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Il Pisa. Oggetto del desiderio

pisa1909

Giuliano Fontani, storica firma pisana dello sport, spiega ai lettori di paginaQ le ultime vicende societarie della Ac Pisa 1909

Improvvisamente il Pisa. Lo vogliono tutti, dalla Terravision, società leader del trasporto aeroportuale, a una cordata di imprenditori dell’acciaio con vere o presunti propaggini in Ucraina. Ma chi lo detiene, il presidente Carlo Battini, è davvero disposto a venderlo?  La vicenda ruota intorno a questo interrogativo e non può sfuggire alla risposta.

Terravision non gode della simpatia di Battini e della sua famiglia dopo il naufragio di una precedente trattativa per l’acquisizione delle quote azionarie del Pisa. Vale la pena ricapitolare: era il settembre del 2011, il Pisa era al 60% di Cammilli (imprenditore viterbese) e di  Battini (40%). Tra i due, dopo qualche anno di intesa, si giunse alla separazione degli interessi. Cammilli, che aveva già il Grosseto, mise in vendita le sue quote. Terravision le voleva acquistare insieme a Battini, ma all’ultimo l’imprenditore santacrocese fece da solo.

Un voltafaccia? Un ripensamento? Fatto è che volò qualche parola grossa e di troppo e per questo Battini adesso respinge al mittente, sdegnato, qualsiasi ipotesi di cessione del club a Terravision. Quest’ultima, rappresentata dall’ad Fabio Petroni, giovedì prossimo renderà pubblica la sua offerta di acquisto, tesa a questo punto a dimostrare il suo reale interessamento. Sarà Battini, quasi sicuramente, a far cadere il discorso, non prendendola neppure in considerazione, anche perché sembra stia trattando di buona lena la cessione del Pisa a un imprenditore genovese, Aldo Brini, di origini pisane, industriale del settore dell’impiantista e delle energie rinnovabili.

La trattativa è stata portata alla luce in un modo molto singolare. Martedì scorso si è presentato a Pisa, in conferenza-stampa,  un personaggio del calcio massese, Daniele Carpina che ha parlato di una cordata di imprenditori disposta ad acquistare il Pisa. e tra questi Aldo Brini. Poi ha parlato anche di un costruttore edile montecatinese, Domenico Filippelli, di un industriale milanese importatore di acciaio, di un magnate ucraino già presente nel calcio europeo anch’egli arricchitosi con l’acciaio. Un nome, anche se non è stato, da far strabuzzare gli occhi: Rinat Akhmetov, uno degli uomini più ricchi al mondo secondo le classifiche di Forbes.

Hanno taciuto tutti, tranne Aldo Brini, che nel nel giro di 24 ore ha smentito due volte Carpina, dicendo di non aver dato mandato ad alcuno di rappresentare i propri interessi. Però l’ha fatto con un’omissione che salta agli occhi e una precisazione significativa: non ha smentito di conoscere il rampante procuratore massese e ha confermato di portare avanti una trattativa riservata con Battini. E quest’ultimo gli fa eco: la conferenza-stampa di Carpina “è stata una carnevalata”, mentre continuano i contatti con Aldo Brini, persona degna di fede e di stima.

C’è chi dice che l’accordo sia fatto. tre milioni e duecentomila euro per l’80% delle quote, lasciando il rimanente e la presidenza onoraria a Battini. E gli altri componenti della cordata? Probabilmente Brini non è solo, le informazioni di Carpina non sono del tutto campate in aria. Forse le mire sulla costruzione del nuovo stadio, di cui si è parlato nella conferenza-stampa, non sono del tutto infondate, perché personaggi delle istituzioni pisane ne hanno parlato con chi ha manifestato l’interesse di comprare il Pisa. Ma anche questa, per rimanere nel lessico calcistico, è una partita ancora tutta da giocare.

GIULIANO FONTANI

Foto tratta da pisachannel.tv

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