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Toscana. Rossi rimpasta la giunta sul solco Renziano

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Renzi al governo e renziani in Regione. Ieri il presidente della Regione Toscana ha revocato le deleghe a tre assessori, sostituendone già due. Escono così dalla giunta, e quindi dalla maggioranza, Rifondazione Comunista e Centro Democratico, nelle persone di Salvatore Allocca (welfare, agricoltura), e Cristina Scaletti (turismo); fuori dalla giunta anche Stella Targetti (Pd), che era vicepresidente e assessora all’Istruzione.

Entrano Emanuele Bobbio e Stefania Saccardi, già vicesindaco di Firenze che con un balzo passa alla vicepresidenza della Regione. Fedelissima di Renzi, assume tutte le deleghe di Allocca (welfare, politiche per la casa, più integrazione socio-sanitaria e volontariato), mentre per Bobbio Rossi ha in mente un assessorato “alla formazione”: “Si occuperà di scuola, formazione e ricerca”, ha detto ieri. “Nel primo caso (Saccardi, ndr) ho scelto una amministratrice di esperienza che ha dimostrato grande capacità nella gestione del territorio fiorentino, ha affrontato le emergenze sociali e le nuove povertà. Nel secondo caso un giovane e stimatissimo economista, formatosi nell’eccellenza toscana e nei grandi centri ricerca come Aarhus e Madison (USA). Avrà l’onore e l’onore di guidare un assessorato chiave per l’innovazione del tessuto toscano della ricerca e della formazione, cercando di agganciare il “cluster” di imprese innovative che stanno trainando la Toscana fuori dalla recessione”.

“Avrei voluto che Tomaso Montanari assumesse le deleghe alla cultura”, ha detto ancora Rossi. “Ho una forte stima per lui, studia e difende con passione e militanza civile uniche il nostro patrimonio. La presenza di giovani come lui mi fa ben sperare nel futuro del nostro paese e della nostra cultura. Anche se non sarà lui direttamente a guidare l’assessorato continuerò a coinvolgerlo e a confrontarmi con lui. Il prossimo assessore alla cultura dovrà avere un profilo alto, solido, con forte autonomia come il suo. Se non avrà queste caratteristiche terrò la delega per me e cercherò il dialogo con le forze politiche che compongono la maggioranza sul fronte del turismo e del commercio. Avverto forte l’esigenza di consolidare il quadro politico toscano dopo la profonda ristrutturazione dell. a classe dirigente regionale e nazionale in corso. Non ha senso chiudersi di fronte al cambiamento. Ha senso invece studiare il cambiamento e saperlo interpretare. Nel futuro c’è un grande bisogno di sinistra e la sinistra e l’Europa non hanno ancora esaurito la loro spinta al cambiamento”.

Ma il ragionamento di Rossi, che pur rinunciando a due forze politiche non perde comunque la maggioranza in consiglio regionale, ha scontentato pesantemente sia Rifondazione che Centro Democratico.

Stefano Cristiano e Monica Sgherri di Rifondazione scrivono infatti: “Non possono esserci infingimenti o mascheramenti. Con eloquente contemporaneità Matteo Renzi si autocandida a presidente del consiglio, oggi riceve l’incarico di formare un nuovo governo senza un passaggio elettorale, e la sua “normalizzazione” arriva in Regione Toscana. Enrico Rossi si adegua subalternamente e annuncia un rimpasto che sposta l’asse politico della giunta cancellando quel profilo avanzato con il quale si era presentato agli elettori conquistando un vasto e crescente consenso”.

Cristiano in particolare su Facebook rincara la dose e accusa Rossi di non aver nemmeno incontrato la Federazione della Sinistra prima di comunicare la revoca ad Allocca. Criticano anche la scelta della persona, che rileva un cambio di rotta politica: “Saccardi, da vice sindaco di Firenze, si è costantemente opposta alle politiche abitative della Regione Toscana”. E declina l’offerta che Rossi avrebbe fatto in conferenza stampa “all sinistra che vuole stare in maggioranza”: “Il contentino di un assessorato alla cultura a patto che si tratti di una “personalità di alto profilo accademico””, riporta Cristiano. “Un posto in giunta in un contesto del genere non può che essere rimandata al mittente se non affermando che noi un candidato ce lo abbiamo e si chiama Salvatore Allocca”.

Scontento infine anche da parte dei consiglieri di Centro Democratico, Maria Luisa Chincarini e Rudi Russo: “Quello di stamattina è un fulmine a ciel sereno. Si tratta dell’estromissione di un Assessore, come Cristina Scaletti, apprezzato dalla cittadinanza, dalle associazioni e dai protagonisti culturali della Toscana. A sostegno di un atto così grave però non sono arrivate le debite argomentazioni da parte del Presidente Rossi. E posto che ancora Rossi non ha ancora nemmeno un sostituto per delle deleghe così importanti, tutto appare ancora più sconclusionato e privo di logica”.

“Aspettiamo dunque dei chiarimenti di merito da parte del Governatore tali da giustificare la destituzione di un valido assessore”, continuano i due esponenti di Cd. “L’impressione è che tutto questo sconvolgimento sia dovuto ai cambi di equilibrio interni al Partito Democratico sfavorevoli a Rossi. Con la conseguenza che le istituzioni, invece che essere trattate da camera di rappresentanza democratica, vengono derubricate a camere di compensazione di correnti di partito”.

“Centro Democratico è nato per sostenere un centrosinistra forte e autorevole – spiegano Russo e Chincarini – ma oggi questo nostro sostegno coerente e leale viene messo a dura prova. Per rispetto della cittadinanza però continueremo, come abbiamo sempre fatto, a sostenere ogni provvedimento solo se lo riterremo opportuno per il bene della collettività. Chissà che non sia questa nostra libertà e coscienza a costituire per qualcuno un ostacolo da rimuovere”.
“Per ora – concludono gli esponenti di Centro Democratico – non possiamo che ringraziare Cristina Scaletti per il lavoro svolto in questi quattro anni e con noi sicuramente lo farà buona parte della popolazione Toscana, rimasta attonita e in attesa di difficili spiegazioni”.

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Pubblicato il: 18 febbraio 2014

Argomenti: Pisa, Politica

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