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Che poesia la LIS!

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Chiara Tarfano e Silvia Bencivelli, videomaker la prima e giornalista scientifica la seconda, entrambe pisane, firmano il documentario sulla lingua italiana dei segni “Segna con me”, che sarà proiettato il 3 marzo al Cineclub Arsenale. Cinque storie per raccontare una lingua importantissima non riconosciuta dalla legge

“Non c’è niente di più rumoroso di una manifestazione di sordi”. Con queste parole Silvia Bencivelli, giornalista scientifica, chiama Chiara Tarfano, videomaker e le propone di lavorare ad un documentario sulla Lingua Italiana dei Segni. Silvia era a Roma per lavoro in quel periodo, ormai tre anni fa, quando si imbatte in una manifestazione di non udenti con cui richiedevano il riconoscimento giuridico della LIS. Rimane colpita dalle forme e dai suoni della protesta, e insieme a Chiara cominciano un lungo viaggio fra storie, parole e segni nuovi.

Cosa significa che una lingua non è “riconosciuta”? “Lo è per la comunità scientifica e per le migliaia di persone che la parlano quotidianamente”, ci spiega Chiara. “È una lingua che ha la sua grammatica, la sua sintassi, ma il fatto che la legge non la riconosca significa che non ha diritto a entrare nelle scuole al pari di tutte le altre. Significa cioè, che se ci sono alunni non udenti, la scuola non è tenuta a offrire un supporto in più al loro apprendimento, e questo complica il loro percorso. Se un’insegnante parla mentre scrive alla lavagna, o porta la barba lunga, o parla di fronte a una classe numerosa in aule grandi come quelle universitarie, lo studente sordo, senza percorsi paralleli in LIS, avrà più difficoltà a leggerne il labiale e capire la lezione. Ma il riconoscimento vale anche su altri fronti: all’ospedale, negli uffici pubblici. Siamo uno dei pochi paesi rimasti a non riconoscere il valore questa lingua”.

A partire da questo dato, Silvia e Chiara hanno cominciato a cercare le storie e sopratutto il modo per raccontare una lingua attraverso le immagini. “Il documentario si articola su 5 storie: Valentina, torinese d’origine, psicologa, consulente scientifica del documentario, sorda dalla nascita. Loredana, 35 anni, diventata sorda a 6 anni, bilingue. Violante, che di mestiere fa la guida turistica per sordi ai Musei Vaticani, ha perso l’udito da piccola a causa di un antibiotico. Poi c’è Michele, siciliano, sordo dalla nascita, nel documentario racconta dell’incontro con il suo compagno, Riccardo Marafatto, con cui è fidanzato da 16 anni. Infine Leonardo, il più giovane con i suoi 11 anni e il suo bilinguismo atipico. Leonardo è udente e ha imparato la LIS a scuola, una scuola per non udenti che ha frequentato semplicemente perché “la più vicina a casa”.

Le immagini di “Segna con me” raccontano la vita dei personaggi e la vita di una lingua attraverso le loro storie. “Lo abbiamo girato in tre anni circa”, racconta ancora Chiara. “Il documentario è totalmente autoprodotto, per questo abbiamo impiegato anche un po’ di tempo per realizzarlo, ritagliandoci il tempo necessario nei week end. Tempo e sacrifici.” In parte il lavoro è stato possibile anche grazie ad una precedente collaborazione fra Tarfano e Bencivelli, quella che ha portato al documentario “2033”, vincitore del Primo Premio “Short On Work 2012” (Fondazione  Marco Biagi). Proprio grazie al premio di 4.000 euro è stato possibile continuare e concludere il documentario, che sarà proiettato a Pisa il prossimo 3 marzo.

Il montaggio è del regista Luca Bellino. Il documentario ha già vinto il Premio ENS (ENte Nazionale Sordi) al festival CineDeaf 2013, ed è in finale al festival “SguardiALtrove”, spin off del Festival di Milano. Chiara Tarfano ha firmato la regia e la fotografia, Silvia Bencivelli i testi e la sceneggiatura. “Per raccontare questa lingua abbiamo deciso di utilizzare un doppio registro – racconta ancora Chiara – alternando le interviste ai dettagli sulle storie. Non è stato facile entrare in confidenza con gli intervistati, ma credo ne sia valsa la pena perché siamo riuscite a cogliere altri aspetti di questa lingua e del modo in cui viene parlata che sono belli, affascinanti. Il modo in cui ad esempio Violante descrive in LIS le opere d’arte, nel suo lavoro, assomiglia ad un balletto o ai gesti di un direttore d’orchestra”. Una poesia che fa venir voglia di impararla e praticarla: “Ma su questo Silvia è più brava di me”, conclude Chiara. “Io ho imparato qualche parola, qualche gesto, ma è come se parlassi in pisano stretto, non ho un accento pulito!”

L’appuntamento a Pisa con “Segna con me” è per il 3 marzo al Cineclub Arsenale.

Qui il sito del documentario

Qui di seguito il trailer:

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Pubblicato il: 18 febbraio 2014

Argomenti: Cultura, Pisa, Sociale

Visto da: 1864 persone

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