “Sono anni che chiediamo l’approvazione di
una variante urbanistica, che permetta di trasformare quella che è considerata una semplice area di ormeggio in un vero e proprio porto fluviale. Siamo il più grande porto naturale della Toscana, siamo tra i primissimi in Italia”.

“La realizzazione del porto di Marina di Pisa, il rilancio dei Navicelli, l’apertura dell’Incile, sono tutti elementi di pregio di una filiera nautica che va difesa, sostenuta, rilanciata. All’interno di questa filiera, noi vogliamo recitare un ruolo da protagonisti. Siamo
pronti ad investire risorse proprie per nuovo sviluppo, ma occorrono norme certe e trasparenti”.

In questo settore, proliferano gli enti, dal Parco alla Provincia, dall’Autorità di Bacino alla Regione Toscana, dalla Capitaneria al comune di Pisa, in un nodo inestricabile di norme e competenze diverse: “Siamo di fronte ad una legislazione contraddittoria, lacunosa, incerta, frammentata – spiega Marchi – impotente di fronte ad un Regio Decreto del 1904, che impedisce alla stragrande maggioranza delle attività della golena di ottenere l’atto concessorio. La Provincia avrebbe potuto realizzare gli interventi necessari per diventare Porto Fluiviale e superare l’ostacolo rappresentato dal Regio Decreto, ma la pratica è stata soffocata sul nascere per mancanza di soldi”.

“Siamo già la seconda generazione che combatte per lo sviluppo dei rimessaggi nautici dell’Arno”, commenta Massimo Bacherotti: “Noi rimessaggi garantiamo con il nostro lavoro pulizia ed una efficace manutenzione della riva sinistra dell’Arno, diamo lavoro ad oltre 250 persone, siamo un valido supporto di servizi qualificati all’unico segmento del mercato nautico ancora vivace: quello delle imbarcazioni inferiori ai 10 metri. Se continua questa incertezza e i tempi si allungano all’infinito, rischiamo tutti di morire”

Per evitare il peggio, che fare? Risponde il presidente Marchi: “È necessario che l’Arno diventi navigabile fino alla foce, che l’area sia trasformata urbanisticamente in porto fluviale, che i manufatti esistenti possano essere riqualificati, che il periodo di durata delle
concessioni sia ragionevole. Per fare questo ci vuole la volontà risoluta da parte di tutte le istituzioni coinvolte. In questo ultimo
periodo abbiamo assistito ad una apertura da parte del presidente dell’Ente Parco Fabrizio Manfredi e l’assessore all’urbanistica del
comune di Pisa Ylenia Zambito si è fatta promotrice in prima persona di un percorso di soluzione. Speriamo che sia la volta buona”.

Infine, la richiesta alle autorità di maggiore attenzione alla concorrenza sleale di circoli e privati: “Liberi dall’obbligo di rispettare ogni adempimento normativo, offrono spesso gli stessi servizi dei rimessaggi nautici. Questa palese dispartià di trattamento, non può essere più tollerata”.

Nella foto Emiliano Marchi

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Pubblicato il: 25 febbraio 2014

Argomenti: Ambiente, Economia-Lavoro, Pisa

Visto da: 757 persone

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