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Il Don Giovanni di e con Filippo Timi

timi

Sabato 22 febbraio, Teatro Verdi stracolmo soprattutto di giovani venuti a vedere il Don Giovanni secondo Filippo Timi e con Filippo Timi. Filippo Timi è tra i più interessanti attori italiani di cinema (Ruggine, Come Dio Comanda, Vincere, tra i primi che mi vengono in mente); ma non solo di cinema si occupa: basta dare un’occhiata alla sua pagina su Wikipedia per vedere tutto quello che fa, attore, regista, sceneggiatore di teatro, doppiatore, e scrive anche libri. Ma ogni tanto dormirà?

Tra le innumerevoli cose di cui si occupa è quindi riuscito a trovare il tempo di rilegge il Don Giovanni. Mi chiedo da dove sia partito per rileggerlo: dall’opera di Mozart su libretto di Da Ponte? Da Moliére? O da Tirso De Molina?

Lo spettacolo è lungo, dura tre ore, ma il ritmo è incalzante, i costumi fantastici in tutti i sensi del termine (sono di Fabio Zanbernardi e forse sono la cosa che mi è piaciuta di più), la scenografia adeguata e sicuramente nessuno si annoia (anche se il mio vicino è andato via e anch’io io sono stata tentata, ma non per noia). Gli attori (oltre a Timi, Umberto Petranca, Alexandre Styker, Marina Rocco, Elena Lietti, Lucia Mascino, Roberto Laureri, Matteo De Blasio, Fulvio Accogli) sono tutti bravi anche quando improvvisano, ed ho apprezzato in particolare Petranca che fa Leporello e Rocco che fa Zerlina. Timi è debordante, un incredibile animale da palcoscenico. C’è anche il coinvolgimento del pubblico, gli attori si rivolgono spesso alla platea e gli spettatori delle prime file hanno la fortuna di ballare brevemente con quattro attori. Interessanti anche gli inserti video. Non li ho capiti ma mi sono piaciuti.

Ma è proprio la rilettura di Filippo Timi che non mi è piaciuta. Da qualche parte ho letto che è un Don Giovanni pop. Forse troppo pop, perché tra battute sessuali spesso banali, provocazioni che in teatro non provocano più (uomini nudi, defecazioni, un cristo in sedia a rotelle…), balletti alla Cuccarini, cartoni animati giapponesi, e molto molto ancora, mi è sembrato che del fascino e del mistero del personaggio Don Giovanni non sia rimasto niente. Non ho trovato niente del senso di morte che porta con sé il personaggio o della sua solitudine che stona con la sua vita apparentemente piena di vitalità; insomma di questo personaggio mito le cui avventure continuiamo a voler sentire raccontare, nello spettacolo mi sembra di aver visto solo la sua estrema frivolezza e volgarità. O forse questo era proprio il senso dello spettacolo? Il libertino impertinente di fascino e di mistero secondo Timi proprio non ne ha ed è solo un ridicolo e superficiale sciupafemmine.

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Pubblicato il: 25 febbraio 2014

Argomenti: Pisa, Teatro

Visto da: 4189 persone

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Una risposta a: Il Don Giovanni di e con Filippo Timi

  1. avatar gian paolo scrive:

    io l’ho visto lo scorso anno a roma…
    in effetti, se lo spettacolo avesse avuto un altro titolo sarebbe stato più..onesto. sono tre ore di esplosione timiana, senza freni. sta allo spettatore lasciarsi investire o mettersi al riparo. io ho riso molto, forse perché ho trovato rappresentata la follia divertente che raramente capita di vedere in uno spettacolo.

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