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Rossi a Calci ascolta il mondo del volontariato

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Si è concluso a Calci il tour del presidente Enrico Rossi nella provincia pisana. In una sala consiliare gremita soprattutto dai volontari delle diverse realtà del Lungomonte: dalla Protezione Civile, alla Pubblica Assistenza fino ai volontari dell’Antincendio boschivo.

Dedicato infatti al volontariato l’incontro a Calci, dove ad essere presenti insieme a Rossi erano il sindaco Bruno Possenti e il prefetto di Pisa Francesco Tagliente. Fatte le introduzioni di rito, di Sindaco e prefetto, la parola è stata data ai presenti in modo che la discussione si focalizzasse sui problemi e le necessità concrete di chi il mondo del volontariato lo vive quotidianamente.

Tre gli ordini di problemi che sono emersi.

Da un lato le difficoltà sociali del territorio determinate dalla crisi, con un Comune che non riesce a fare più fronte alle emergenze delle morosità incolpevoli – “O si stanziano nuovi fondi destinati all’edilizia popolare, o si decreta uno stop degli sfratti” ha commentato l’assessore alle politiche sociali Mario Pellegrini; una parrocchia che vede aumentare il numero di coloro che necessitano di assistenza alimentare – “la maggior parte delle famiglie che si rivolgono a noi sono italiane” ha sottolineato don Antonio Cecconi. E quindi un volontariato che da solo non può far fronte all’emergenza sociale. In fondo, a discussione appena iniziata, a aleggiare nella sala è la sensazione che le istituzioni tendano a delegare al volontariato servizi che da sole non riescono più a sostenere.

“La Regione Toscana – ha risposto Rossi –  ha varato e finanziato con quasi 5 milioni di euro un progetto regionale di prestito sociale per sostenere con prestiti fino a 3 mila euro, senza garanzie e senza interessi, le persone e le famiglie in situazioni di particolare difficoltà o fragilità socio-economica. Nel prendere questa decisione, abbiamo pensato che scegliere alcune realtà di volontariato come veicolo del prestito fosse un modo per rendere più rapida l’assegnazione. Ma questa scelta è nata anche dalla considerazione che queste realtà presidiano il territorio e più facilmente possono raggiungere casi a rischio di scivolamento nella povertà”.

In una situazione che si aggrava costantemente – “I dati Istat ci dicono che in Italia abbiamo 4 milioni di poveri, in Toscana facendo una stima saranno fra 200 e 240 mila” ha specificato Rossi – la richiesta sembra essere quella di fare tutti uno sforzo per creare una rete, un salvagente in attesa che le politiche nazionale si occupino di intervenire e di attuare riforme per la ridistribuzione del reddito.

La disparità di trattamento fra volontari di diverse associazioni è l’altra questione emersa. E ben lo sa – e in sala non sono pochi –  chi sveste la divisa della Protezione Civile per indossare quella dell’Antincendio. “Esistono tutele e incentivi che si applicano per i volontari di Protezione Civile, come la possibilità di richiamo in servizio dal lavoro, ma che non sono previste per altre realtà di volontariato. Gli articolo 9 e 10 della normativa che regola il volontariato va estesa anche all’Antincendio”, ha spiegato Giovanni Sandroni, consigliere comunale e figura di collegamento fra i centri intercomunali di Protezione Civile e le centrali operative.

Un problema che ritorna più volte e che si associa alla richiesta di rivedere la normativa regionale in materia di volontariato, anche in funzione di uno smaltimento della burocrazia che oggi incombe su queste realtà in modo eccessivo.

Ultimo problema, ma non meno urgente, è quello della diminuzione di persone che decidono di dedicare il loro tempo al volontariato. Un fenomeno che secondo alcuni si aggraverà con la riforma Fornero e l’innalzamento dell’età pensionabile, dato che molti volontari hanno intrapreso questa via quando l’agognata pensione è arrivata: “Ma se ai nostri tempi – spiega un volontario della Pubblica Assistenza – l’età pensionabile era conciliabile con la possibilità di dedicarsi ad altre attività, a 75 anni non si può certo credere che questo sarà ancora possibile”.

Ricette pronte il presidente Rossi non le possiede, ma sembra ascoltare con attenzione alle questioni che vengono poste.
Sul numero dei volontari in diminuzione spiega il Presidente della Regione “si può agire attraverso l’incremento del servizio civile volontario – un’esperienza formativa che può avvicinare i giovani a questo mondo e tenerli legati anche dopo la conclusione del periodo formativo”.
Per tutto il resto quella di Rossi più che una riposta è una proposta e l’assunzione di una promessa che impegna entrambe le parti.
“Impegniamoci a vederci in Regione, per un incontro operativo finalizzato a ricostruire un patto e se è necessario a rivedere la legge. Il mio impegno in questa direzione c’è. Il vostro dovrà essere quello di arrivare a quel momento con una ‘lista di interventi’ che ritenete necessari e su cui lavorare”.

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Pubblicato il: 19 febbraio 2014

Argomenti: Lungomonte, Politica, Sociale

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