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Escrementi Dionisiaci Il Carnevale “segreto” di Cournonterral

Il mondo alla rovescia in una vecchia stampa

Il teatro secondo Sara ed Hengel (Teatro Cantiere). Passaggi antropologici e riti coprofili, alla scoperta di un antico Carnevale

Da bambino ho sempre pensato che il Carnevale fosse una festa di merda. Forse perché gli altri sapevano usare i coriandoli come arma di offesa e scherno (a volte anche dolorosi quando scaraventati in piena faccia), mentre a me avevano insegnato che quei maledetti pezzetti di carta colorata si buttano dal basso verso l’alto, a creare una gioiosa pioggia arcobaleno. O forse perché immancabilmente venivo invitato a salire sui carri allegorici del paese vicino al mio per una frizzante foto ricordo, ritrovandomi circondato da bambini che si conoscevano tutti tra loro e che guardando me (lo straniero) in cagnesco, si chiedevano che diamine volessi sul “loro” carro e soprattutto da cosa diavolo fossi mascherato. Perché udite, udite, di tutte le maschere cool degli anni ’80 (e parlo di robot, cowboys, sceriffi, ecc.) io avevo il costume da Guardia Svizzera. Lo giuro. C’è l’ho ancora. Ammetto che alabarda e caschetto mi piacessero, ma per il resto… Che cosa è una Guardia Svizzera? Ma se una Guardia Svizzera incontra l’incredibile Hulk, vince? E come avrei affrontato gli Zorri armati di spadini sberluccicanti? “Fermo, Zorro! Il Papa lo devi lasciar stare!”. Una merda insomma, come vi dicevo. Una vera merda.

Poi la Storia mi ha dato ragione e col tempo ho scoperto che Carnevale e cacca son sempre andati un po’ a braccetto. Fin dalla notte dei tempi, quando i nostri primitivi antenati si travestivano da animali e si imbrattavano di grasso e sterco per cacciare o per celebrare riti sciamanici. Per non parlare poi di quelle incredibili orge euforiche in onore di Dioniso, Bacco, Saturno, alle quali gli antichi partecipavano “senza pudore”, dove maschere e mondo infero si fondevano, le anime trapassate si riversavano tra i vivi, il mondo e le regole si rovesciavano, ma soprattutto il vino e l’urina si scambiavano le parti e la merda… roba da gourmet!

Incisione rupestre - Scena del diavolo - Cueva de los Letreros, Spagna_500

Incisione rupestre , Scena del diavolo , Cueva de los Letreros, Spagna

Oggi amo il Carnevale, ma ancor di più da quando ho scoperto un paese nella zona occitana della Francia che strizza l’occhio alle origini sciamaniche, orgiastiche ed escrementizie di questa festa. Si chiama Cournonterral e prende la cosa davvero sul serio, facendo di tutto per preservare un rito antichissimo che contempla maschere animalesche, merda e fango, feccia e ferine pulsioni erotiche. Altro che Guardia Svizzera! Peccato solo che non ci possa andare, i “compagni di carro” andrebbero ben oltre il guardami in cagnesco: è dichiarato.

A proposito di “Mondo alla rovescia” infatti, questo paesino della Linguadoca ha deciso di muoversi controcorrente  in quest’epoca all’insegna del business, vietando la sua festa ai curiosi, ai giornalisti, alla pubblicità, ai turisti. Niente foto e niente video. Una questione privata, un Carnevale ed un rito segreti, come negli antichi Misteri, i culti esoterici che affondano le proprie radici in lontanissimi passati remoti.
E così durante il Mercoledi delle Ceneri, Cournon (come la chiamano affettuosamente i suoi abitanti) viene chiusa e protetta da sguardi esterni, mentre per le sue strade vengono riversate enormi quantità di feccia (i residui maleodoranti della vinificazione), fanghiglia e melma: la “merda della Natura”, insomma. Il rito comincia e chi rimane ne diventa parte integrante “a suo rischio e pericolo”, come dice il sito web ufficiale di Cournonterral.

