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Parco di San Rossore. L’intervento della Bramerini

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A prendere la parola sulle vicende giudiziarie che hanno investito il Parco di san Rossore è l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini. “La Regione non arriva dopo la magistratura. Anzi, grazie al lavoro dei revisori dei conti e del presidente e direttore del Parco, siamo venuti a conoscenza dei fatti oggetto di indagine che già lo scorso luglio abbiamo subito provveduto a segnalare alla Corte dei Conti, al Presidente della Giunta, al presidente della commissione ambiente e territorio del Consiglio regionale e agli enti locali interessati”.

“Col rinnovo degli organi del Parco – prosegue l’assessore – d’intesa con gli enti locali chiedemmo un ‘cambio di passo’ nella gestione del Parco, raccogliendo anche gli indirizzi più volte espressi dal Consiglio regionale nelle sedute di approvazione dei bilanci dell’ente, ma mai avremmo immaginato di venire a conoscenza delle criticità emerse la scorsa estate e sulle quali ci auguriamo che gli interessati sappiano fornire i chiarimenti necessari e da più parti invocati. Il Parco di San Rossore, per la sua rilevanza non solo nazionale non merita certo questo genere di risonanza, che nuoce all’immagine dell’ente e di quanti con serietà e professionalità a vario titolo vi lavorano”.

“A fronte delle segnalazioni pervenute dai revisori e che di fatto non hanno consentito l’approvazione del bilancio consuntivo 2012- prosegue Bramerini – abbiamo deciso insieme alla dirigenza del Parco e agli enti locali di procedere con un commissariamento ad acta, avvenuto con decreto del Presidente della Giunta n. 25 del 14 febbraio scorso. I problemi riscontrati, infatti, si riferiscono alla gestione precedente e avrebbe, quindi, avuto poco senso commissariare quella attuale che così potrà proseguire nella gestione e valorizzazione del Parco, collaborando attivamente con il commissario affinché la sua attività si possa svolgere in maniera efficace e nel minor tempo possibile”.

L’inchiesta portata avanti dalla Guardia di Finanza di Pisa e iniziata alla fine del 2013, riguarda presunte irregolarità, notate dal collegio dei revisori dei conti e segnalate agli attuali vertici del Parco.Sette gli indagati con accuse che vanno dalla truffa, peculato, abuso d’ufficio e falso ideologico.

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Pubblicato il: 24 febbraio 2014

Argomenti: A Nord, Ambiente, Politica

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