MENU

E le antenne dove le mettiamo?

elettrosmog

Perchè un piano conviene anche ai Comuni della Provincia di Pisa. Un contributo di Alessandro Valenza, consulente nel settore dell’elettromagnetismo ambientale.

 

La rapida evoluzione nel settore delle telecomunicazioni e il vertiginoso aumento di dispositivi portatili richiedono un adeguato supporto strutturale della rete di comunicazione voce-dati al fine di soddisfare tutte le richieste degli utenti, ma sempre in una visione cautelative e di protezione dai rischi per la salute.

Nel mondo 2,5 miliardi di persone non usufruiscono di un servizio igienico adeguato; in più di 1 miliardo sono costretti ad espletare i propri bisogni all’aperto, questi sono alcuni dei dati diffusi dall’ultimo rapporto di WaterAid, Wsscc e Unilever. In tutto ciò abbiamo 6 miliardi di persone che possono accedere ai servizi di telefonia mobile. E in Italia i dati parlano di 97 milioni di schede SIM attive a fronte di una popolazione di 60 milioni di cittadini.

L’aumento di cellulari, smartphone, tablet e internet key richiede dei punti di accesso alla rete rappresentati dalle antenne per la telefonia mobile. L’avvento della recente tecnologia di quarta generazione (L.T.E.), attualmente in fase di implementazione, sta richiedendo nuovi impianti e nuove antenne e quindi l’individuazione di ulteriori luoghi adatti alla loro installazione. Questo comporterà l’incremento del fondo elettromagnetico a cui verrà esposta la popolazione. L’allarme circa i rischi da esposizione ai campi elettromagnetici viene supportato dalla continua pubblicazione di lavori scientifici che evidenziano dati non tranquillizzanti.

A seguito delle disposizioni internazionali in materia di protezione della popolazione dai Campi Elettromagnetici, con particolare riguardo alle indicazioni della IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) e del Consiglio d’Europa, diverse Regioni italiane hanno avviato una modifica della normativa che regolamenta i processi di installazione degli impianti e detta i procedimenti amministrativi.

Le recenti sentenze del Consiglio di Stato e della Cassazione (Consiglio di Stato n. 3575 del 3 luglio 2013; Consiglio di       Stato n. 2945 del 30 maggio 2013; Consiglio di Stato n. 1873 del 4 aprile 2013; Consiglio di Stato n. 690 del 5 febbraio 2013, …) hanno evidenziato quali sono gli strumenti a disposizione delle amministrazioni comunali per governare la complessità dei processi di pianificazione ed installazione di nuovi impianti.

Proprio in osservanza alle disposizioni indicate dalle recenti sentenze e facendo seguito alla legislazione italiana, anche i Comuni della Provincia di Pisa, con il Comune capoluogo in testa, dovrebbero dotarsi di un Piano della Telefonia Mobile progettato da personale qualificato, diverso dalle ARPA (istituzionalmente demandate alle attività di verifiche e controllo) per scongiurare evidenti conflitti di interessi se coinvolte in incarichi di consulenza remunerata (chi controllerà chi?),  che abbia i requisiti di prevenire le criticità e consenta di programmare le installazioni in modo da rendere minima l’emissione elettromagnetica per la popolazione.

Un Piano di localizzazione che favorisca, ove possibile i siti di proprietà pubblica che permettono, tra l’altro, di veicolare nelle casse comunali gli introiti dei canoni d’affitto per gli impianti. Tali indirizzi, oltre a dare una più efficace gestione diretta delle installazioni, determina evidenti disponibilità economiche da poter reinvestire in altri servizi al cittadino, a partire da una campagna di comunicazione nelle scuole che metta al centro le buone pratiche nell’utilizzo dei dispositivi elettronici al fine di minimizzare l’esposizione da ogni fonte di rischio.

Ad oggi nella provincia di Pisa solo pochi comuni si sono dotati di un Piano Antenne tecnicamente valido. Basti pensare ai Comuni di Vicopisano, San Giuliano Terme, Santa Maria a Monte e Ponsacco, giusto per citarne alcuni, ma altri Comuni gestiscono la tematica esclusivamente da un punto di vista urbanistico, con regolamenti che le recenti sentenze del Consiglio di Stato hanno indicato come non sufficienti in caso di ricorso dei gestori contro un diniego all’installazione.

La domanda allora è: per quale motivo cosi tanti Sindaci e Assessori, in una fase di ristrettezze economiche, rinunciano ad uno strumento che determinerebbe significativi introiti nelle casse comunali e la possibilità di conoscere con certezze gli effetti elettromagnetici derivanti dall’installazione di nuove antenne? Tanto più che il TAR Toscana, proprio nei giorni scorsi, ha respinto il ricorso di un gestore contro il Comune di Arezzo affermando che si può procedere alla “Disattivazione immediata di un’antenna non prevista dal Piano di Localizzazione” se il piano è tecnicamente valido.

Sarebbe interessante rivolgere questa domanda a tutti i nostri amministratori per capire cosa ne pensano a riguardo e magari affrontare questa tematica anche con chi si accinge ad affrontare la prossima campagna elettorale per le amministrative.

Alessandro Valenza

Download PDF

Scritto da:

Pubblicato il: 27 gennaio 2014

Argomenti: Ambiente, Pisa, Politica

Visto da: 1125 persone

Post relativi

Una risposta a: E le antenne dove le mettiamo?

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi paginaQ per email

Ciao!
Iscriviti alla newsletter di Pagina Q
Se lo farai ci aiuterai a far vivere l’informazione nella nostra città e riceverai la versione mail del quotidiano.
Naturalmente non cederemo a nessuno il tuo indirizzo e potrai sempre annullare la tua iscrizione con un semplice click sul link che troverai in ogni nostra mail.