Foto tratta dal film 'Pailhasses, vieille tradition' di Dominique Lesourd e Bertrand Renaudineau, 1979

Foto tratta dal film ‘Pailhasses, vieille tradition’ di Dominique Lesourd e Bertrand Renaudineau, 1979

Al suono ritmico di tamburi fanno la loro comparsa i Pailhasses, mostruose figure ricoperte di scarti: un sacco di iuta riempito con la paglia a proteggere gambe e busto, un’informe pelle di tasso sul viso, un vecchio cappello ornato di piume perdute da tacchini e uccellacci, fronde cadute dagli alberi sulle spalle.
I Pailhasses (uomini di paglia, escremento del grano) si buttano eccitati nel sudicio, si lavano con la feccia infradiciandosi fino alle ossa, un po’ come a Woodstock dopo la pioggia, ma senza Jimi Hendrix. Gridano e lanciano fango sulle case, gustano vino bianco (a sostituire la più arcaica assunzione di urina) e dolcetti dalle forme inequivocabilmente escrementizie (a sostituire le antiche salsicce di feci). Sono una furia e aspettano i Blancs, i loro acerrimi nemici, biancovestiti e lindi. Quando li scorgono partono a rincorrerli, per coprirli di sudiciume, per abusarne con palpeggiamenti e volgari atteggiamenti sessuali.
I Blancs fuggono in ogni dove, ma ben sanno che prima o poi verranno “stuprati” dai Pailhasses ed in fondo è proprio quello che vogliono: l’inevitabile incontro col sudicio, con la carnalità della terra.
Se poi non siete tra i Blancs e capitate lì per caso, i Pailhasses vi puniranno senza pietà: vi faranno ingollare feccia, vi bloccheranno per frugarvi ovunque, vi feriranno, forse… ricordandovi che merda siete e merda ritornerete.

La leggenda vuole che questo rito sia la ricostruzione di una battaglia tra gli abitanti di Cournon e quelli del paese vicino (ma guarda un po’!), per una diatriba sul taglio della legna nel bosco, ma c’è dell’altro.
Vengono in mente certi Misteri tessalici ancora praticati in Grecia dove Dioniso morto viene gettato nel fango e nella sporcizia e da lì resuscita, ritorna tra i vivi dagli Inferi, il sozzume della terra.
In altri Misteri Dioniso invece non resuscita e così accade ai Pailhasses, che dopo aver ricoperto il mondo di sterco e feccia si allontanano muti e davanti alle proprie case, con un coltellaccio, si suicidano, tagliando il sacco di iuta lercio e lasciando che la paglia e la maschera di pelo di tasso scivolino giù, senza vita.

Non faccio in tempo a finire di scrivervi questa storia e a spiegarvi come mai ci siamo ancora occupati della Francia, che Sara mi si piazza dietro e comincia a ridere: “Ah ah ah, eri tu quello vestito da Guardia Svizzera? Eh, eh ora vi ricordo, tuo fratello era quello mascherato da Cristoforo Colombo, vero?”
“Sì, sì, ma non c’è niente da ridere e comunque anche lui s’è rifatto una vita, va bene?”

Poi ci ripenso. Forse quelle ridicole maschere in qualche modo ci sono state utili: mio fratello (Cristoforo Colombo) ora insegna Storia e Filosofia, sempre alla ricerca di nuovi mondi metafisici. Per quanto mi riguarda ho l’abitudine di difendere ad “alabarda tratta” un’associazione che si chiama San Bernardo, vestito a volte in maniera improponibile… sarà un caso?

E comunque continua a non esserci niente da ridere, Sara. E voi.

Buon Carnevale a tutti!

Immagine di copertina: Il mondo alla rovescia in una vecchia stampa

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Scritto da:

Pubblicato il: 15 febbraio 2014

Argomenti: Cultura-Tech, Teatro

Visto da: 1974 persone

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Una risposta a: Escrementi Dionisiaci Il Carnevale “segreto” di Cournonterral

  1. avatar federoti scrive:

    …m’è toccato d’essere il Dolce Remì…
    …la tua teoria sull’imprinting carnevalesco…
    …guardo il monitor con sguardo vuoto…
    …ripeto, ripeto ed ancora ripeto le ultime parole di Kurtz in Cuore di Tenebra…

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