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Beni culturali. Gli storici dell’arte: “La task force di volontari è inutile e dannosa”

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Decine di storici dell’arte, fra cui studiosi eminenti Bruno Toscano, Tomaso Montanari, Enrico Parlato, Fulvio Cervini, Davide Gasparotto, Simona Rinaldi e Adriano Prosperi, hanno firmato l’appello contro una tutela amatoriale del patrimonio storico-artistico. Ad essere contestata l’intesa fra Prefettura, Comune, Soprintendenza e  Amici dei Muser firmato a Pisa per la creazione di una squadra di volontari specializzata nel monitoraggio e nel pronto intervento a tutela dei beni culturali. “La task force dei beni culturali – scrivono – non è solo inutile e dannosa, ma costituisce anche un precedente preoccupante a livello nazionale”. Questo il testo completo dell’appello.

Veniamo a sapere dalla stampa che il 3 febbraio scorso il prefetto di Pisa, Francesco Tagliente, ha convocato varie istituzioni locali per “iniziative di supporto alla salvaguardia del patrimonio monumentale ed artistico della provincia”, promuovendo di fatto la creazione di una task force per le nostre opere e monumenti. Da quel che si dice l’idea è venuta al sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, che “ha chiesto una riunione di coordinamento interistituzionale per valutare quali iniziative assumere per contenere i danni al patrimonio storico artistico monumentale, in un’ottica collaborativa che impegni tutti gli organismi utili allo scopo”. Ci si chiede a quali danni si riferisca il sindaco: a quelli causati dal terribile terremoto in Emilia, che due anni fa costrinse alla chiusura della Biblioteca Universitaria di Pisa? O forse all’incuria degli ultimi tempi in cui egli stesso si è trovato a governare la città?
Come se fossero appena atterrati dalla luna, i soggetti riuniti al tavolo prefettizio (Comune di Pisa, Soprintendenza BAPSAE di Pisa e Livorno, Provincia di Pisa, Direzione Territoriale del Lavoro di Pisa, Direzione Generale Azienda USL 5, Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, INAIL, Università, Scuola Normale Superiore e Arcidiocesi) spiegano l’“enorme pregio delle opere oggetto di ammirazione a livello mondiale e di attrazione, oltre che per i numerosi visitatori, soprattutto per gli studiosi e per l’insieme della comunità cultuale di altissimo livello nazionale ed internazionale”. Il panorama presentato è drammatico: si parla di “degrado”, “danni, spesso irrisolti”, “carente manutenzione” e di “usura delle strutture e dei manufatti”. Per questo i soggetti normalmente preposti alla tutela di quelle opere – prima tra tutte la Soprintendenza – concordano nel “porre tempestivo rimedio” alla situazione. Ma non è già il loro compito? No, l’idea è quella di non svolgere più le proprie funzioni, ma delegarle a volontari, perché “le operazioni di recupero e manutentive non appaiono fronteggiabili con le sole risorse pubbliche”. Stato ed enti locali abdicano alle loro funzioni e coinvolgono un’associazione amica (l’Associazione Amici dei Musei e Monumenti Pisani) affinché essa formi un Esercito della Salvezza di chiese, palazzi e musei. Non ci si preoccupa nemmeno di preparare i volontari nel settore della storia dell’arte e della tutela, quanto di munirli di tessera di riconoscimento, attrezzatura adeguata e formarli in materia di salute e sicurezza del lavoro. Come tutti sanno, storia dell’arte e restauro sono patrimonio diffuso, anche se sparito dall’insegnamento scolastico: tutti esperti, tutti restauratori.
Le istituzioni riunite in prefettura il 3 febbraio scorso paiono dimenticare l’articolo 9 della Costituzione (la Repubblica “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”) affidandosi a quella che definiscono “una Sezione specializzata di volontari di pronto intervento”, che tanto ricorda la Guardia Padana nel campo della sicurezza. Non si pensa eventualmente di reclutare giovani laureati in Conservazione dei Beni Culturali o diplomati nelle scuole di restauro, ché loro specializzati lo sono per davvero ma volontari non vorrebbero e dovrebbero esserlo! Non ci sono soldi, dunque ci si affida a un’associazione privata composta da volenterosi appassionati di musei. Ma com’è stata individuata questa associazione, già invitata al tavolo del 3 febbraio scorso? Tramite un bando? Sulla base di quali criteri? Forse per i meriti nella sponsorizzazione, tra i tanti, del progetto degli Uffizi Pisani, ideati dall’ex Soprintendente Malchiodi? Non è un caso, allora, che proprio a “un ex Sovrintendente” si intenda affidare il coordinamento generale.
Riteniamo dunque che la bozza d’accordo firmata il 3 febbraio a Pisa non sia da prendere sottogamba per i risvolti involontariamente comici (volontari in divisa che s’improvvisano storici dell’arte o restauratori), ed anzi tale documento costituisce un precedente preoccupante e assai grave a livello nazionale: l’ennesimo segnale di un paese in cui le istituzioni hanno ormai abdicato alle proprie funzioni.

Le adesioni
Associazione culturale Artiglio
Lorenzo Carletti
Eliana Carrara
Cristiano Giometti
Stefano Renzoni
Adriano Prosperi
Bruno Toscano
Enrico Parlato
Fulvio Cervini
Davide Gasparotto
Tomaso Montanari
Antonella Gioli
Simona Rinaldi
Annamaria Ducci
Antonella Capitanio
Adriana Capriotti
Fabrizio Federici
Franca Leverotti
Caterina Bay
Francesca Tolaini
Chiara Bozzoli
Andreina Di Brino
Alberto Martini
Paolo Castellani
Stefania Russo
Monica Sanna
Emanuela Grifoni
Tiziana Noce
Edoardo Caterina
Ciccio Auletta
Sandra Suatoni
Maria Teresa Filieri
Emanuele Pellegrini
Alice Parri
Anita Paolicchi
Francesca Mannocci
Marco Pierini
Chiara Balbarini
Anna M. Siekiera
Teatro Rossi Aperto
Isabella Morabito
Francesca Parra

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Scritto da:

Pubblicato il: 22 febbraio 2014

Argomenti: Cultura, Cultura-Tech, Pisa, Politica

Visto da: 4750 persone

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5 risposte a: Beni culturali. Gli storici dell’arte: “La task force di volontari è inutile e dannosa”

  1. avatar Nicola Ciarlo scrive:

    Trovo assurda la sola idea di una tutela amatoriale, affidata a volontari, quando esistono delle figure professionali o che si accingono a diventare tali, di operatori con tutte le credenziali del caso. Ancora una volta si conferma il disinteresse delle classi dirigenti a una messa a punto di interventi coordinati assieme ai veri addetti ai lavori e non a improvvisati amateurs

  2. avatar cri scrive:

    come si fa ad aderire all’appello?

  3. avatar cristiana pari scrive:

    come si fa ad aderire all’appello?

  4. avatar Francesco scrive:

    E siccome non c’è soldi per la sanità, prossimamente quando il Pronto Soccorso è affollato ti visita volontariamente il mi’ cugino che lavora alla Stanic ma sa fare le punture

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